Elbphilharmonie di Amburgo
L'orchestra in mezzo al pubblico
L’Elbphilharmonie sul Kaispeicher caratterizza un sito di Amburgo che la maggior parte della gente conosce ma non ha mai realmente notato. Ora si avvia a diventare un nuovo centro di vita sociale, culturale e quotidiana per gli abitanti e per i visitatori di tutto il mondo.
Troppo spesso un nuovo centro culturale sembra rivolgersi a pochi privilegiati. Perché la nuova sede della Filarmonica diventi un’attrazione pubblica nel vero senso della parola è necessario offrire non soltanto un’architettura interessante, ma anche una combinazione significativa di usi urbani. Il complesso accoglie una sala filarmonica, una sala polivalente, ristoranti, bar, una terrazza panoramica aperta sulla città e sul porto, un albergo e parcheggi, con una varietà di usi riunita nello stesso edificio così come lo è nella città. E, come una città, le due architetture contrastanti e sovrapposte del magazzino e della filarmonica assicurano sequenze spaziali emozionanti e varie: da una parte l’atmosfera originale e arcaica del magazzino, segnato dalla sua relazione con il porto; dall’altra, il mondo elegante e sfarzoso della Filarmonica. In mezzo si dispiega tutta una topografia di spazi pubblici e privati, diversi per carattere e dimensioni: la grande terrazza del Kaispeicher, che si apre come una nuova pubblica piazza, risponde al mondo raccolto della Filarmonica che la sovrasta.
Al cuore del complesso sta proprio la Elbphilharmonie. Qui è nato uno spazio in cui chi ama ascoltare la musica e chi la fa sono al centro dell’attenzione, tanto da rappresentare l’architettura. La tipologia della sala da concerto ha subìto una riformulazione radicale che esalta come mai prima la vicinanza tra artista e pubblico.
Architettura urbana per amanti della cultura
La nuova Filarmonica non è soltanto un luogo per la musica, ma è un complesso residenziale e culturale a tutti gli effetti. La sala da concerto (2100 posti) e la sala per musica da camera (520 posti) sono incastonate tra appartamenti di lusso e un albergo a cinque stelle dotato di servizi quali ristoranti, centro benessere e sale per conferenze. Dopo essere stato a lungo un monumento muto del periodo postbellico, ospite sporadico di manifestazioni d’avanguardia, il Kaispeicher A è stato trasformato in un vivace centro internazionale per gli amanti della musica, un polo d’attrazione per il mondo del turismo e degli affari: l’Elbphilharmonie diventerà un punto di riferimento per la città di Amburgo e per tutta la Germania. Animerà la zona in espansione di HafenCity, trasformandola in un nuovo quartiere urbano a pieno titolo e non un mero satellite della storica città anseatica.
Il Kaispeicher arcaico
Progettato da Werner Kallmorgen e costruito tra il 1963 e il 1966, il Kaispeicher A fu utilizzato come magazzino fino alla fine del secolo scorso, quando venne chiuso. Costruito per sopportare il peso di migliaia di sacchi di semi di cacao, ora presta la sua solida struttura a sostenere la nuova Filarmonica. La forza e il potenziale strutturale del vecchio edificio sono stati reclutati per reggere il peso del nuovo volume che gli è stato sovrapposto.
Oltre che dal suo potenziale strutturale inutilizzato, l’interesse per il magazzino deriva anche dalla sua architettura: l’edificio robusto e spoglio costituisce una base sorprendentemente perfetta per la nuova Filarmonica. Sembra che faccia parte del paesaggio ma non è ancora veramente parte della città, che finalmente si è spinta fino a questa zona. I magazzini ottocenteschi del porto erano disegnati per riecheggiare il vocabolario delle facciate storiche urbane: le loro finestre, le fondamenta, i frontoni e i vari elementi decorativi sono tutti in linea con lo stile architettonico dell’epoca. Visti dal fiume Elba, erano fatti per fondersi con il profilo della città anche se, non essendo abitazioni, ma magazzini, non avevano bisogno di far entrare la luce, l’aria e il sole al loro interno.
Non così il Kaispeicher A: questo è una massiccia costruzione in mattoni come tanti altri magazzini del porto di Amburgo, ma le sue arcaiche facciate sono astratte e discrete. I fori di 50 x 75 cm, disposti in una griglia regolare sui suoi muri, non si possono definire finestre: sono più struttura che apertura.
La nuova struttura di vetro
La nuova costruzione sorge dal Kaispeicher, duplicandone la forma in una pianta identica a quella del volume di mattoni sul quale poggia. In alto e in basso, la nuova struttura prende invece una strada diversa dalla forma quieta e sobria del magazzino sottostante: il movimento ondulato del tetto sale dall’estremità est, la più bassa, per raggiungere i 108 metri della sua altezza massima sulla Kaispitze (la punta della penisola). L’Elbphilharmonie è una costruzione emblematica, visibile da lontano, che introduce un nuovo accento di verticalità nell’impianto orizzontale tipico della città di Amburgo. Qui, in questa nuova realtà urbana, lo spazio ha un respiro più ampio, che nasce dalla presenza dell’acqua e dalla scala industriale delle grandi navi in transito.
