De­si­gners’ Sa­tur­day 2014

Anche per questa edizione, ormai la quindicesima, dentro e intorno alla cittadina del Canton Berna era possibile ammirare tanti prodotti e soprattutto installazioni create ad hoc da progettisti affermati ed emergenti.

Data di pubblicazione
01-12-2014
Revision
08-10-2015
Gabriele Neri
Dott. arch. storico dell'architettura, redattore Archi | Responsabile della rubrica 'Paralleli' per Archi

Sabato 1 e domenica 2 novembre 2014 tornava l’appuntamento con Designers’ Saturday, sorta di «Biennale svizzera» del design – della durata di un weekend – che si svolge a Langenthal dal 1987. Anche per questa edizione, ormai la quindicesima, dentro e intorno alla cittadina del Canton Berna era possibile ammirare tanti prodotti e soprattutto installazioni create ad hoc da progettisti affermati ed emergenti. Selezionate da una giuria composta da esperti di architettura, design e media, le installazioni prendevano vita all’interno di cinque fabbriche del luogo, trasformate per l’occasione da spazi produttivi a spazi espositivi. Queste erano: Création Baumann Langenthal, produttore di tessuti; Girsberger, azienda specializzata nelle sedute per casa e ufficio; Glas Trösch, produttrice di vetri per esterni e interni; Hector Egger Holzbau, attiva nel settore delle costruzioni in legno e infine la fabbrica di tappeti Ruckstuhl.

L’architetto Sergio Cavero, curatore della manifestazione, ci spiega infatti come il primo obiettivo di Designers’ Saturday sia quello di offrire un’istantanea dello stato dell’arte del mondo dell’Interior Design facendo incontrare progettisti, produttori e pubblico proprio nei luoghi in cui la materia prende forma.

Cavero è anche autore, con lo studio Architectures Générales, di una delle installazioni: per la Hector Egger Holzbau ha progettato una «Piramide frattale» di legno lamellare ispirata ai processi produttivi seguiti dall’azienda, specializzata nella costruzione automatizzata di case, fabbriche e capannoni in legno. Grazie all’utilizzo di software digitali, negli ultimi anni i disegni per questi progetti vengono infatti elaborati in maniera da razionalizzare il processo costruttivo e ottimizzare la produzione. Recentemente è stata anche acquisita una grande stampante in 3D mediante la quale il rapporto tra progetto virtuale e la sua dimensione concreta diventerà ancora più stretto. Alla logica e alle nuove frontiere aperte dall’elaborazione digitale si ispira appunto la Piramide, che ha una geometria basata su un tetraedro riprodotto sempre uguale, in modo che il più piccolo componente costruttivo sia uguale alla forma finale, rispettando – lo dice il titolo – la logica dei frattali.

Il marchio Axor aveva invece chiesto allo studio ginevrino di Anaïde Davoudlarian e Gregory Brunisholz – attivo nel campo dell’arredo, del prodotto, degli interni e del design dei gioielli – di realizzare uno spazio ad hoc per la sua nuova collezione di rubinetteria e prodotti per il bagno. L’idea era di presentarla in maniera ludica, con un’installazione quasi completamente nera chiamata Free Foam in cui fluttuavano delle nuvole di schiuma bianca. «La schiuma è una combinazione di acqua, sapone e aria, cioè è quasi fatta di nulla; – commentano i progettisti – ma allo stesso tempo è qualcosa capace di innescare nella memoria il ricordo di giochi d’infanzia, oppure anche le scene glamour di tanti film.»

Molto diverso era lo spazio concepito dal designer Stefan Westmeyer per l’azienda Girsberger, che quest’anno festeggia il suo 125° anniversario (veniva fondata nel 1889 a Zurigo come azienda a gestione familiare, mentre oggi ha sedi in Germania, Austria, Francia, Benelux e Turchia). Le pareti erano infatti pensate come un grande collage dedicato proprio alla sua storia, composto da immagini di varie dimensioni, disegni e modelli storici.

Tra le altre installazioni segnaliamo anche quelle pensate per Galvolux – azienda ticinese che opera dal 1900 nel settore del vetro e degli specchi – e per Bauknecht, azienda di elettrodomestici fondata nel 1919. La prima, progettata da Iria Degen Interiors (Zurigo), era caratterizzata da un caleidoscopio «magico» fatto di superfici chiare e riflettenti e da un grande schermo a specchio che mostra le ultime novità (immagine). Per la seconda invece lo Studio Hannes Wettstein (anch’esso zurighese) aveva messo in scena un contrasto spaziale tra l’atmosfera produttiva dell’edificio ospite e la sala dell’esposizione dei prodotti, che era bianca e ariosa. A separare i due mondi era un foro circolare, superando il quale «Si scivola su uno sfondo morbido attraverso una stoffa inconsistente e così facendo si scoprono lavatrici, forni e frigoriferi calati nell’astrazione poetica» (immagine).

In aggiunta alle cinque fabbriche, altri spazi dedicati al design si trovavano nel centro di Langenthal, presso il Mühlehof – un vecchio fienile su tre livelli – e il cosiddetto «Designers’ Den», sede del Design Preis Schweiz, premio al design elvetico che viene assegnato ogni due anni dal 1991, con sette diverse categorie. Proprio in occasione del «Sabato dei designers» verrà bandita la prossima edizione, per il 2015-2016.

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