Costruire sottoterra
Luigi Snozzi ha lasciato un segno indelebile nell’architettura e nella maniera di leggere e interpretare il territorio. Non soltanto con le sue opere, ma anche attraverso il suo lavoro di pianificatore, di insegnante e con i brevi ma significativi aforismi che si rivelano ancora oggi di grande attualità. Uno di essi recita: «Un vero prato arriva fino al centro della terra». Con poche parole e grande lucidità trattava un altro tema dei nostri tempi: l’edificazione sotterranea.
Una questione spesso giudicata secondaria, eppure, in un’epoca di crisi ambientale nella quale si cerca di affrontare i cambiamenti climatici nel campo della costruzione da tutte le angolazioni, essa acquista un valore inaspettato. Se da una parte, soprattutto all’interno dei centri urbani, si cerca di diminuire la presenza dei mezzi di trasporto privati, dall’altra ci si scontra con la dura realtà locale che vede la macchina ancora protagonista negli spostamenti, anche brevi. Questa grande quantità di mezzi di trasporto richiede spazi di parcheggio. Se eliminare i punti di sosta è poco verosimile, la propensione è nasconderli, quindi sotterrarli. Questo aspetto si riflette nei concorsi d’architettura soprattutto in Ticino, nei quali, accanto alla normale necessità di locali tecnici, depositi e rifugi, viene sovente richiesta una grande quantità di posteggi interrati che faticano a trovare ubicazione.
Questa sezione dei programmi, spesso giudicata secondaria, risulta però di grande impatto in quanto la superficie e i volumi richiesti sono considerevoli. Anche in quest’ottica, nel tentativo di ovviare a questo problema, parte della tecnica dei grandi edifici è frequentemente inserita sul tetto creando un piano tecnico «ufficioso». Ciò non toglie che nella gran parte dei casi l’impronta esterna degli edifici non corrisponda più con quella sottostante, che si allarga dove possibile.
Questo ci ricollega all’aforisma di Snozzi, in quanto sotto la superficie si tende a edificare di più per soddisfare la richiesta di posteggi e spazi secondari. Se si considera l’infrastruttura stradale, l’edificazione privata e quella pubblica nei centri urbani e nelle zone industriali, nel caso del Canton Ticino sempre presenti nei fondovalle, la situazione pone un problema logistico e climatico chiaro: il suolo diventa impermeabile. Le conseguenze principali sono tre: l’infrastruttura di smaltimento delle acque chiare è sempre più sollecitata per via dei crescenti volumi di acqua incanalati e al contempo dei nubifragi più frequenti e violenti; la capacità di deflusso e di conseguenza il bilancio idrico della falda freatica sono modificati durevolmente alterando la rigenerazione delle acque sotterranee (vedi dati UFAFP, Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio); e infine le superfici verdi proposte sono ridotte a praticelli o aiuole con poche o nessuna alberatura ad alto fusto – che sarebbero utili a combattere le isole di calore – perché non vi è la profondità necessaria per l’apparato radicale. Soluzioni limitate a quest’ultimo aspetto sono la posa di grossi vasi o la creazione di rialzi sui quali vengono piantati degli alberi.
La tematica dell’edificazione sotterranea è già stata affrontata in varie occasioni a livello locale. Recentemente questo argomento ha contribuito a infiammare il dibattito in merito al nuovo polo sportivo di Cornaredo, frutto di un concorso del 2012, in cui sottostante a una grande superficie verde adibita a parco, è previsto un parcheggio. Il problema generalmente non nasce dal progetto in sé, bensì dal programma, redatto in base allo stile di vita e alle abitudini dei cittadini. Ad esempio il bando per la casa anziani di Melano, pubblicato lo scorso anno, esigeva 130 posti auto interrati, richiesta che ha obbligato i progettisti a prevedere dai due ai tre piani interrati che non sono visibili sul mappale nella sua quasi totalità.
Grazie alla capillarità dei trasporti pubblici, i concorsi degli agglomerati d’oltre Gottardo offrono esempi virtuosi. Spesso essi prevedono un esiguo numero di posteggi privati che permette di avere delle superfici interrate almeno corrispondenti a quelle fuoriterra, lasciando quindi libere «fino al centro della terra» quelle verdi o pavimentate.
La realizzazione di edifici con il minore impatto ambientale possibile non passa soltanto dalla scelta del sistema costruttivo, dei materiali, dall’efficienza energetica e dalla produzione, ma anche dalla progettazione di volumi che evitino un’eccessiva e/o nascosta occupazione del suolo, un argomento ancora sottovalutato.
10/2023 Nuovo edificio abitazione primaria Lugano
- 1° R /P «Pangea»: Farra Zoumboulakis & Associés, Losanna
- 2° R /P «Cambio strutturale»: Nicola Probst Architetti, Lugano
- 3° R /P «Palafitta»: Durisch + Nolli Architetti, Massagno
- 4° R /P «La finestra sul cortile»: studio berardi miglio, Zurigo
- 5° R /P «Mariposa»: Valsangiacomo Boschetti Architetti, Lugano e arch. Tino Crameri, Zurigo
- 6° R /P «La casa verde»: Roberto Briccola, Giubiasco e Montemurro Aguair architetti, Mendrisio
I risultati dei concorsi su competitions.espazium.ch/it