Heinz Is­ler in Ti­cino

​Una visita tra alcuni lavori di Heinz Isler in Ticino mostra l’estrema attualità del suo lavoro, capace di coniugare innovazione, rigore metodologico e attenzione alla gestione del cantiere. Si notano l'uso di strutture leggere e sottili e dello studio e della modellazione fisica degli aspetti esecutivi integrati nelle prime fasi di concezione statica e architettonica.

Date de publication
05-08-2024

Questo excursus si concentra sulla produzione di Isler in Ticino: delle oltre 1400 opere progettate, molte delle quali realizzate in territorio elvetico, quelle costruite nel nostro cantone offrono un ventaglio esemplare di soluzioni metodologiche a supporto della sua personale ricerca dedicata al form finding. L’obiettivo della nostra indagine è stato quello di raccogliere in una serie di schede i progetti sviluppati a sud delle Alpi. La ricerca ha preso forma attraverso un itinerario ragionato delle opere dell’autore, nel quale si è cercato di riflettere sia sugli aspetti ingegneristici, sia sulle qualità architettoniche dei vari interventi, soffermandoci non solo sui tratti peculiari della costruzione, ma anche sul rapporto che questi manufatti, in apparenza così avulsi da ogni contesto, hanno saputo costruire con le differenti situazioni al contorno. Compagni di viaggio sono stati l’architetto Nicola Baserga, contitolare dello studio baserga mozzetti architetti, e l’ingegnere Roberto Guidotti dello studio ingegneri pedrazzini guidotti. Grazie alla loro consolidata collaborazione e all’affinata ricerca professionale, i due interlocutori hanno offerto una lettura duplice delle opere.

Il luogo d’incontro è la Migros di Bellinzona. In piazza del Sole, dove ci salutiamo, inizia il nostro percorso. Come spesso accade, la prima considerazione architettonica nasce dalla lettura della situazione urbana: osserviamo, infatti, come il guscio sia sovrastato dalle fortificazioni dei castelli e dal retrostante edificio, una volta sede degli uffici della Migros. Le successive considerazioni ruotano intorno alla possibile simmetria tra la nostra percezione e quella del progettista: un percorso non lineare che ha visto Isler impegnato nella traduzione del programma funzionale in una serie di variazioni geometriche prima di raggiungere la forma finale del guscio. Entrati, l’occhio attento dei progettisti nota i tiranti in acciaio sulle facciate, percependoli quasi come elementi estranei: ci si chiede se fossero stati predisposti da Isler o se fossero frutto di aggiunte successive. Scorrendo il materiale fotografico e progettuale a nostra disposizione, intuiamo che la Migros è uno di quei casi in cui il form finding è stato volutamente piegato dal progettista alle esigenze architettoniche, nel desiderio di verticalizzare gli appoggi e di alzare il culmine della struttura: accorgimenti che hanno sicuramente contribuito a un inserimento più armonioso in un contesto urbano articolato come quello di piazza del Sole. Ciò ha richiesto, da un punto di vista ingegneristico, la ripresa degli sforzi di trazione nel calcestruzzo alla quota in cui la geometria naturale subisce la deviazione necessaria per assecondare le decisioni progettuali.

La seconda tappa dell’itinerario è il Centro giardino Bürgi a Camorino: il contesto periurbano e la destinazione d’uso della struttura sono sostanzialmente diversi dall’esempio precedente a Bellinzona. Lo spazio del Piano di Magadino e la distanza considerevole dalle altre costruzioni permettono a Isler di realizzare la copertura grazie alla geometria ottenuta con la modellazione a espansione, un metodo già sperimentato e ritenuto dallo stesso ingegnere ideale per gusci di piccole e medie dimensioni. Vengono prese in esame la scelta della forma in base al contesto, considerando aspetti strutturali e architettonici: è proprio l’approccio di Isler e la sua capacità di sperimentare metodi di modellazione differenti in base alla situazione specifica che accende il dibattito. Basti pensare alla proposta per la piscina dell’Hotel Splendide dove, attraverso il lavoro eseguito direttamente sul modello, ottiene le controcurvature necessarie per alzare le vetrate: un espediente necessario per aprire lo sguardo verso l’esterno e il paesaggio del lago, osserva Baserga, e, al tempo stesso, un accorgimento funzionale all’irrigidimento della struttura, puntualizza Guidotti. Una simile attitudine si percepisce anche in altre opere descritte nelle schede seguenti, come il Parco ricreativo Sole Lago. Sebbene mai realizzato, di questo progetto restano disegni significativi che evidenziano l’importanza della pianificazione urbanistica e paesaggistica nei lavori di Isler.

La giornata offre anche momenti di analisi di documenti, immagini e disegni d’archivio, utili per una riflessione specifica sulle tecniche costruttive. Interpretando l’eredità lasciata dall’autore, alla luce delle esigenze contemporanee di sostenibilità, economicità e velocità di esecuzione del progetto, si nota con interesse l’estrema attualità del suo lavoro, capace di coniugare innovazione, rigore metodologico e attenzione alla gestione del cantiere. Le sue strutture sono leggere e sottili, e acquisiscono maggiori spessori solo dove staticamente necessario: ciò comporta un utilizzo minimo del materiale, con conseguente riduzione dell’energia grigia incorporata. Il peso ridotto del sistema diminuisce l’onere delle opere provvisionali, composte da piccoli elementi facilmente movimentabili senza l’impiego di mezzi pesanti e spesso riutilizzabili. Lo studio e la modellazione fisica degli aspetti esecutivi, insieme alla definizione dei dettagli, integrati nelle prime fasi di concezione statica e architettonica, offrono una prospettiva assolutamente contemporanea che vede il progetto come una sintesi dei diversi aspetti della costruzione.

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