Al­cu­ne no­te su una per­so­na­li­tà po­lie­dri­ca

Gianfranco Rossi si è spento il 24 gennaio

Dalla scultura all'architettura, passando per la musica: una panoramica sul carattere poliedrico dell'architetto Gianfranco Rossi.

Data di pubblicazione
26-06-2013
Revision
19-10-2015

Sollecitato dall'amico Piero Conconi, redattore di Archi, ho raccolto il materiale che avrei voluto rappresentasse la figura di Gianfranco Rossi. Il risultato è stato abbondante, tanto da non poter prendere posto nella rivista. Si compone di un curriculum vitae stringato, una poesia, una fotografia, un disegno e un testo autobiografico redatto da Gianfranco Rossi, su mia sollecitazione continua, che pian piano si è arrichito di episodi significativi dal profilo umano.

Poca cosa comunque rispetto allo spazio temporale dedicato a queste chiacchierate che avrebbero potuto diventare testimonianze preziose di un periodo storico molto ricco vissuto da Gianfranco in prima persona, anche se allora giovanissimo.

Così per esempio nessun commento sui compagni di studio Gregotti e Aulenti; neppure sugli artisti Manzù, Marini, Munari frequentatori delle stesse osterie. Scarpa godeva di un enorme credito presso G. R. ma i miei vari tentativi di sapeme di più, magari attraverso un episodio legato a un problema architettonico specifico, sono caduti nel vuoto.

Nel testo evidenzia tre «preferenze»citate in questo ordine: la scultura, la musica, l'architettura. La prima è da interpretare in senso lato: la plasticità quale mezzo di espressione. Oltre ai gioielli, ne fece molti, svolse una ricerca personalissima da situare fra scultura e teatro, forse vicina alla commedia dell'arte; comunque molto espressiva, sarcasticamente satirica e nello stesso tempo divertente. L'avevo sollecitato a trovare una definizione autonoma dalla parola scultura per inquadrare questa sua ricerca ... ma non l'ha fatto o meglio forse non l'ha trovata.
La seconda, la musica, era una pianticella ancora «giovane» che allietava le serate estive sue e degli amici. Non si può ignorare la sua attività poetica: la cortissima poesia dell'ultimo dell'anno 2003 è essenziale, graffiante, le contrapposizioni fonetiche efficaci e i ritmi ben definiti. I suoi cassetti devono essere pieni di «disegnini» in inchiostro, studi preparatori per i gioielli e per gli oggetti «sculturteatrali».

L'anno scorso ha preso l'avvio il libro in comunione con Pierino Selmoni concernente la lavorazione manuale del marmo; Pierino mi ha assicurato che il lavoro continuerà.

Magazine

Articoli correlati