Il futuro patrimonio culturale
Nell’ambito del concorso fotografico «Il futuro patrimonio culturale», rivolto agli studenti di architettura, la giuria ha discusso animatamente i criteri di cui tener conto per valutare le opere.
Oggi costruiamo il patrimonio culturale del domani. Sulla base di questa affermazione sorge spontanea una domanda: quali opere contemporanee saranno in futuro testimonianza dell’epoca in cui viviamo? Per rispondere, il gruppo professionale Architettura (BGA), in collaborazione con l’associazione di specialisti Architettura & Cultura (A&C) e in occasione dell’Anno del patrimonio culturale 2018, ha lanciato un concorso fotografico rivolto agli studenti di architettura.
Si è chiesto ai partecipanti di presentare cinque fotografie, corredate di un testo esplicativo, e di documentare così il patrimonio culturale del domani. Una bella sfida, visto che per riconoscere il valore di un’opera o di un ensemble spesso ci vuole un certo distacco. Ma il desiderio degli organizzatori era proprio quello di dipingere un quadro non convenzionale di quello che, in un domani, potrebbe essere il nostro patrimonio culturale.
Trasformazioni che nuocciono al quadro d’insieme
Gli organizzatori si attendevano una valanga di fotografie, il numero di partecipanti invece è stato piuttosto contenuto. Eppure, scegliere non è stato facile. Prima di pronunciare il suo verdetto, la giuria ha discusso animatamente.
Tra i lavori pervenuti vi erano fotografie di costruzioni che, con il passare degli anni, saranno senza dubbio classificate come parte integrante del nostro patrimonio costruito. Altre foto hanno invece dato adito a discussioni sui criteri stessi che definiscono il valore storico-architettonico di un’opera.
Il lavoro degli studenti ha messo in evidenza, oltre a mirabili qualità fotografiche, anche un modo inedito di osservare ciò che ci circonda. Le opere rinomate sono state osservate sotto altre angolature e da punti di vista non convenzionali. Alcuni partecipanti hanno scelto di fissare sulla pellicola opere in cui traspare l’importanza di conservare il patrimonio costruito nel suo stato originale, sottolineando quanto le trasformazioni, con il passare del tempo, rischino di sbiadire l’espressione architettonica e finiscano per annacquare il significato di un’opera.
Non per tutti è stato facile formulare un testo coerente e in armonia con le immagini. Tuttavia, tanto di cappello a chi ha colto la sfida. Illustrare in uno scatto quello che sarà il nostro futuro è frutto di riflessioni che meritano riconoscimento e un’accurata valutazione.
Tasselli di un mosaico ben riuscito
Dopo un attento esame, la giuria ha infine scelto di premiare il lavoro di Federico Maria Farinati. Il vincitore ha riflettuto sul nostro futuro patrimonio culturale partendo da diversi punti di vista. Aspetti sociali, possibilità tecniche e finanziarie, globalizzazione, rivoluzione digitale e post-modernismo. Le diverse immagini, sapientemente selezionate, e il testo di accompagnamento offrono una visione armoniosa e coerente che si è meritata il primo premio. In futuro, Federico Maria Farinati potrà fare le sue fotografie con una magnifica Leica Q, gentilmente offerta da Leica. Agli altri due studenti premiati è andata invece una fotocamera istantanea Leica Sofort.
Rapporto della giuria
Può essere scaricato dal sito web della SIA a questo link.
Giuria
- Martin Boesch, architetto PF/SIA, Boesch Architekten GmbH, Zurigo (presidente)
- Seraina Wirz, fotografa ZhdK, Atelier für Architekturfotografie, Zurigo
- Jürg Zimmermann, architetto e fotografo, Zurigo
Con l’accompagnamento di:
- Patrick Blarer, architetto e fotografo (A&C)
- Barbara Stettler, architetto (SIA)