Ca­sa Ko. a Mor­co­te

Eloisa Vacchini su Wespi de Meuron Romeo

«Le case degli altri» è un dossier che invita gli architetti al dialogo: Espazium ha sottoposto a ogni partecipante – tutti progettisti attivi nella Svizzera italiana – tre case realizzate nella regione, chiedendogli di sceglierne una e commentarla, senza lesinare analisi e critiche. Sono quindi, questi, testi di architetti su architetti, che portano avanti, nello spazio pubblico di una rubrica virtuale, una riflessione sulla progettazione in Ticino. La serie continua con Eloisa Vacchini che commenta un progetto dello studio Wespi de Meuron Romeo.

Data di pubblicazione
31-07-2020

È un piacere trovare – all’interno del movimento architettonico odierno – un’opera dove il progettista, invece di urlare la propria presenza, la afferma in silenzio.

La casa di Morcote si perde nel paesaggio sul lago del borgo più bello della Svizzera, il viso di pietra al sole.

La potrei semplicemente descrivere, ma fortunatamente è un esercizio più che superfluo.

Ogni casa porta in sé la grande responsabilità dell’architetto per come cambierà lo sguardo e le abitudini di chi ci abita. Un cliente si affida a noi senza sapere che potremmo gioiosamente sconvolgergli la vita. Osservando le planimetrie e le fotografie ho immaginato come gli architetti abbiano potuto cambiare lo stile di vita dei suoi abitanti e concluso che, anche da questo punto di vista, la casa di Morcote dona molti spunti di discussione.

Si potrebbe parlare di come si può guardare un paesaggio, perché avere una vista tanto ampia non significa dovervi posare sempre lo sguardo, da ogni spazio, a qualsiasi ora del giorno. Su alcune porzioni di paesaggio, inoltre, sarebbe molto meglio non spaziare.

Si potrebbe parlare della vigna, di come la sua presenza sia e sia stata importante nel nostro territorio e di come un elemento costruttivo del paesaggio come questo possa continuare a determinare un luogo trasformandosi in un tema abitativo proprio. Si potrebbero fare considerazioni su come il recupero delle pietre dei muri di sostegno della vigna dia alle facciate principali e ai pavimenti una perfetta combinazione di colori ed una patina di storia che si riconosce con piacere. Le pietre erano lì e sono state usate, senza enfasi.

Altro tema molto interessante è la presenza di piccole corti molto intime in corrispondenza delle camere da letto. Osservando la proposta viene da sorridere e non si può fare a meno di immaginare la personalità dei committenti. La corte permette di controllare la luce, di sentirsi protetti, chiusi in uno spazio ma liberi verso il cielo. La corte è anche uno spazio contemplativo dove le intemperie si trasformano in attori principali. Un piccolo spazio da guardare, tutt’altro che immobile.

Si può lodare anche l’essenzialità, così necessaria in presenza di spazi relativamente piccoli, oppure ammirare le tonalità e la particolarità dei materiali utilizzati. Si sa che questo studio di architettura è maestro nella scelta di materiali naturali quasi grezzi. La costruzione è espressione di una certa manualità più che concreta. È una scelta molto determinata, assidua, che bene si adatta al tema abitativo.

Si potrebbe perdersi in mille pensieri, infine, sull’attualità antica di un tetto verde come questo; un elemento che da sempre esercita un grande fascino per le opportunità che offre.

Ci sarebbero infine i mille discorsi astratti sulle forme, le pendenze, le proporzioni che si ottengono nelle varie corti grazie ad una semplice diagonale di facciata.

Tutti questi sono argomenti validi, interessanti, sui quali discutere anche a lungo, magari seduti accanto al camino del soggiorno, tra una corte chiusa ed una grande vetrata aperta sul lago, un bicchiere di vino rosso in mano a celebrazione della vigna di cui sopra.

Ma niente vale di più del silenzio.

Forse, di questa casa si può parlare solo stando zitti. Senza troppo domandarsi come, godere della sospensione emotiva che contribuisce a creare.

Jérôme de Meuron, con squisita gentilezza e in silenzio, mi ha accompagnato, aperto le porte e sorriso, permettendomi così di percepire l’attraente assenza – parallelamente molto decisa e presente – di questo modo di fare architettura.


Eloisa Vacchini
Studio Vacchini architetti

Luogo Morcote
Committenza privata
Architettura Wespi de Meuron Romeo architects, Caviano
Impresa Ing. Marco Taddei SA, Viganello
Ingegneria civile de Giorgi & Partners, Muralto
Fisica della costruzione IFEC Ingegneria SA, Rivera
Costruzione in legno Romeo Buss GmbH, Arth
Progetto serramenti Biene AG, Winikon
Intonaci 
CPR SA, Barbengo
Fotografia Hannes Henz, Zurigo
Date completamento 2015
Intervento e tipo edificio costruzione nuova

Qui si possono leggere tutti i testi del dossier «Le case degli altri», e qui l'editoriale. Questo dossier è concepito come un luogo di riflessione comune; per commenti, suggerimenti, critiche si può scrivere a web [at] espazium.ch (questo indirizzo).

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