La facciata di vetro, in parte formata da lastre curve, alcune delle quali aperte, trasforma la nuova costruzione arroccata sulla vecchia in un enorme cristallo iridescente, che cambia continuamente aspetto man mano che cattura i riflessi del cielo, dell’acqua e della città. Anche la parte inferiore della struttura sovrastante ha una dinamica espressiva. Lungo i margini, aperture a volta lasciano vedere il cielo dalla Plaza, e creano vedute spettacolari dell’Elba e del centro di Amburgo. Più all’interno, profonde aperture verticali creano relazioni visive sempre mutevoli tra la Plaza e gli ingressi ai vari piani.
L’ingresso e la Plaza
L’ingresso principale al complesso del Kaispeicher è situato a est. Una scala mobile particolarmente lunga sale alla Plaza, con un andamento leggermente curvo che impedisce di vederla in tutta la sua estensione durante il tragitto da un capo all’altro. È un’esperienza spaziale in sé: la scala mobile taglia tutto il Kaispeicher, passando davanti a una grande finestra panoramica con una balconata che offre una veduta del porto, prima di continuare a salire fino alla Plaza. Questa, in cima al Kaispeicher e sotto la nuova costruzione, è come una gigantesca cerniera tra il vecchio e il nuovo: è uno spazio pubblico che offre un panorama unico. Vi si trovano ristoranti, bar, la biglietteria, l’atrio dell’albergo e l’ingresso ai foyer della nuovaFilarmonica.
L’Elbphilharmonie
Che genere di spazio è la Filarmonica? Quali gli aspetti acustici e architettonici sottesi alla sua costruzione? Quale tradizione risuona in questa sala rispetto ad altre strutture nuove, come Tokyo e Los Angeles, o al modello per eccellenza, Berlino? È stato subito chiaro che la Filarmonica di Amburgo sarebbe stata diversa dal modello della Filarmonica di Scharoun. Bastano i soli presupposti – i dati radicali del sito, e cioè il porto e il magazzino preesistente – a sollecitare il cambiamento. Questo è un progetto del XXI secolo, che prima sarebbe stato inconcepibile. Ciò che è stato mantenuto è l’idea di base della Filarmonica come uno spazio in cui l’orchestra e il direttore stanno in mezzo al pubblico, quasi a dire: qui l’architettura e la disposizione delle sedute prendono le mosse dalla logica della percezione acustica e visiva di musica, esecutori e pubblico.
Questa logica conduce a un’altra conclusione. Le sedute sono più pervasive: sedute, pareti e soffitto formano un’unità spaziale. Le persone – il pubblico e i musicisti insieme – definiscono lo spazio: e lo spazio sembra fatto solo di persone. Sotto questo aspetto, la sala si avvicina alla tipologia dello stadio di calcio che lo studio ha sviluppato negli ultimi anni con l’obiettivo di permettere una vicinanza quasi interattiva tra il pubblico e i giocatori. Sono state studiate anche le forme antiche del teatro, come il Globe di Shakespeare, con l’idea di sfruttarne la dimensione verticale. La complessa geometria della sala unisce un flusso organico e una forma incisiva, quasi statica. Camminare, stare in piedi o seduti, vedere, essere visti, ascoltare... tutte le attività e le esigenze delle persone in una sala da concerto trovano esplicita espressione nell’architettura dello spazio.
Questo spazio, che sale in verticale quasi come una tenda, è in grado di accogliere 2100 persone che si riuniscono per il piacere di fare e ascoltare musica. Lo sviluppo verticale della sala definisce la struttura statica del volume dell’intera costruzione, e trova un’eco corrispondente nella linea d’insieme della costruzione stessa.
Progettazione acustica dell’Elbphilharmonie
di Andrea Bacchi Mellini e Andrea Roscetti
Dall’inizio della fase progettuale al completamento della costruzione della Elbphilarmonie sono trascorsi quattordici anni e nonostante il lungo periodo e le interruzioni è stata costante la collaborazione tra lo studio di architettura svizzero Herzog & de Meuron e gli ingegneri acustici della giapponese Nagata Acoustics.
L’edificio raggiunge un’altezza di 26 piani e una superficie complessiva di 120’000 mq; all’interno del volume trovano spazio due sale: la Grosser Saal con una capienza di 2100 posti e la Kleiner Saal che ne accoglie 520. La sala grande è strutturata come una sala da concerto, mentre la piccola è volutamente più flessibile e polifunzionale, dunque in grado di ospitare eventi anche molto differenti, dalla musica da camera al pop, dai convegni alle conferenze.
