Forme decise e stimoli materici
Comparto Rosengarten, Zurigo
Un edificio in mattoni dell’Atelier Scheidegger Keller riesce a infondere fascino urbano a un luogo di Zurigo altrimenti anonimo e rumoroso. Gli interni di questa nuova residenza studentesca colpiscono per i materiali tattili che li caratterizzano.
Sulla cartina di Zurigo, questo terreno di Bucheggstrasse, sul prolungamento della tanto contestata Rosengartenstrasse, sembra trovarsi in una posizione privilegiata: nei pressi di Escher-Wyss-Platz, un luogo pieno di vita nonché importante nodo stradale, a pochi passi dalle aree di svago del Käferberg e lungo la Limmat, facilmente raggiungibile dagli stabili universitari del Campus Irchel e da quelli dell’ETH dell’Hönggerberg.
Esiste tuttavia un grande inconveniente: da qui transitano ogni giorno circa 56 000 veicoli. Il rumore e i gas di scarico costringono i residenti a isolare il proprio ambiente di vita dalla strada. Un’altra difficoltà sta nel forte dislivello del terreno lungo Bucheggstrasse, circa sei metri tra le estremità ovest ed est.
Un bastione aperto sull’esterno
Ora un edificio dalla facciata di mattoni rossi dal vago fascino operaio sfida queste premesse sfavorevoli. Il lato che dà sulla strada contrappone una presenza massiccia al traffico, proteggendo il retrostante parco di quartiere che si apre verso sud. Il complesso residenziale forma un volume compatto composto da blocchi che risultano ben visibili perché seguono la topografia in pendenza formando un profilo seghettato. Il progetto tiene quindi conto della piccola scala a livello della costruzione e della grande scala in riferimento all’asse stradale.
Perlopiù, gli immobili che costeggiano questo rumoroso asse di transito «danno le spalle» alla strada, ma qui, invece, alte finestre offrono uno scorcio sui vani abitati. La facciata che guarda alla strada segue un movimento ad arco, e poiché le controfinestre sono fissate direttamente dietro all’involucro più esterno, si inseriscono armoniosamente nel motivo tessile dei mattoni. Osservando da vicino, quello che a prima vista appariva come un muro solido si rivela essere formato da singoli elementi con varianti all’inizio e alla fine della linea.
Da leggere: «Die Kraft des erstarrten Materials»
Dinnanzi all’incrocio con Rosengartenstrasse, la via da cui il progetto trae il nome, la facciata vira formando un angolo dolcemente arrotondato. Si crea così un cilindro sovrastato da un tetto conico, quasi una torre, che emana un senso di protezione e serenità. In questo punto particolarmente esposto al trambusto della strada, al pianterreno è previsto uno spazio commerciale.
Questa parete continua per un breve tratto sul retro e in tal modo dona all’edificio un aspetto compatto e imponente. Proseguendo su questo lato, a un certo punto la vista si apre sulla facciata posteriore, di carattere più aperto, e sui 200 m2 di giardino pubblico, dal quale il traffico è praticamente inaudibile. Le finestre, tutte del medesimo formato, sono quelle delle stanze degli studenti. Benché i materiali siano gli stessi su entrambi i lati, danno origine a due facciate alquanto diverse.
Il ritmo regolare della successione di blocchi è interrotto dai loggiati, spazi aperti dotati di forni per grigliare a uso comune dei residenti di ciascuna coppia di due appartamenti speculari adiacenti. Il mattone dell’involucro esterno penetra qui verso l’interno e, insieme alle scalinate, ai grill e agli altissimi comignoli, forma una scultura architettonica che indica – tanto a livello pratico quanto in senso figurato – i punti di collegamento tra le abitazioni.
Dall’insieme al dettaglio
Le associazioni mentali con l’artigianato, l’autenticità e il legame con la terra che il mattone tende sempre a evocare fanno sì che l’edificio si inserisca bene nel tessuto urbano. In quanto notevole punto di riferimento urbanistico, divide il corso della strada in una parte superiore e una inferiore. A Zurigo esistono numerosi edifici storici in mattoni, ma questo, con il suo aspetto fortemente monocromatico, risulta estraneo alla tradizione architettonica locale.
La tonalità rossa dei mattoni, molto simile a quella delle tegole, fa sì che a un primo sguardo saltino all’occhio soprattutto l’imponenza e il colore dell’edificio. Solo in un secondo momento si presta attenzione ai materiali. Il verde del prato e le poco appariscenti case circostanti producono un effetto di contrasto che conferisce al rosso una vistosità quasi pop e ricorda l’architettura postmoderna di Aldo Rossi. Ma a differenza dell’approccio di Rossi, qui non si è giunti a una forma archetipica partendo dall’esterno, bensì sviluppandola a partire dalle piante e dalle sezioni.
Comunità e individualità
La residenza studentesca Rosengarten può accogliere 130 studenti degli atenei cittadini in diciotto appartamenti condivisi che ospitano fino a dieci persone l’uno. Ogni unità verticale è composta da due appartamenti a due piani ai quali si accede da uno stesso ingresso. La sala centrale alta due piani funge da soggiorno con cucina aperta. Qui si svolge la vita comunitaria dei coinquilini e nei mesi scorsi molti residenti hanno usato questo spazio per il telelavoro.
Si tratta comunque di una struttura versatile, che potrebbe essere usata anche da famiglie o come residenza per anziani, ma considerata l’ubicazione e le esigenze attuali, al momento si presta particolarmente ad alloggiare studenti. La prossimità con il Politecnico, un affitto relativamente accessibile e la forma abitativa comunitaria favorita dal disegno architettonico fanno supporre che lo stabile si affermerà come punto di riferimento della comunità studentesca e in particolare fra gli studenti di architettura.
La versione completa in lingua originale del presente articolo è stata pubblicata in TEC21 23–24/2021 «Rohe Schönheiten».
In questo video (in tedesco) Nicolas Feldmeyer presenta «Into the Rose Garden», il lavoro artistico che ha eseguito nell’edificio.
Comparto Rosengarten, Zurigo
Committente della residenza: Stiftung für Studentisches Wohnen Zürich (SSWZ)
Committente del parco pubblico: Grün Stadt Zürich
Architettura: Atelier Scheidegger Keller, Zurigo
Architettura del paesaggio: Kolb, Zurigo
Pianificazione delle strutture: Dr. Deuring + Oehninger, Winterthur
Direzione lavori: BGS, Rapperswil
Pianificazione delle facciate: Monotti Ingegneri Cosulenti, Locarno
Fisica della costruzione: Bakus, Zurigo
Concorso di progetto a fase unica con procedura selettiva: 2014
Realizzazione: 2018–2021
Superficie totale: 4990 m2
SUL: 6610 m2
Superficie abitabile: 3570 m2
Contenuti: alloggi per studenti, scuola comunale dell’infanzia e struttura di custodia di bambini, asilo nido privato, attività commerciale
Costi: 28 milioni di franchi
Testo tradotto dal tedesco da Sándor Marazza, www.multiversum.biz