PIOVENEFABI, dal cuc­chia­io al­la cit­tà

Il duo PIOVENEFABI si segnala per la capacità di generare e rappresentare idee di architettura con mezzi diversi: che si tratti di disegni, edifici, arredi o allestimenti, gli autori si mostrano abili nel gestire contemporaneamente differenti scale dimensionali e culturali.

Data di pubblicazione
19-03-2018
Revision
19-03-2018

Ambra Fabi e Giovanni Piovene

Lo studio PIOVENEFABI (2013), con sedi a Milano e Bruxelles, opera in contesto internazionale nei settori dell'architettura, della ricerca urbana e del design. Fabi e Piovene hanno collaborato come assistenti presso l'Accademia di architettura di Mendrisio e attualmente insegnano all’École d'architecture de la ville et des territoires a Marne-la-Vallée. Gli architetti sono membri del collettivo che curerà la Triennale di Architettura di Lisbona nel 2019. Ambra Fabi (1981) si è laureata all’Accademia di Mendrisio e ha lavorato presso l'Atelier Peter Zumthor & Partner. Giovanni Piovene (1981), laureato allo IUAV di Venezia, è membro fondatore dello studio Salottobuono (2007-2013) e della rivista di architettura San Rocco (2010).

Allestimenti, Padiglioni, Arredi

Dopo aver curato i progetti di allestimento San Rocco: Book of Copies all’Architectural Association di Londra (2013), the Sixth Room presso la Den Frie Gallery a Copenhagen e per la mostra Paulo Mendes Da Rocha, Tecnica e Immaginazione alla Triennale di Milano (2014), PIOVENEFABI è stato invitato a realizzare il padiglione del festival estivo Parckdesign a Bruxelles (2016), evento biennale ideato dall’istituto di gestione ambientale della capitale belga (IBGE).

Situato all’interno del parco Duden di Bruxelles, sul belvedere del Plateau du Midi, il padiglione presenta una composizione precisa con uno spazio aperto articolato da tre volumi indipendenti: un sistema di mobili triangolari con info-point, una struttura di legno con pannelli apribili che funge da chiosco e una torre a base esagonale che ospita un laboratorio per la distillazione di erbe aromatiche e medicinali. Il perimetro quadrato formato da una struttura di pali metallici sostiene un velarium retrattile di tessuto bianco e definisce lo spazio scenico per eventi. Da lontano la struttura è un evidente punto di riferimento architettonico, all’interno si rivela un apparato visivo per l'osservazione del Jardin Essentiel, progettato e coltivato in sovrapposizione all’impianto neoclassico del parco.

Sulla base di questo padiglione prototipo, gli architetti realizzano cinque padiglioni in grado di adattarsi al contesto di altrettanti parchi della capitale belga: Duden, Cinquantenaire, Roi Baudouin, George Henri e Abbaye de la Cambre. All’interno della città densa i chioschi diventano piacevoli luoghi d’incontro e ristoro a contatto con la natura. Ogni padiglione è caratterizzato da un diverso colore dominante e si adatta per dimensioni e orientamento alle preesistenze ambientali.

La struttura Half Circus (2018), progettata in occasione di una mostra in corso al Palazzo delle Belle Arti Bozar di Bruxelles, rende omaggio all’opera dell’artista francese Fernand Léger (1881-1955). Half Circus è un oggetto concepito come spazio temporaneo per ospitare eventi circensi e culturali davanti all'ingresso del museo: una sala semicircolare dal tetto inclinato, con una struttura metallica nera, del tessuto bianco e luci colorate, che evoca già dall’esterno l'atmosfera magica e immaginifica del circo.  

Light Conversation Pieces, commissionato da Maniera, è una serie di piccoli sgabelli e tavolini monolitici realizzati in pietra di Luserna in collaborazione con gli artigiani piemontesi Stefano e Franco Versino. La combinazione fra il piano orizzontale ruvido e i lati lisci rende visibile la stratificazione della pietra. I blocchi scolpiti si collegano al terreno come edifici, trasformandosi in una serie di micro architetture ideali.

Per la Biennale di Architettura di Chicago (2017) dal tema Make New History, PIOVENEFABI presenta Metrò: una serie di arredi che reinterpreta il progetto di allestimento per le stazioni delle linee 1 e 2 della metropolitana di Milano (Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda), realizzato nel 1964 con strutture resistenti, forme eleganti e materiali all'epoca innovativi: le lastre in cemento colorato Silipol, i corrimano tubolari verniciati con smalto rosso, la pietra ricomposta e i pavimenti di gomma nera a bolli prodotti da Pirelli. Attraverso un atto di appropriazione, ogni elemento del design originale è idealmente rimosso dal suo contesto e trasformato in un oggetto monomaterico con l’intento di creare un nuovo paesaggio domestico.

L’attenzione al rapporto fra interno ed esterno e fra prodotto e utente accomuna il disegno di un oggetto alla progettazione di un edificio; in entrambi i casi, il processo parte dallo studio dei singoli elementi, che composti e assemblati danno vita a forma e immagine desiderate. Nel 1953 Ernesto Nathan Rogers (1909-1969) formulò lo slogan “dal cucchiaio alla città” per rappresentare nella Carta di Atene l'approccio utilizzato nella progettazione da un architetto milanese. Allo stesso modo, il duo PIOVENEFABI riesce a generare e rappresentare idee di architettura con mezzi diversi: che si tratti di disegni, edifici, arredi o allestimenti, gli autori si mostrano abili nel gestire contemporaneamente differenti scale dimensionali e culturali.

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