I MSP, uno strumento in evoluzione
Questo numero di Archi si concentra sui mandati di studio paralleli mostrandone molteplici aspetti, sia attraverso un’interessante tavola rotonda che apre a diversi punti di vista professionali, ma anche tramite esempi concreti di cinque MSP eseguiti nel Canton Ticino recentemente.
Quello che sembra emergere da questo numero, oltre al loro crescente utilizzo, è la complessità e l’elasticità di questo tipo di procedura. Come suggerito dal nome, tale mezzo, definito nella norma SIA 143, sembra però rimanere uno strumento appunto di studio, di riflessione e focalizzazione tutt’altro che circoscritto in maniera conclusiva.
La definizione non risolutiva di questa modalità di riflessione e progettazione pone le basi per la sua potenziale flessibilità, che ne permette un utilizzo molto vasto con risultati positivi, ma che è anche il suo tallone d’Achille perché può prestarsi a interpretazioni che non erano contemplate nella sua stessa stesura.
I MSP infatti non dovrebbero costituire un punto di arrivo, bensì una solida base di partenza per la progettazione e, in seguito, la realizzazione. Spesso sono utilizzati per immaginare comparti urbani ancora provvisori, per sondarne le potenzialità prima di stabilire con precisione i contenuti.
I MSP servono da linee guida per dei progetti approfonditi? Oppure sono un altro modo di gestire un concorso di progettazione? Oltre all’invito dei curatori del numero di inviare commenti sull’argomento tramite l’e-mail concorsi [at] rivista-archi.ch, si vorrebbe usufruire di questa rubrica per lanciare un dibattito più ampio sulla piattaforma espazium.ch, nella quale vari professionisti risponderanno ad alcune domande riguardo questo strumento di lavoro. L’idea è mettere in luce diversi punti di vista per meglio comprendere in che modo realizzare appieno le potenzialità intrinseche di questa procedura.
Negli ultimi anni si è fatto ricorso ai MSP in diverse occasioni e con intenzioni estremamente differenti e su diverse scale. Sono stati utilizzati per pensare il futuro dei nuovi comuni aggregati (Mendrisio, Bellinzona e Lugano) e definire dei masterplan, ma anche per comparti cittadini, come si è visto nei casi presentati nel presente numero, oppure per affidare mandati di progettazione, come nei casi del nuovo edificio SUPSI alla stazione di Lugano o di quello per il lungolago di Paradiso.
Da qui il titolo «uno strumento in evoluzione». Infatti è proprio la flessibilità di questa procedura che si è rivelata utile, in quanto permette diverse interpretazioni che la rendono adattabile a situazioni diverse per le quali bisognerebbe avere altrimenti strumenti specifici, creando una quantità inutile ed esagerata di norme. La flessibilità dei MSP li rende di conseguenza uno strumento idoneo non solo alle esigenze dei committenti ma anche al tempo, consentendone l’evoluzione costante.
Ma capita anche che la maniera di impiegare i MSP susciti dibattito tra i colleghi, come recentemente si è potuto verificare nel contributo di Silvia Barrera Meili, membro della Commissione concorsi SIA Ticino, pubblicato su Archi 5/2021 in risposta a un contributo di Domenico Iacobucci in Archi 2/2021, riguardo le procedure utilizzate per i tre nuovi campus SUPSI (Mendrisio Stazione, Lugano Stazione e Campus Est).
I MSP presentano infine un altro aspetto interessante: più del concorso di progettazione essi sono utilizzati da investitori privati. Se il concorso di progettazione si basa su una procedura anonima a una o due fasi, con esito chiaro, i MSP non per forza portano a un risultato «assoluto» e permettono un contatto diretto tra progettisti e committenti, perciò possono portare a un perfezionamento da parte del committente, che può modificare il progetto e le proprie aspettative lungo il suo sviluppo, come si è visto nella tavola rotonda presentata nel presente numero.
Tutti questi aspetti rendono la discussione attorno ai MSP molto produttiva: a volte è polemica, ma spesso essa resta a porte chiuse. Con la serie di interviste su espazium.ch si vuole invece portare alla luce diverse linee di pensiero, dando spazio a ogni opinione con l’obiettivo di generare un dibattito a distanza che possa contribuire a un buon utilizzo dei MSP.
Da leggere anche:
«I MSP, uno strumento in evoluzione/1» di Pablo Valsangiacomo (intervista a Fabiola Nonella Donadini e Paolo Foa)
«I MSP, uno strumento in evoluzione/2» di Pablo Valsangiacomo (intervista a Sophie Agata Ambroise e Matteo Inches)
«I MSP, uno strumento in evoluzione/3» di Pablo Valsangiacomo (intervista a Nicola Baserga e Stefano Rotzler)