Ri­va e Po­nis, dag­li Sta­tes al­la Sar­de­gna

Un viaggio di formazione negli Stati Uniti alla scoperta dell'architettura locale e anni di vita e di lavoro trascorsi in Sardegna, hanno accomunato due grandi architetti italiani recentemente scomparsi: Umberto Riva (1928-2021) e Alberto Ponis (1933-2024). Le suggestioni americane si ritrovano nelle loro opere sarde.

Publikationsdatum
18-12-2024
Gabriele Neri
Dott. arch. storico dell'architettura, redattore Archi | Responsabile della rubrica 'Paralleli' per Archi

Due fotografie di viaggio in bianco e nero con due speciali architetti italiani, della stessa generazione, con carriere diversissime ma anche alcuni punti di contatto, innanzitutto geografici. In questo caso, Stati Uniti e Sardegna. A sinistra Umberto Riva (1928-2021), Medaglia d’oro all’Architettura italiana, contempla il Centro civico di Marin County, a nord di San Francisco, opera tarda di Frank Lloyd Wright: era la primavera del 1966 e aveva intrapreso un Grand Tour degli States, con l’amica (bravissima architetta) Luisa Castiglioni, l’imprenditore Hans Deichmann e il fotografo Enzo Muzii. Avrebbero girato per un mese a caccia di grandi architetture: California, Arizona, Texas, Louisiana, Illinois, Wisconsin, Pennsylvania, Massachusetts e New York come tappa finale, da cui tornare in Italia con la testa e la Rolleiflex piene di immagini. L’anno successivo Maria Bottero, critica d’architettura (e moglie di Riva) ne stampò una selezione sulla rivista «Zodiac»; oggi, a quasi sessant’anni di distanza, la casa editrice milanese Humboldt Books ha pubblicato un volumetto intitolato USA 1966 (a cura di chi scrive e di Maddalena Scarzella) che amplia quella scelta con tanti scatti inediti dei quattro viaggiatori. Tra le mete privilegiate le opere di Wright e Kahn, ma anche Mies, Le Corbusier (a Cambridge) e tutto quanto stava nel mezzo, tra architettura anonima, infrastrutture e wilderness americana.

Pochi anni dopo, Alberto Ponis (1933-2024), scomparso poche settimane fa a 91 anni, fece un pellegrinaggio simile. Nella foto che qui riportiamo l’architetto (autore di centinaia di dimore nel nord della Sardegna) ha alle spalle lo skyline di New York ma viaggerà anche altrove, come svelano le diapositive pubblicate da Emanuele Piccardo in Alberto Ponis. Costruire nella natura (plug_in edizioni), catalogo della piccola mostra a Genova (fino al 24 dicembre 2024). Sulla East Coast Ponis vide gli edifici di Kahn, Venturi e Wright; nel Far West rimarrà folgorato dal Sea Ranch a Sonoma, California, creato da vari architetti tra cui Lawrence Halprin.

La Sardegna, dicevamo. Umberto Riva, milanese di origini sarde, era stato uno dei primi architetti «moderni» a costruirci: nel 1959 (prima di Magistretti, Zanuso, Cini Boeri e dello stesso Ponis) aveva realizzato con Fredi Drugman la Casa di Palma a Stintino, fatta con le ruvide pietre del luogo. Dopo il viaggio negli USA vi tornerà per realizzare le Case di Palma, opere radicali che guardavano ancora all’architettura rurale (lo stazzo gallurese) con l’aggiunta però di suggestioni americane: i muri inclinati e le campiture colorate del tetto, ad esempio, derivano anche dall’osservazione di Taliesin West, quartier generale di Wright. Ponis, invece, era giunto in Sardegna nel 1963 non da Genova (sua città natale) ma dall’Inghilterra, dove lavorò con Goldfinger e Lasdun. Non se ne andrà più: Palau diverrà la sua casa, e nel nord dell’isola costruirà opere mirabili, adagiate tra immense rocce, falesie scoscese, lecci e corbezzoli. Un’architettura «organica» diversa da quella di Wright, ma di certo consapevole di quel riferimento, così come delle strategie insediative e ambientali del Sea Ranch.

I percorsi creativi dei bravi architetti sono troppo complessi per essere tracciati con univocità di direzioni e riferimenti, e questo vale anche per Riva e Ponis, così come per i tanti altri colleghi che allora battevano quelle piste (Morassutti, Valle, Soleri, Mango, Mangiarotti, Ricci, Sottsass, Fiumi, Pettena ecc.). Tuttavia, tra le molte strade che essi seguirono, quel viaggio di formazione ebbe di certo una profonda influenza, portando in Italia – e anche in Sardegna – un frammento di America. Sorge spontanea la domanda: dove viaggerebbero oggi Riva e Ponis per trovare la propria ispirazione?

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