Un tas­sel­lo di ur­ba­ni­tà tra stra­da e fer­ro­via

DF_DC, Ingegneri Pedrazzini Guidotti

La struttura si apre sul paesaggio lacustre come un vasto portico caratterizzata da un’ossatura di cemento totalmente aperta su due lati e completamente chiusa sul retro. Il complesso è sormontato da un attico, caratterizzato da uno sbalzo che ne enfatizza l’espressione architettonica.
 

Publikationsdatum
24-10-2024

A Paradiso, la corsa alla vista panoramica e al terreno disponibile è tanto più parossistica in quanto la pendenza pone limiti sia alla struttura sia agli accessi. Il sito occupato dagli architetti Franchini e Calderon è un buon esempio dei pendii svizzeri, dove il desiderio di paesaggio si combina – a volte in meglio e spesso in peggio – con la densità e la prossimità delle case. In questo caso, fortunatamente, l’interruzione data dalla linea ferroviaria protegge il sito, addossato alla montagna, da eventuali futuri vicini. La costruzione non è una casa a quattro lati, né una struttura interrata con una sola facciata che si apre all’orizzonte, ma presenta uno scheletro radicale, quasi fuori scala (o almeno fuori dalla scala delle abitazioni), un’ossatura di cemento totalmente aperta su due lati e completamente chiusa sul retro; il reticolo di pilastri e travi in cemento liscio risulta tamponato da pareti bocciardate, i cui leggeri accenti giocano con la luce e l’ombra, come se la brutale struttura portante fosse stata sostituita da una muratura modanata o da variazioni razionaliste di pannelli alla Auguste Perret, una delicatezza inaspettata in questo luogo segnato dalle infrastrutture. L’inserto architettonico, che non è poi così discreto, mantiene un rapporto gentile, quasi delicato, con l’ambiente circostante. 

La forma curva di questa carcassa accuratamente cesellata si adatta al terreno e offre, sul lato più corto – che è anche quello dell’ingresso in rapporto diretto con lo spazio pubblico – una dimensione domestica, quasi il frontone di una casa di modeste dimensioni, che contrasta con l’ampiezza del suo impianto topografico e costituisce una piacevole attenzione per il passante. 

La struttura si apre sul paesaggio lacustre come un vasto portico, con tre nuclei di servizio che rinforzano l’ossatura arretrata rispetto alla pianta: ciò garantisce – spiegano gli architetti – la flessibilità di questo involucro e i possibili adattamenti al programma nel lungo ciclo di vita del calcestruzzo, in una forma generale vincolata che solitamente non si associa alle piante aperte, ma che indubbiamente consente all’edificio una seconda vita. La geometria curva del volume retrostante è utilizzata per creare un percorso cinetico all’interno degli appartamenti, che si snoda intorno alle pareti e scivola scenograficamente dalla soglia d’ingresso verso la vista panoramica del lago e delle montagne, piuttosto che una sequenza diretta dal vestibolo verso la vista esterna. 

Il contatto con il terreno è una piacevole sorpresa, poiché le auto non sono nascoste in una struttura sotterranea che neutralizzerebbe il giardino: semplicemente riparate sotto i pilastri del portico, si allineano di fronte al paesaggio. La tessitura del terreno, composta da ghiaia e ciottoli in cui cresce la vegetazione, conferisce alla grande struttura in cemento una pavimentazione che potrebbe essere quella di una villa discreta d’altri tempi. 

Sopra, il complesso è sormontato da un attico più piccolo, segnato da mensole in calcestruzzo leggermente sporgenti. Con un solo generoso appartamento per livello, questo volume, chiuso sul retro del lotto, si apre su tre lati. L’espressione architettonica di questo volume completa la struttura nel suo complesso, allontanandola dalla banalità quasi meccanica di un semplice prisma dal tetto piatto. È la conferma che, come abbiamo visto più volte nella storia dell’architettura, le esigenze finanziarie della speculazione possono combinarsi utilmente con le esigenze della disciplina architettonica?

Luogo: via Carona 6, Paradiso

 

Committenza: A. P., Paradiso 

 

Architettura: DF_DC, Paradiso 

 

Team di lavoro: D. Franchini, D. Calderon, P. Crippa 

 

Architettura del paesaggio: T. Dalcant, Parigi 

 

Ingegneria civile: Ingegneri Pedrazzini Guidotti, Lugano 

 

Impresa: Garzoni, Lugano; BEG, Muzzano 

 

Progetto impianti RVCS: V. Rivolta, Balerna 

 

Progetto impianti elettrici: E. Franchini, Lamone 

 

Fisica delle costruzioni: Erisel, Bellinzona 

 

Fotovoltaico: E. Franchini, Lamone 

 

Acustica: Bonalumi & Ferrari, Bellinzona 

 

Geologia: Dott. G. Togliani, Massagno 

 

Fotografia: Simone Bossi, Varese (I); Lorenzo Zandri, Londra (GB) 

 

Date: progetto 2015-2017, realizzazione 2018-2020 

 

Pianificazione energetica: Erisel, Bellinzona 

 

Intervento e tipo edificio: nuova costruzione 

 

Riscaldamento: termopompa aria-acqua 

 

Imprese e prodotti: EXFABRICA pp. 87

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