Il nuovo volto di Mo­lino Nuovo

Grazie a un partenariato pubblico-privato, ora Molino Nuovo, il quartiere più densamente popolato di Lugano, dispone di un nuovo spazio verde. Il parco, atteso da tempo e inaugurato in settembre 2023, diventerà un luogo di condivisione e potrà favorire il dialogo intergenerazionale.

Date de publication
20-11-2023

A Lugano, il quartiere di Molino Nuovo, con i suoi oltre 9000 abitanti, di solito non calamita l’interesse mediatico. Non è particolarmente attrattivo per i turisti, non si trova direttamente sulle rive del Ceresio e non offre la tanto ambita vista lago. Molino Nuovo è un quartiere popolare, sin dal Novecento. Negli anni, ha vissuto una profonda trasformazione urbana che ha man mano divorato gli ampi spazi verdi, portando una progressiva gentrificazione. In questi ultimi anni, però, si sono gettati alcuni primi semi per ridare al quartiere e ai suoi abitanti più qualità di vita. Ed è proprio in quest’ottica che vede la luce il nuovo parco rionale di via Brentani: un parco pensato per favorire il dialogo intergenerazionale e promuovere la partecipazione attiva alla vita sociale, un «luogo di incontro e di svago, adatto ad accogliere tutte le fasce di età», come sottolinea Karin Valenzano Rossi, Municipale e capo Dicastero sicurezza e spazi urbani.

 

Un’area verde, in divenire

Inserito nel cuore dell’agglomerato urbano, il nuovo parco si estende su una superficie di oltre 3900 m2, con alberature e arbusti da un lato e installazioni ludiche dall’altro. La sua creazione è in linea con quanto fissato nelle Linee di sviluppo 2018-2028 della Città, in cui il Municipio si impegna, tra le altre cose, a favorire la fruizione degli spazi a uso pubblico, ampliare l’offerta di parchi cittadini e aree verdi, promuovere la biodiversità in ambito urbano e, in breve, offrire agli abitanti un migliore ambiente di vita.

L’idea di regalare un parco agli abitanti del quartiere nasce nel 2009, quando Maddalena Ermotti Lepori chiede al Municipio di rinunciare alla costruzione di una sala multiuso per dare ai più piccoli uno spazio in cui giocare. In un quartiere multigenerazionale, multietnico e densamente popolato come quello di Molino Nuovo un’area verde mancava. Il Legislativo accoglie la mozione di Ermotti Lepori e il Municipio concretizza l’idea con un Piano di Quartiere. In virtù di un partenariato pubblico-privato, con cui è resa possibile la costruzione di due alti palazzi, con 153 appartamenti e un supermercato al piano terra (progetto dello studio Renzetti&Partners) i proprietari del fondo cedono alla Città uno spazio da dedicare alla realizzazione di un’area verde.

Per la Molino Nuovo del terzo millennio avere un parco è una novità assoluta e riscontra il favore di molti: «Per il quartiere è una grande cosa», afferma Svetlana Rossi, presidente della Commissione di Quartiere. «È un’area posizionata ottimamente nel circondario con tanto verde e dotata di giochi e tavoli in cui si potrà fare aggregazione. Ora starà anche a noi della Commissione, d’accordo con il Municipio, proporre attività per animarlo».

Per il momento, il nuovo parco di via Brentani è ancora un po’ spoglio e sterile, ma le piante cresceranno, gli abitanti del quartiere porteranno vita e il tempo farà il resto. Ad ogni modo questo spazio verde in più è la prova concreta che Molino Nuovo sta vivendo un’evoluzione positiva, un segno tangibile che, per di più, non è un caso isolato. A fine ottobre Molino Nuovo è stato infatti protagonista anche di un’altra inaugurazione, quella della nuova scuola dell’infanzia in via Ferri (su progetto degli architetti Dario Bonetti, Mirko Bonetti e Fabio Regazzoni), con 7000 m2 di parco, campetti e spazi ricreativi. Degno di nota è anche il recupero dello storico stabile Bossi, costruito nel 1934 dall’architetto Bruno Bossi, già sede di un lazzaretto ed ex-scuola dell’infanzia di molti Luganesi.

Il quartiere di Molino Nuovo sta insomma acquistando una dimensione nuova o forse, dovremmo dire, si sta pian piano riappropriando della sua dimensione di un tempo, vale a dire quella di quartiere popolare vivo e vivibile, con effetti positivi per tutta la comunità.

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