Lo sta­dio del quar­tie­re

L’architettura delle piscine coperte e dei palazzi del ghiaccio è solitamente in legno. A Zurigo sta per essere inaugurato un centro sportivo multifunzionale, nel quale il tetto di legno occupa un posto di rilievo sotto il profilo concettuale e progettuale.

 

Data di pubblicazione
17-11-2017
Revision
20-11-2017

Zurigo è costruita in prossimità dell’acqua: un lago e due fiumi in centro città invitano al nuoto in acque libere o a una semplice rinfrescata mentre i quartieri periferici dispongono di sette piscine all’aperto, tra cui la prima aperta 75 anni fa ad Allenmoos, al confine con Oerlikon, e la più famosa, quella di Letzigraben, disegnata dall’architetto e scrittore Max Frisch. Oggi la gara per lo stabilimento più bello si è di nuovo aperta: la piscina all’aperto Heuried, nel quartiere di Wiedikon, riaprirà a breve dopo un restauro biennale. Già la zona d’ingresso offre un’accoglienza calorosa e invitante finora sconosciuta agli altri centri sportivi zurighesi, grazie a una rampa d’accesso incorniciata in un’ampia hall. In precedenza la Heu­ried era usata come piscina in estate e pista di pattinaggio in inverno, mentre ora il complesso, costruito in seguito a un concorso promosso dalla città, ospita un centro di allenamento per pattinatori e squadre di hockey su ghiaccio aperto tutto l’anno.

Piscina o palazzo del ghiaccio?

Per combinare le due diverse funzioni, gli autori del progetto, EM2N, hanno optato per il legno come connettore concettuale e progettuale. La nuova struttura si presenta così con un’immagine omogenea pur ospitando funzioni ibride. Il rivestimento esterno in legno di abete rosso, smaltato in bianco e ordito con leggerezza, sostiene una linea di finestratura su cui è posta la struttura aggettante della copertura che raggiunge, nella facciata orientale, uno sbalzo di 17 m, sotto il quale una galleria imponente e un sistema di rampe funge da collegamento con il prato: viene così a formarsi un’elegante quinta architettonica per la piscina.

Allo stesso modo, ben risolta appare la scala urbanistica dell’intervento in riferimento all’inserimento dei 5000 m2 del complesso nel tessuto residenziale del quartiere circostante, infatti i 10 m di altezza della nuova costruzione vengono in parte superati dagli edifici vicini.

La nuova struttura ospita «funzioni ibride».

Interno al grezzo

L’immagine che più colpisce è quella del tetto che ripara la rampa di ingresso, dalla quale il grande aggetto appare alleggerito dagli ampi lucernari ritmati dalle otto travi portanti, lunghe 30 m e alte fino a 2.4 m al centro della pista di pattinaggio. Le travi vanno a formare una struttura leggermente inclinata i cui punti di appoggio si trovano tanto nel mezzo della copertura quanto lungo il perimetro del volume costruito, così che il tetto a sbalzo risulti semplicemente appoggiato. La porzione anteriore dell’edificio ospita gli spazi aperti al pubblico quali le casse, il ristorante e il guardaroba; in tutti questi ambienti il rivestimento interno è realizzato principalmente in arenaria, conferendo così un carattere grezzo all’edificio.

Per ragioni di normativa antincendio, gli elementi e le superfici, soprattutto i rivestimenti esterni in legno sono intonacati. Sopra il corpo scale, il tetto viene ancora una volta enfatizzato dal punto di vista compositivo: in fase di progetto era pre­visto infatti un lucernario, trasformatosi poi in fase di realizzazione in una installazione artistica che consiste in una vetrata colorata al centro della pista di ghiaccio. L’interno è invece, in contrapposizione alla parte anteriore aperta al pubblico, basato su un uso parsimonioso dei materiali, in riferimento tanto alle esigenze emi­nentemente tecniche quanto a quelle più squisitamente architettoniche.

Collegamento statico

La nuova costruzione, mista per funzioni e ibrida per i materiali utilizzati, è composta da due parti distinte. Un secondo tetto, di campata leggermente superiore a quello aggettante, copre la parte posteriore dell’edificio. Delle travi lamellari dalla lunghezza di quasi 35 m sorvolano i 29 m del campo da gioco e poggiano, lungo il profilo esterno del fabbricato, su una pilastratura in calcestruzzo. Lungo il lato interno trova spazio una piccola tribuna per il pubblico, per questo i sostegni verticali sono traslati verso l’interno dell’edificio. La luce tra i pilastri in calcestruzzo e le travi dei tetti viene staticamente coperta da una sorta di «fermaglio» costituito da puntoni in metallo e legno. Questa particolare costruzione è allineata con gli assi esterni delle travature principali a formare la parte centrale del tetto a falde, il cui spazio sottostante è occupato dai vani tecnici.

 

Partecipanti al progetto

 

Committenza: Città di Zurigo, Ufficio delle costruzioni, Zurigo
Architettura: EM2N, Zurigo
Struttura: Schnetzer Puskas Ingenieure, Zurigo
Struttura in legno: Pirmin Jung Ingenieure, Rain
Costruzione in legno: Zaugg, Rohrbach
Paesaggio: Balliana Schubert, Zurigo

Edificio
Pista di pattinaggio, stabilimento balneare, guardaroba, ristorante, rampa e zona d’accesso
Superficie del fondo (SIA 416): 23 363 m2
Volume dell’edificio (SIA 416): 54 522 m3
Label: MOLS (Marchio d'origine legno Svizzero)

Legno e costruzione
Pareti esterne: costruzione intelaiata in legno, prefinita coibentata e rivestita sui due lati
Carpenteria del tetto: travi lamellari GL28, 280 m2
Facciate, cassaforma: 1020 m2, abete rosso/abete
Plafoni, lucernari, gronde: 1900 m2
Totale lamellare GL 24/28: 500 m3, abete rosso/abete

Date
Costruzione: marzo 2015– autunno 2017 (pista di pattinaggio) e primavera 2018 (stabilimente balneare)
Prefabbricazione: 4 mesi
Montaggio: 13 settimane rivestimento escluso

Costi
Carpenteria del tetto, pareti esterne e rivestimenti in legno: 3.5 mio CHF

 


L'articolo è stato pubblicato nel numero speciale "Città in legno III - Megatrend come forza motrice", un progetto commissionato dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) e in collaborazione con Wüest Partner. Ulteriori articoli con immagini e materiali aggiuntivi sono stati raccolti in uno speciale e-dossier.


 

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