Pre­mio Eu­ro­peo di Ar­chi­tet­tura Baffa Ri­volta

Il Premio Europeo di Architettura Matilde Baffa Ugo Rivolta nasce nel 2006 su iniziativa del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano e dell’allora presidente Daniela Volpi, per commemorare la scomparsa di Ugo Rivolta, architetto milanese (di origini novaresi) di grande capacità e impegno, già vicepresidente dell’Ordine.

Date de publication
21-02-2018
Revision
21-02-2018

Il premio, bandito dall’Ordine con il sostegno della famiglia Baffa Rivolta, è rivolto alle migliori realizzazioni europee di edilizia sociale ed è punto di riferimento del dibattito sul social housing a livello internazionale. Con la sesta edizione, appena conclusa, alla scomparsa di Matilde Baffa — docente, architetto, compagna di vita e di lavoro di Ugo Rivolta e punto di riferimento nel campo del social housing – il premio ha cambiato la propria titolazione, aggiungendo il nome di Matilde. Il Premio è articolato in due fasi. Nella prima fase i progetti vengono liberamente presentati da autori, promotori, associazioni ed enti, compilando una scheda anagrafica e quantitativa e inviando una descrizione del progetto. I progetti ammessi sono quelli costruiti e consegnati nel quinquennio precedente nei 28 paesi della Comunità Europea e in Svizzera, intendendo per opere di edilizia sociale le residenze realizzate per iniziativa di operatori sia pubblici che privati, vincolate da regole di assegnazione, rivolte ad una domanda di abitazione che non trova risposte nel libero mercato.

La giuria, nominata dal Consiglio dell’Ordine secondo criteri di competenza e autorevolezza e per tradizione presieduta dal vincitore della precedente edizione, seleziona un numero variabile di progetti che ritiene di interesse, ai cui autori verrà richiesto di presentare ulteriore materiale e, in particolare, due tavole riassuntive in grande formato.

Questa prima selezione ha particolare rilevanza dal punto di vista scientifico e divulgativo. Grazie al lavoro delle giurie è infatti stato possibile selezionare nel corso degli anni più di cento progetti di social housing di grande interesse: questo archivio di buone pratiche è forse uno dei portati più interessanti del Premio. 

Nel corso della seconda fase, grazie agli ulteriori approfondimenti inviati dai progettisti e dopo accurate analisi e ampie discussioni, la giuria seleziona il vincitore del Premio e segnala eventuali ulteriori progetti di specifico interesse. 

Alla prima edizione del premio si sono candidati 46 progetti provenienti da diversi paesi europei e la giuria ha assegnato il Premio a Guillermo Vázquez Consuegra per le Case popolari a Rota (Cadice, Spagna). La seconda edizione, nel 2009, ha ricevuto 42 progetti da 12 paesi europei, allargando ulteriormente la provenienza geografica, ed è stato proclamato vincitore Péter Kis con il progetto Pràter Street Social Housing a Budapest. Per la terza edizione, tenutasi nel 2011 e a cui hanno partecipato 51 progetti, la giuria ha premiato lo studio di architettura tedesco Zander Roth architekten per la realizzazione del complesso BIGyard a Berlino. Nel 2013, per la quarta edizione, la giuria, presieduta dall’architetto Sascha Zander, ha assegnato il Premio allo studio olandese Atelier Kempe Thill per la realizzazione dell’edificio Hiphouse a Zwolle, Olanda. Per la quinta edizione, nel 2015, la giuria, presieduta da Carmen Espegel, ha premiato il progetto Student Housing a Sant Cugat del Vallès, degli studi Harquitectes e Dataae.

Alla sesta edizione del Premio, da poco conclusasi, sono stati selezionati per la seconda fase 13 progetti di notevole interesse, rappresentativi della ricerca più avanzata presente nei diversi paesi. La giuria, composta da David Lorente Ibáñez (dello studio Harquitectes), Dick Van Gameren, Massimo Bricocoli, Camillo Magni e Mauro Galantino e dai due membri supplenti Laura Montedoro e Fabio Lepratto, ha premiato il progetto Haus A di Duplex Architekten realizzato all’interno del quartiere Mehr Als Wohnen - Hunziker Areal di Zurigo, di cui lo studio, vincitore di un concorso appositamente bandito, ha disegnato anche il masterplan. La giuria ha ritenuto il progetto di grande interesse sia per la sperimentazione tipologica che per la convincente articolazione spaziale e architettonica del masterplan. La ricerca nella pianta dell’edificio è stata ritenuta notevole e spicca rispetto agli altri progetti pervenuti: la combinazione di piccole unità private ma indipendenti e di grandi spazi collettivi introduce nuove figure tipologiche che possono soddisfare le più disparate esigenze della società contemporanea. Risulta inoltre convincente e sorprendente il parallelismo tra il masterplan urbano e la pianta dell’edificio nel modo in cui gli spazi condivisi e privati sono tenuti assieme. Infine, la giuria ha evidenziato come l’articolazione degli spazi interni privati e collettivi si converta in una facciata sobria dal forte carattere domestico, adattandosi al denso contesto urbano.

Il progetto vale allo studio Duplex Architekten il premio di 10’000 euro e, come da tradizione per il premio, la nomina in giuria per la prossima edizione 2019.

La giuria ha inoltre riconosciuto tre menzioni tematiche.

La menzione per la ricerca e l’innovazione tecnica e costruttiva è andata al progetto di C.F. Møller architetti per Magisterparken. In particolare, il progetto dà una risposta convincente all’urgente esigenza di migliorare la qualità dei magazzini post-bellici in disuso. Inoltre migliora la qualità tecnica dell’edificio, rinnovando il rivestimento esterno e adattandolo alle specifiche condizioni climatiche. Inoltre introduce un’alta qualità degli spazi interni ridisegnando radicalmente l’impostazione degli appartamenti. 

La menzione per la sperimentazione tipologica è stata invece assegnata al progetto Kalkbreite di Müller Sigrist Architekten, estremo mix di differenti tipi residenziali, servizi pubblici e infrastrutture al progetto. È risultato particolarmente interessante il modo in cui il progetto si rapporta con la complessità del sito, introducendo un programma funzionale ancora più articolato e aggiungendo nuovi spazi pubblici facilmente accessibili. 

Infine, la menzione speciale per lo sviluppo di un forte programma sociale è andata a Frötscher Lichtenwagner per l’edificio Living Together di Vienna, in cui il programma sociale è fortemente relazionato allo spazio circostante e al quartiere. Il progetto integra in modo convincente gli spazi pubblici, collettivi e privati ed è aperto nei confronti del contesto e dei suoi abitanti, con mezzi discreti e sobri.

La presenza di due progetti svizzeri tra i quattro premiati e segnalati, entrambi di Zurigo ed entrambi esito di operazioni cooperative, evidenzia il ruolo centrale delle cooperative svizzere di abitazione nel panorama più avanzato del social housing europeo, ruolo conquistato grazie alla sua capacità di coniugare processi virtuosi, che spesso portano a programmi complessi e interessanti, a soluzioni urbane, architettoniche e tipologiche estremamente convincenti. Per questa ragione è intenzione del nostro Ordine di approfondire nei prossimi mesi la conoscenza del mondo cooperativo svizzero e di promuovere una relazione con le cooperative italiane, dotate di una lunga e solida tradizione ma sicuramente bisognose di stimoli e suggerimenti per tornare ad assumere un ruolo guida nell’innovazione del settore e nella produzione di social housing di qualità.

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