Un’architettura costruita*
A sud delle Alpi la tradizione ha privilegiato la costruzione in muratura, circoscrivendo le costruzioni completamente in legno in precise aree geografiche. Ma, si chiede il co-curatore di «Archi» 6/2019 Stefano Zerbi, esiste oggi una declinazione della costruzione in legno tipica di quest'area culturale?
La costruzione in legno si è ampiamente diffusa in Svizzera nell’ultimo mezzo secolo, anche grazie alla promozione di questo materiale da costruzione da parte dell’economia e al lavoro paziente e di qualità di molti architetti. Il materiale legno è stato promosso anche grazie agli imperativi della sostenibilità: dapprima quelli legati all’efficienza energetica (grazie alle sue caratteristiche e a quelle derivanti dai sistemi costruttivi, primo fra tutti quello a struttura intelaiata) e in seguito a temi quali l’energia grigia e il ciclo di vita dei materiali da costruzione. Subito si è aggiunto anche il tema della prefabbricazione quale forma di ottimizzazione dei processi produttivi degli elementi per la costruzione in legno. Come per altri materiali da costruzione «naturali», l’utilizzo del legno nella costruzione era già stato promosso, in Svizzera, durante il periodo fra le due guerre mondiali in quanto materiale locale, facilmente reperibile e a ridotto investimento energetico di trasformazione.1
Oggi l’utilizzo di questo materiale da costruzione continua a essere sviluppato attraverso alcuni nuovi sistemi costruttivi che hanno riscoperto l’utilizzo massiccio del materiale legno. I centri dello sviluppo di questo materiale da costruzione si situano per la maggior parte a nord delle Alpi, per chiare ragioni culturali ed economiche, ed è dunque lecito e possibile oggi interrogarsi sulle possibili declinazioni «geografiche» che questo sistema costruttivo subisce e ha subito recentemente, in particolare nella fascia a meridione delle Alpi.
Il territorio a sud delle Alpi e in modo particolare le zone a ridosso della catena alpina costituiscono una terra di «frontiera» per i sistemi costruttivi che passano dalla muratura di origine romana alla costruzione in legno di estrazione germanica.2 In questa terra di frontiera è comunque tradizionalmente dominante la costruzione in muratura, vista l’abbondante reperibilità del materiale pietra naturale e il parallelo sfruttamento degli alberi quali fonti di sostentamento (la cultura del castagno) e la vendita del legname d’opera. Esiste quindi una tradizione della costruzione in muratura e una ridotta presenza di costruzioni tradizionali completamente in legno, per lo più circoscritte ad alcune zone geografiche, come l’alta Valle Maggia per il Canton Ticino. In questo contesto sorge spontanea la domanda se oggi esista una declinazione della costruzione in legno che appartenga a questa area culturale.
Da questa ipotesi è stato costruito il presente numero di «Archi», attraverso l’analisi di alcuni progetti recenti costruiti in legno nella Svizzera italiana.
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Note
* In riferimento a quanto scriveva Paul Artaria: «Die Verwendung von Holz zwingt in jedem einzelnen Fall zu eingehenden konstruktiven Überlegungen: Holzhäuser müssen ‹konstruiert›, Steinhäuser können ‹gezeichnet› werden». Paul Artaria, Schweizer Holzhäuser (3. Auflage), Wepf & Co. Verlag, Basel 1947, p. 13.
- Si vedano per esempio le giustificazioni portate per la scelta del materiale legno per la costruzione della casa Sandreuter, riportate più in basso e alla nota 5. Ci si riferisce anche alla pietra naturale, preferita durante il periodo bellico ad altri materiali per la realizzazione di murature. Si veda, per esempio: Ernst Reinhart (a cura di), Landschaften und Bauten. Band III. Stein und Steinwerk, Ilionverlag, Bern-Basel-Olten 1945.
- Si veda: Aldo Rossi, Eraldo Consolascio, Max Bosshard, La costruzione del territorio: uno studio sul Canton Ticino, Fondazione Ticino Nostro-Clup, Lugano-Milano 1986.