Re­cen­sio­ne a «Ur­ban-Think Tank. The Ar­chi­tect and the Ci­ty»

A partire dagli anni Novanta Alfredo Brillembourg e Hubert Klumpner, fondatori di Urban-Think Tank, hanno indagato con un approccio quasi pionieristico i quartieri informali, sperimentando diversi modi di applicarvi le discipline del progetto.

Publikationsdatum
02-04-2020

Gli stereotipi utilizzati per rappresentare il mondo degli slums sono molti, la maggior parte dei quali ereditano il peso di una storia di sangue, miseria e povertà. Per comprendere questo vasto territorio è necessario tuttavia considerare la sua estrema complessità culturale, sociale e geografica, comprendendo come gli squilibri nascano da ingiustizie sociali le cui ripercussioni fisiche sono la parte più buia delle metropoli del Sud del Mondo. In altre parole, gli slums sono le parti di città in cui si esprimono le disuguaglianze sociali.

Questa premessa è necessaria per comprendere il lavoro di Alfredo Brillembourg e Hubert Klumpner, fondatori di Urban-Think Tank (U-TT). La forza della loro ricerca deriva direttamente dai luoghi che indagano: i quartieri informali. Con un approccio quasi pionieristico gli autori, a partire dagli anni Novanta, hanno sperimentato diversi modi per usare le discipline del progetto all’interno di quelle parti di città dimenticate sia dagli amministratori che dai pianificatori. Sono stati capaci di allargare la prospettiva architettonica promuovendo un’indagine a tutto campo, volta ad osservare la città anche nelle sue espressioni più brutali, umili e semplici. Progetto e analisi sono diventati gli strumenti di un nuovo sguardo verso le aree più povere della città, promuovendo una lunga serie di interventi che in poco tempo hanno modificato la maniera di osservare questi fenomeni e sono diventati un riferimento per l’intera critica disciplinare.

Un aspetto che vorrei evidenziare riguarda il metodo multiscalare utilizzato da U-TT. La loro storia è costellata da progetti capaci di trattare più scale d’intervento che comprendono sia il manufatto edilizio, come il Gimnasio Vertical (Caracas 2001-2004), che la grande scala urbana, attraverso proposte infrastrutturali come il celebrato Metrocable (Caracas 2010) o piani urbanistici come la rivitalizzazione dell’Avenida Lecuna (Caracas 2008-2011). La riflessione sulla città è sempre al centro del progetto e, anche negli interventi di più piccole dimensioni, la scala urbana si incrocia con quella architettonica ancorando il progetto al contesto nel quale sorge.

Un secondo aspetto riguarda la multidisciplinarità. Per Brillembourg e Klumpner l’architettura è un fatto che non si esaurisce negli aspetti formali o tecnici, ma riguarda tutti, in particolare gli abitanti. Gli autori volgono lo sguardo verso le relazioni (o reazioni) che avvengono tra cittadini e progetto. L’architettura acquista così un nuovo ruolo narrativo capace di descrivere fenomeni urbani che vanno al di là degli aspetti fisici, come nel famoso caso della Torre David (Caracas 2011-2012), in cui l’occupazione di un edificio diventa l’espediente per descrivere i modi in cui la marginalità modifica la città.

Un’ultima osservazione riguarda l’universalità delle riflessioni di U-TT. Per quanto evidente la relazione con Caracas, luogo nel quale sono nati i pensieri e le fortune di Brillembourg e Klumpner, i loro progetti hanno nel tempo acquisito un valore universale trasformando un approccio specifico in una metodologia universale, come testimoniano i progetti di Khayelitsha (Cape Town, South Africa, 2014) e di Hoograven (Utrecht, Olanda, 2010).

Alfredo Brillembourg, Hubert Klumpner

Urban-Think Tank. The Architect and the City: Ideology, Idealism, and Pragmatism

Hatje Cantz Verlag, Berlin 2020

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