Concorsi in Svizzera: il Ticino è terra virtuosa
Secondo alcune statistiche citate in un recente numero di TEC21, il Ticino è un cantone virtuoso in merito alle procedure concorsuali. Poco si sa tuttavia di quel che avviene dopo l'aggiudicazione, in termini di realizzazioni, tempistiche, budget. Si osserva al contempo che nel nostro cantone raramente ci sono dei concorsi per edifici residenziali: sembrerebbe che l'abitare non sia un tema privilegiato dai concorsi...
Recentemente è stato pubblicato un interessante articolo su TEC21 10/2024 a tema concorsi intitolato Wettbewerbe im Faktencheck. Ripercorrendo le accurate statistiche riportate e argomentate dai colleghi abbiamo constatato con un certo orgoglio la disamina che vede il Ticino tra i Cantoni virtuosi per il loro operato nelle procedure concorsuali.
Questo risultato positivo non è frutto del caso, negli ultimi anni vi è stato molto impegno da parte di coordinatori e committenti pubblici che, grazie anche al grande lavoro di promozione e di divulgazione della commissione concorsi CCTI, hanno reso «prassi» la procedura del concorso di progetto. I regolari incontri con le amministrazioni pubbliche e la stesura del bando base da parte della CAT configurano dei tasselli di un lavoro costante che, unitamente ai corsi formativi per coordinatori, promuovono procedure corrette ed efficienti.
Quindi siamo soddisfatti di prendere atto che il Ticino opera bene in questo senso. Entrando poi nel merito del concorso stesso ci sono sicuramente aspetti da migliorare: il lavoro chiesto ai partecipanti di un concorso è immenso, ed è giusto chiedersi se è tutto davvero necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati o se si potrebbe invece rinunciare ad alcune richieste, troppo precoci in questa fase. Basterebbe calcolare il patrimonio profuso dagli studi partecipanti per chiedersi se economicamente questo investimento è commisurato allo scopo. La qualità a garanzia della procedura concorsuale non sarebbe assicurata anche con meno pretese di approfondimento tecnico che, in ogni caso, nella fase di progetto di concorso rimangono teoriche e aleatorie?
Tutto questo lavoro iniziale garantisce il successo nelle fasi successive? In base alle esperienze maturate pensiamo che parte del lavoro richiesto non sia garante di qualità. Infatti, spesso, buona parte del lavoro richiesto in consegna non è determinante ai fini della giuria e della valutazione del miglior progetto.
In linea con le statistiche riportate da TEC21 (10/2024, pp. 24-33), nel quadriennio 2018-2022 in Ticino si sono svolti 63 concorsi, 39 dei quali con procedura libera, 18 con procedura selettiva e 6 ad invito. In contrasto con molti altri Cantoni, la maggior parte di queste ha ricevuto il timbro SIA.
Ma quali concorsi prediligono gli architetti ticinesi? Ci sono procedure che hanno richiamato fino a un’ottantina di iscritti e che hanno fornito lavori di grande qualità per il committente, il quale ha avuto la possibilità di scegliere il miglior progetto tra numerosissime varianti, frutto di notevole impegno inevitabilmente non remunerato.
Sarebbe interessante completare le statistiche con quel che avviene dopo l’aggiudicazione: quanti concorsi vengono effettivamente realizzati, e come? In quanto tempo? Il programma rimane invariato? E il budget? Quali sono i temi affrontati prevalentemente in Ticino?
È noto che, a differenza di altri Cantoni, ci sono molto raramente concorsi per edifici residenziali. Progetti di quartieri e di sviluppo della città non vengono affrontati come tema di concorso: come mai? Restano nell’ambito immobiliare e privato? I piani di quartiere, utili per la salvaguardia e la promozione del disegno urbano e per porre le basi e i vincoli alla progettazione delle nostre città, non dovrebbero essere prassi? Forse il verde e i vuoti urbani in certi quartieri non sembrano essere considerati un valore monetizzabile. Solo nel 2023 è stato proposto dalla Cooperativa di abitazione «Vivere Lambertenghi» un concorso per un edificio residenziale a Lugano. In Ticino, tuttavia, siamo ben lontani dagli esempi virtuosi di Cantoni come Zurigo che, come notava Paolo Fumagalli in Archi 2/2012, già tra il 1998 e il 2008 aveva organizzato oltre 30 concorsi sul tema, in collaborazione con i privati, per un totale di 2600 abitazioni.
Come mai l’abitare non è tema di concorso in Ticino? Forse perché le città non sono più proprietarie di grandi superfici? Questa motivazione non sarebbe tuttavia causa sufficiente per rinunciarvi, poichè avrebbero il modo di imporsi in nome di un bene collettivo superiore, ad esempio attraverso strumenti pianificatori. Buona parte dello sviluppo residenziale comunque rimane in mano ai privati. Se l’obiettivo principale è la salvaguardia del territorio, non si dovrebbe cercare di coinvolgere i grandi investitori privati nella procedura dei concorsi di progetto? Questi ultimi infatti, salvo alcune eccezioni, non optano per la procedura concorsuale, come invece avviene in altre realtà d’oltralpe, anche su spinta pubblica. Ultimamente si stanno cercando soluzioni: ad esempio, all’interno della revisione della legge edilizia ticinese, c’è un articolo che propone un bonus edilizio in caso di concorso. Resta comunque un’evidenza che la spinta economica del mattone supera di gran lunga in rapidità l’adeguamento della macchina amministrativa, chiamata a mettere in atto dei correttivi ormai impellenti.