Architettura in tensione
Lo Stade de la Tuilière di Losanna
Con il quaderno bilingue sullo Stade de la Tuilière di :mlzd e Sollberger Bögli, espazium inaugura una nuova serie di pubblicazioni dedicate a progetti nuovi. Presentiamo il fascicolo con un estratto dallo scritto di Marc Frochaux e una selezione delle fotografie di Ariel Huber, che ci fanno entrare in uno stadio concepito come un corpo in tensione. Un edificio la cui architettura è ispirata dalle forze stesse che ne governano la statica.
Gli anni 2000 non hanno portato fortuna al Lausanne-Sport, retrocesso in seconda divisione per ragioni amministrative nel 2002 e dichiarato in bancarotta l'anno seguente. Dopo la rimonta dell'ultimo decennio, il nuovo Stade de la Tuilière è chiamato ora a celebrare la rinascita di un club che punta sulla vitalità dei suoi giovani giocatori.
I suoi architetti, :mlzd e Sollberger Bögli, hanno tradotto queste aspettative in un'«icona modesta», come la definiscono oggi: uno stadio che trae la sua forza da una struttura nuda, esposta, senza artifici. Al momento del concorso (2014), il progetto si smarcava dai concorrenti precisamente perché non cercava d'imporsi con una forma magniloquente, ma al contrario voleva iscriversi in un sito, «piegarsi» letteralmente alle tensioni che lo percorrono.
:mlzd e Sollberger Bögli partono definendo il prato in continuità con gli altri campi del centro sportivo, poi disegnano le tribune sui quattro lati e infine ne rialzano gli angoli. Il gesto, come ovvio, conferisce immediatamente al progetto una grande forza plastica. In sezione, la forma rispecchia la spazialità interna e crea sotto le tribune lo spazio per un foyer rivolto all'esterno. All'estremità delle strutture angolari, un tetto miesiano è posato su uno scuretto. Sotto quest'ultimo si cela uno spazio eccezionale: un ballatoio che offre una vista panoramica sulla città e le Alpi. Così, a condizionare la forma dello stadio non è il tessuto urbano, ma una relazione (costruita) con il paesaggio. Tale elemento aperto ricorda lo stadio di Bordeaux (2015), che ha marcato senz'altro una svolta nell'approccio a questa tipologia. A Losanna, :mlzd e Sollberger Bögli concentrano il loro progetto su una costruzione solida, capace di adattarsi ai bisogni fluttuanti degli anni a venire.
In fase di progetto di massima, questa struttura è stata messa alla prova dal nuovo acquirente del club, che ha proposto alcuni cambiamenti importanti nel programma, in particolare per valorizzare le tribune VIP e l'ingresso. Eppure l'oggetto ha conservato tutto il suo potenziale semantico – anzi, ne è emersa una forma ancora più schietta. E così il progetto impressiona tanto per la sua monumentalità quanto per la sua capacità di trarre la propria forza da una rigorosa verità costruttiva.
Lo stadio scorticato
Lo stadio ha una sola facciata, sul corpo sud-ovest. Orientata verso il futuro spazio pubblico, questa parte dell'edificio ospita le buvette, il ristorante e le tribune VIP. Per evitare di creare una superficie piatta e riflettente, gli architetti hanno pieghettato questa facciata come una gonna. Il sipario leggero contrasta così con le travi e i pali, agendo come quei drappeggi che, con la scusa di coprire i corpi denudati, ne rivelano ancor più la muscolatura. Spogli di ogni involucro, gli altri lati lasciano esposte le tensioni tra gli elementi interni: sembra di guardare lo scorticato delle tavole anatomiche, che espone ossa, muscoli e tendini. La metafora s'impone al visitatore, che scopre lo stadio a partire dalle sue viscere.
L'articolazione del corpo, animale o umano, ha ispirato una lunga tradizione di architetti, da Viollet-le-Duc a Calatrava, passando per Gaudí, che hanno sfruttato questo registro per esprimere le tensioni interne ai loro progetti. Più che una metafora, è un pensiero analogico che dal Rinascimento unisce lo studio del corpo a quello della meccanica: lo si constata nei quaderni di Leonardo da Vinci, dove non è raro trovare un meccanismo schizzato a fianco del bozzetto di un corpo scorticato. Se tendiamo ad affiancare i corpi e le macchine nel tentativo di comprenderli, è forse per la nostra propensione a provare intimamente gli «sforzi» calcolati dagli ingegneri. È ciò che i teorici della Gestalt dovettero comprendere: consapevolmente o no, noi ci proiettiamo nelle strutture architettoniche. Ed è probabile che l'architettura, indipendentemente da tutti gli «stili», continuerà sempre a farci sentire ciò che l'edificio (sop)porta, a unirsi intimamente al corpo. Così, quando osserviamo lo schema statico dello Stade de la Tuilière, possiamo saggiare quasi fisicamente le forze che lo strutturano. Pur essendo un corpo impossibile, è un corpo in tensione, scolpito dallo sforzo. Al di là dei simboli e delle metafore, è così che «l'icona modesta» di Losanna racconta l'energia che si prepara a contenere.
Stade de la Tuilière
espazium – Edizioni per la cultura della costruzione
In collaborazione con la Città di Losanna – Servizio d'architettura, gli architetti :mlzd e Sollberger Bögli e lo studio d'ingegneria Luschinger+Meyer SA.
Gennaio 2021
Edizione bilingue francese/tedesco
48 pagine, 19.00 franchi (IVA inclusa, costi di spedizione non inclusi)
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