Piscine, fitness e spa, St. Moritz
Ovaverva, la lanterna del villaggio
Al confine della casa di cura che risale agli inizi dell’affermarsi della tradizionale cultura termale si trova il nuovo centro balneare e sportivo Ovaverva. La volumetria bianca e compatta si inserisce in maniera discreta tra gli edifici monumentali esistenti grazie alle sue proporzioni contenute in altezza.
L’impianto urbanistico di Sankt Moritz Bad è tuttora caratterizzato dalle infrastrutture create appositamente per i bagni termali alla fine dell’Ottocento. In assenza di un progetto urbano, la zona pianeggiante del paese in riva al lago, intorno alla sorgente di San Maurizio, si è trasformata spontaneamente in una località turistica.
Una composizione tripartita caratterizza il manufatto del centro balneare e sportivo Ovaverva. Rivestito in pietra artificiale: su di uno zoccolo chiuso poggia il livello principale, piano nobile aperto e circondato da pilastri, mentre il coronamento si delinea tramite un tetto piano. Le facciate dell’edificio a pianta quadrata sono simili tra loro e si differenziano solo per alcune varianti. Il fronte sud-est, rivolto verso il parco, ha una vetrata arretrata al piano piscina, quella orientata verso sud-ovest è contraddistinta invece da un terrazzo che accoglie la vasca esterna e il ristorante. Il complesso intersecarsi degli spazi interni, in cui si svolgono le diverse attività, non è leggibile all’esterno, dove la volontà è stata quella di ridurre al minimo gli elementi che compongono i fronti.
Dalla strada, attraverso uno slargo leggermente inclinato che si restringe progressivamente, si accede al complesso sportivo. L’atrio a doppia altezza, ritmato da quattro pilastri e contrasegnato dai colori scuri, accoglie il visitatore e lo conduce prima agli spogliatoi e alla zona fitness, poi alle piscine e al ristorante o direttamente, all’ultimo livello dedicato alla zona wellness. Le pareti in cemento a vista sono impreziosite da una mano di vernice d’oro argentato, l’arredo in rovere scuro, i pavimenti, semplici e resistenti, in cemento spatolato di color antracite. Attraverso una generosa apertura interna il visitatore può scorgere sullo sfondo la scala che dal cuore dell’edificio porta al più luminoso livello dei bagni. Un ampio lucernario illumina il nucleo verticale collegando il piano degli spogliatoi alle piscine attraverso il livello dedicato alle infrastrutture.
Il piano tecnico, concepito come «piano cieco», è raggiungibile solo dall’interno ed è organizzato in base al calco delle vasche, alle condutture, ai filtri degli impianti di trattamento, ai bacini che regolano l’impianto idrico e a diversi altri vani tecnici. Allo stesso livello si trovano gli uffici e i depositi che, come i posteggi del personale, sono situati sul lato nord.
Il piano della piscina rivestito di quarzite argentea scintillante ai raggi del sole è rialzato rispetto alla strada e offre una vista sul paesaggio alpino dell’Engadina. I nuclei di servizio, necessari per la statica e per la funzionalità degli impianti, separano le vasche isolando lo spazio anche da un punto di vista acustico e sono piastrellati di mosaici di vetro bianco. Il disegno del parapetto in bronzo, dei corrimano e degli oggetti metallici crea un complemento cromatico e tattile ai materiali principali (oltre al calcestruzzo armato degli elementi portanti, l’intonaco, la pietra naturale e artificiale, il mosaico in vetro, la ceramica e il legno).
La vetrata che circonda il piano principale è scandita dal ritmo alternato dei serramenti; tranne che nella zona ristorante è possibile rinunciare all’uso di tende o altri ripari, visto che l’energia solare passiva della luce naturale viene sfruttata durante tutto l’anno.
Gli ambienti dedicati al wellness sono arretrati rispetto alla facciata esterna e risultano perfettamente isolati per garantire una netta distinzione climatica. Lo sviluppo di questo spazio nasce dai meandri dei due livelli sovrapposti delle vasche del piano piscina. Rispetto alle finiture la zona spa si differenzia dai piani sottostanti dai soffitti, pareti e pavimenti completamente rivestiti in legno massiccio di abete bianco con una velatura di vernice e quindi acusticamente attivati. Il contatto visivo con gli utenti del piano inferiore è possibile solo attraverso la corte centrale a lucernario. Solo in punti selezionati vengono concesse grandi aperture sul paesaggio, creando così un’atmosfera di raccoglimento in cui sia il percorso che lo sguardo sono guidati con precisione.
Committente: Comune di St. Moritz, rappresentati da Fanzun AG; Zürich
Architettura: Comunità di lavoro Bearth & Deplazes Architekten AG; Coira, Morger+Dettli Architekten AG; Basilea
Direzione Lavori: Walter Dietsche Baumanagement AG; Coira, St. Moritz
Ingegneria civile: Conzett Bronzini Gartmann AG; Coira
Illuminotecnica: Reflexion AG; Zurigo
Ingegneria elettrotecnica: Elkom Partner AG; Davos
Ingegneria RVC: Stokar+Partner AG; Basilea
Ingegneria sanitaria: Gemperle Kussmann GmbH; Basilea
Fisica della costruzione: Kuster+Partner AG; Coira/St. Moritz
Wellness e impianti: Aqua Transform; Gossau
Facciate: Emmer Pfenninger Partner AG; Münchenstein
Ristorante: Chromo Planning AG; Coira
Geologia: CSD Ingenieure und Geologen AG; Thusis
Geometra: GEO Grischa; St. Moritz
Acustica: Martin Lienhard; Langenbruck
Fotografia: Ralph Feiner; Malans, Reto Häfliger (Reflexion AG)
Date: concorso 2010, realizzazione 2011-2014