Ri­du­ci, Ri­usa, Ri­ci­c­la: ver­so una cos­tru­zi­o­ne sos­teni­bi­le

Publikationsdatum
11-05-2023
Laura Ceriolo
Architetto, dottore di ricerca in storia delle Scienze e Tecniche Costruttive

Due mostre hanno da poco chiuso i battenti in Svizzera, Die Schweiz: Ein Abriss, organizzata dal collettivo Countdown 2030 al S AM di Basilea, e Last Matter, Matière ultime, organizzata da Raum404 (Lucille Ado e Oscar Buson) e  Archizoom all’EPFL di Losanna.

La prima era fondata sui dati dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), secondo cui l’84% dei rifiuti in Svizzera proviene dal settore edile; traducendo in cifre: ogni secondo, in tutta la Confederazione elvetica, vengono generati più di 500 kg di rifiuti solo dalla demolizione di edifici, che procede col ritmo di quasi 4000 l’anno.

Oggetto della seconda era invece la destinazione ultima della materia che, estratta, trasformata per divenire oggetto e costruzione, viene poi dismessa, abbandonata, riutilizzata o riprocessata fino a divenire conglomerato, o polvere che ritorna alla terra da cui proveniva, formando nuovi strati geologici, nuovi paesaggi sedimentari in divenire che saranno scoperti dalle generazioni future.

C’è da chiedersi in che modo possiamo e dobbiamo intervenire sull’impatto che i nostri modus vivendi hanno sul suolo e sull’ambiente. C’è da risvegliare ancora una volta le coscienze sul problema dello sfruttamento incontrollato delle risorse.1

In Svizzera ragioni normative e incentivi fiscali incoraggiano direttamente la demolizione; infatti, si ottiene un bonus quando si produce un Ersatzneubau, letteralmente, un nuovo edificio che sostituisce il vecchio. Al contrario, si dovrebbe introdurre un bonus per premiare la conservazione degli edifici esistenti e la loro conversione, secondo Countdown 2030.

Quali sono gli interessi prevalenti in questo settore? Quelli dei costruttori, quelli degli architetti, o quelli dei produttori? E che costi ha la riconversione rispetto alla nuova costruzione? Quali sono i flussi di denaro e le motivazioni che stanno dietro alle demolizioni? Qual è il ruolo dell’ingegnere e quello della pubblica amministrazione? Inoltre, si può produrre cultura della costruzione (Baukultur) dalla riconversione e dal riuso senza trascurare la qualità del costruito? Questo, oltre ai costi, è forse l’interrogativo che più spaventa chi opta per una costruzione ex novo.

La SIA Ticino, in collaborazione con la Società per l’Arte dell’Ingegneria, affronterà questi temi durante il seminario previsto il 4 maggio al LAC di Lugano Riduci, Riusa, Ricicla: verso una costruzione sostenibile, con la partecipazione di Barbara Buser, Andrea Bassetti, Guido Biaggio e Luca Gattoni e con la moderazione di Stefano Zerbi. Sarà presente per il saluto la municipale Karin Valenzano Rossi, capodicastero Sicurezza e Spazi urbani della Città di Lugano.

VI Seminario di Studio
Riduci, Riusa, Ricicla: verso una costruzione sostenibile
LAC, Lugano – 4 maggio 2023, ore 16 - 19, a cura di Laura Ceriolo
-> info su www.ti.sia.ch

Note

 

1 Laura Ceriolo, Seduti su un cumulo di macerie, «Il Giornale dell’Architettura», 20 settembre 2022.

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