Mo­le­ski­ne, o del po­te­re del­la scrit­tu­ra a ma­no

Alla Milano Design Week 2024 Moleskine e la Moleskine Foundation presentano «DETOUR», mostra itinerante di taccuini d'autore, ospitata alla Pinacoteca Ambrosiana, fino all’11 giugno 2024. Per rilanciare la scrittura e il disegno a mano, in piena era digitale.

Data di pubblicazione
30-05-2024

Cosa hanno in comune il cartone di Raffaello per la Scuola di Atene e un taccuino nero della Moleskine? A distanza di secoli, qualcosa di veramente potente: il tratto del disegno, della scrittura a mano. Un gesto antico che – nel pieno dell’epoca digitale, ormai dominata dall’ebbrezza inquietante dell’AI – sembra quasi caduto nell’oblio, non considerato né praticato più di tanto. Eppure scrivere a mano contiene in sé un elemento fondamentale sia per l’apprendimento, sia per la memoria: la relazione diretta «cervello-mano», nodo centrale della vita umana e dei processi cognitivi, come hanno ampiamente dimostrato le neuroscienze. E come scrisse un pensatore come Immanuel Kant, «la mano è la finestra della mente».

Questo l’ambizioso punto di partenza di Moleskine e Moleskine Foundation nel presentare «Detour», mostra itinerante approdata alla Milano Design Week dello scorso aprile (e prolungata fino all’11 giugno 2024 presso la Pinacoteca Ambrosiana a Milano), ma in giro per il mondo dal 2006, in diverse città come Parigi, Londra, Shanghai, New York.

La mostra nasce dall’idea di esporre una collezione unica: la raccolta di taccuini usati e disegnati da personaggi di diversa provenienza dell’universo del progetto, dell’arte, del cinema e della creatività in senso ampio. Un corpus variegato e unico, che si accresce di anno in anno di nuovi notebook che costituiscono «una celebrazione della diversità e della creatività umana. Ogni taccuino racconta una storia unica, riflettendo il background e la visione dell'artista che lo ha creato», come spiega Daniela Riccardi, CEO di Moleskine.

Nelle magnifiche sale della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, l’installazione dei taccuini è una vera e propria esperienza analogica, unica e personale, che ogni visitatore può fare, immergendosi nelle diverse storie – sconosciute quanto affascinanti – di personaggi (famosi e non) come gli architetti Toyo Ito o Toshiko Mori o i designer Patricia Urquiola, Alberto Meda, Fernando e Humberto Campana, Giorgia Lupi; lo stilista Antonio Marras o le artiste Pascale Marthine Tayou e Joana Vasconcelos; e ancora Jean-Claude Ellena, naso profumiere di Hermès, in compagnia di musicisti, registi, filosofi.

È un modo insolito di penetrare nelle vite artistiche, professionali e personali, sbirciando nei diari intimi e quotidiani, nei quaderni di viaggio e negli schizzi di città, nei progetti abbozzati di una sedia, nelle calligrafie di lingue diversissime – dal francese al giapponese. Dalle pagine scritte a mano dei taccuini, sprigiona un mondo ricco di fascino: appunti meticolosi o scarabocchi, fogli ritagliati, incollati e cuciti, copertine divelte o scolpite. Ma anche collage, biglietti di viaggio, creazioni artistiche che fuoriescono dal quaderno, tra piegature, suture, eruzioni di altri materiali (stoffa, metallo, carta), che ci accompagnano nel cuore pulsante del progetto creativo, in connessione con l’istante stesso in cui la mano ha fissato il segno sulla carta. Il segno di un’idea, di un’intuizione, l’hic et nunc di una pagina aperta; che – con guanti bianchi da archivista – il visitatore può sfogliare, lasciando aperta un’altra pagina, un’altra storia, un’altra visione.

Sta in questo cogliere l’attimo, e in questa presenza prorompente dei quaderni, il senso e l’emozione pura che regala questa collezione unica e rara, più di cento taccuini, accomunati – nella loro eclettica diversità – dalla lingua universale della creatività.

Ma, soprattutto, «Detour» sottende un dialogo stretto con le opere magnificenti della pinacoteca che – messe in relazione ai taccuini – scorrono silenziosamente lungo le sale, attraverso i secoli, testimoniando la permanenza e la durevolezza del disegno e della scrittura.

La lunghissima teca che espone i taccuini culmina nel famoso e rivoluzionario Canestro di frutta di Caravaggio che, attraverso pennellate precise, rappresenta un’idea innovativa di natura morta, segna una svolta nel panorama figurativo occidentale. Poco oltre, il cartone di Raffaello per la Scuola di Atene – disegno che servirà da base per l’affresco dei Musei Vaticani – esprime potentemente il significato del «disegno su carta» come forma di studio, di conoscenza, di diffusione del sapere. Nell’oscurità della sala, i taccuini di Moleskine – posti discretamente di fronte al cartone rinascimentale – sembrano esserne conseguenza inevitabile, nel loro esser materia contemporanea, quasi a sfidare l’immateriale mondo digitale in cui siamo costantemente immersi (e sopraffatti).

Infine, inno all’ingegno rinascimentale, il Codice Atlantico di Leonardo – capolavoro imperdibile della Pinacoteca Ambrosiana – chiude il cerchio sull’importanza della scrittura: sono i suoi meravigliosi taccuini – 12 volumi, scorporati nella più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo: i fogli preziosi ancora chiaramente leggibili su cui il maestro fiorentino ha schizzato, annotato e progettato incredibili invenzioni, pensieri, scoperte.

Il legame stretto con il passato, il fil rouge tra i taccuini e le opere rinascimentali, è il motivo della scelta della sede prestigiosa – ricorda Antonello Grimaldi, Segretario Generale della Veneranda Biblioteca Ambrosianasottolineando quanto «ospitare Moleskine Detour all'Ambrosiana incarni appieno lo spirito del fondatore Federico Borromeo che voleva fosse di tutti. Preservare per valorizzare, un modo di fare cultura che, con questa mostra, Moleskine è riuscita a rappresentare al meglio». E dunque, lunga vita alla carta e alla matita!

Pen & Paper

In parallelo alla mostra, Moleskine ha lanciato anche la visionaria campagna «Pen & Paper», in corso fino a metà maggio. Obiettivo, porre al centro dell’attenzione il ritorno della scrittura a mano quale strumento essenziale per stimolare la creatività, ma anche per riattivare la memoria, i processi cognitivi, la salute mentale. Tesi sostenute da studiosi di diversi campi del sapere, dalla psicologia alla grafologia, passando dalle neuroscienze e dagli ultimi studi di Audrey Van der Meer.

In giro per Milano – ma il progetto diventerà internazionale – sono stati affissi 200 poster disegnati a mano da giovani moleskiner e studenti del Politecnico di Milano, evidenziando temi e citazioni sulla scrittura e il disegno a mano. E a breve partirà anche l’ambizioso progetto «Moleskine loves students»: 500.000 studenti di alcune università italiane saranno coinvolti attorno ai temi di comunità, accessibilità e esclusività, e spinti a trovare ispirazione per raggiungere i propri obiettivi accademici e personali. Attraverso l’azione semplice, fondamentale e costruttiva della scrittura, appunto.

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