Il Gran Premio svizzero d’arte a Luigi Snozzi
L’importante riconoscimento, istituito nel 2001 dall’Ufficio federale della cultura in collaborazione con la Commissione federale d’arte, premia artisti, architetti, curatori, ricercatori e critici che si distinguono con le loro opere nel corso degli anni anche al di là dei confini nazionali.
Nella motivazione della giuria, scritta da Victoria Easton per l’architetto di Locarno, leggiamo: «… Figura di spicco di una tendenza votata alla lettura del territorio, la sua opera è l’emblema di un’architettura che non si sottomette, ma, al contrario, assume e riconosce la propria presenza al fine di creare una nuova ambientazione. Esponente di un’architettura mirata alla costruzione della città vista come entità collettiva per antonomasia, i suoi numerosi progetti, di una chiarezza e sintesi non equiparabili, sono il modello di una relazione feconda tra l’architettura ed il suo contesto».
È proprio per l’attitudine verso il tema del suolo e dell’utilizzo dello spazio pubblico attuata da Snozzi nella sua lunga carriera, che il Padiglione del Lussemburgo alla 16. Mostra Internazionale di Architettura attualmente in corso a Venezia, espone il modello ligneo di una torre residenziale sopraelevata progettata quando era ancora studente al Politecnico di Zurigo. I curatori dell’allestimento del Granducato, hanno voluto riflettere sull’utilizzo dello spazio pubblico, trasformando il tema della Biennale di quest’anno Freespace, in Freeland, dove la dimensione sociale e politica dell’architettura viene messa in relazione con la sua forza creativa.
Il LUCA Luxemburg Center for Architecture assieme a Florian Herweck, dell’Università del Lussemburgo, hanno prodotto un interessante diagramma che rappresenta The Architecture of the Common Ground di tutto il secolo scorso; l’opera di Luigi Snozzi è quella maggiormente presente.