Edificio Fuoriporta, Mendrisio
Fedele alla convinzione che ogni singolo progetto può trasformare una «parte di città» in quanto elemento generatore di nuovi spazi collettivi, l’intervento architettonico rappresenta un tassello di una proposta urbanistica di più ampio respiro che cerca la riqualificazione dell’area novecentesca cresciuta attorno al nucleo, zona strategica nel futuro assetto di Mendrisio.
L’edificio si trova, infatti, tra le pendici della collina dove è cresciuto il centro storico, a sud, e la pianura di San Martino attraversata dalle infrastrutture del traffico, a nord – autostrada, ferrovia e strada cantonale. Si può quindi affermare che il nuovo manufatto contribuisce a definire un limite – una nuova porta urbana – tra il tessuto edilizio del borgo e il piano dei traffici e della campagna sottostanti. Per evidenziare questa condizione si sviluppa una tipologia a L con il lato lungo verso valle, parallelo alla strada che conduce alla stazione ferroviaria, e quello corto allineato su via Zorzi, che sale verso il centro storico. La volumetria, completamente rivestita in conci di travertino giordano a corsi orizzontali e segnata dai profilati di ferro nero dei serramenti, è articolata dalle due testate che segnano gli ingressi alle estremità.
Il nuovo studio d’architettura di Mario Botta occupa l’intero piano terra dell’ala allungata mentre i volumi edilizi ai piani superiori sono adibiti a residenze o a uffici. Si presenta quindi come un lungo parallelepipedo a doppia altezza, con un doppio affaccio (nord-sud) ritmato da alte finestre.
Come sempre accade nelle opere dell’architetto ticinese, noto interprete della migliore tradizione del moderno, la definizione degli interni è parte inscindibile del progetto architettonico complessivo e quindi, in questo caso, esprime con coerenza il suo modo di lavorare. Richiamandosi alla nozione di «bottega», il rapporto tra maestro e discepolo va nutrito pazientemente giorno per giorno alla scoperta dei preziosi segreti del mestiere, per cui ogni postazione si concepisce come una cella. Non a caso è una luce quasi monacale che scandisce lo spazio – filtrando dall’esterno tramite ante metalliche traforate – e caratterizza l’ambiente produttivo dell’atelier. L’uso del computer non fa che potenziare una metodologia professionale ormai collaudata, dagli schizzi iniziali ai dettagli di cantiere, rielaborando soluzioni sempre più calibrate in cui la tecnica e i materiali concorrono a configurare e consolidare l’idea portante del progetto. I suoi oggetti di design – testimonianze di una ricerca ludica e continua sulla logica costruttiva della forma – galleggiano in questa atmosfera silenziosa, particolarmente adatta alla riflessione che richiede ogni atto creativo.
Committenza: Mario Botta Architetto
Architettura: Mario Botta Architetto, T. Botta, F. Bellini, M. Pelli, N. Salvadè
Ingegneria civile: Brenni Engineering SA
Progetto impianti RCVS: IFEC Consulenze SA
Progetti impianti elettrci: Elettroconsulenze Solcà SA
Date: progetto 2005, realizzazione 2007-2011