Il disegno dello spazio interno della sala da concerto ha richiesto in primo luogo un accurato studio del tema progettuale, rivolto a individuare le proporzioni adeguate delle sale, la loro forma, la distanza e l’orientamento di pareti laterali, soffitto e pavimento, la disposizione spaziale degli elementi, fino al dettaglio dei microrilievi delle superfici. Una volta determinata la geometria dello spazio, il team progettuale ha rivolto la propria attenzione alla scelta dei materiali e delle finiture, oltre che allo studio della connessione tra gli spazi cavi delle sale e gli elementi strutturali dell’edificio.
Di comune accordo tra progettisti e acustici, si è scelto di adottare una configurazione spaziale a vineyard, in modo da poter disporre il pubblico il più vicino possibile al palcoscenico e da ottenere una sensazione di inclusione e di intimità tra musicisti e spettatori, nonostante le grandi dimensioni della sala. La sala grande della Elbphilarmonie presenta superfici interne dalla texture irregolare, caratterizzate da una microstruttura «a conchiglia», che da lontano ricorda una concrezione corallina, funzionale per ottenere una migliore diffusione del suono nello spazio. Le superfici interne, pareti e soffitto della sala, producono una diffusione morbida del suono ed eliminano gli eventuali fenomeni di eco, garantendo una qualità del suono ottimale in ogni punto della sala. In una sala con conformazione a vineyard, il fenomeno dell’eco è purtroppo particolarmente diffuso: attraverso lo studio sviluppato su modelli in scala 1:10 è stato possibile individuare le aree interessate da questo problema, localizzate nei pressi del palco e delle prime file della platea.
Per evitare l’eco esistono diverse soluzioni e i progettisti hanno scelto appunto quella che prevede la disposizione di superfici con una texture in grado di diffondere il suono; la validità del metodo è stata verificata inserendo porzioni in scala di pannelli «a conchiglia» nei modelli 1:10, in corrispondenza delle aree in cui era stato registrato un effetto eco.
La sala grande presenta un rivestimento perimetrale realizzato con gesso fibrorinforzato, materiale che agevola la diffusione del suono, grazie anche alla sua densità relativa, pari a 1,5. Il rivestimento delle pareti è costituito da diversi strati di cartongesso: nei punti in cui si prevedeva una riflessione morbida del suono, i pannelli di cartongesso vengono accostati creando delle cavità con profondità comprese tra 10 e 30 mm; nella zona di formazione degli echi la profondità delle rientranze è invece tra i 50 e i 90 mm. La necessità di avere una massa che fosse in grado di riflettere i suoni a bassa frequenza ha portato all’installazione di pannelli con una densità media di 125 kg/m3.
Una questione spinosa nella regia del suono nelle sale da concerto è il disegno delle sedute: la soluzione migliore è quella che avvicina il più possibile la resa acustica di una sala vuota con quella che essa ha quando il pubblico è al completo. Pertanto alla Elbphilarmonie sono state imbottite e rivestite la seduta e la parte anteriore dello schienale, mentre il retro è realizzato con pannelli in legno. Gli spessi cuscini delle sedute offrono un grado di assorbimento del suono pari a 0,3, che sale a 0,4 nel momento in cui il posto viene occupato: una differenza davvero minima.
La prerogativa principale della sala piccola è la sua capacità di adattarsi a differenti destinazioni d’uso. Per garantire questo è stato adottato un sistema di spostamento pneumatico del pavimento, che può assumere una conformazione piatta oppure inclinata, riponendo i layer in esubero nel retro della sala. Le superfici interne del locale sono rivestite con pannelli fonoassorbenti che possono essere mossi per variare l’acustica in funzione delle diverse performance o eventi in programma. Le soluzioni adottate sono le medesime della sala grande, anche se cambia il materiale di rivestimento, in questo caso una pannellatura in legno multistrato con motivi intagliati che configurano una texture superficiale in microrilievo.
L’Elbphilarmonie sorge all’interno di un vecchio magazzino portuale, di cui conserva nella parte basamentale la facciata originaria in mattoni.
Le navi che continuamente transitano in questa zona di porto producono con i loro motori un rumore notevole, che impedirebbe l’utilizzo delle sale da concerto, ragion per cui è stato predisposto un adeguato isolamento acustico, adottando un sistema anti vibrazione in gomma. La struttura di entrambe le sale ha un involucro esterno in calcestruzzo semi-prefabbricato, connesso a una seconda scatola interna in calcestruzzo mediante un cuscinetto in gomma: un sistema «box-in-a-box» paragonabile all’isolamento adottato negli edifici antisismici.
Durante la fase progettuale è stata individuata quella che sarebbe divenuta l’orchestra residente della Elbphilharmonie: la scelta è caduta sulla Norddeutscher Rundfunk Sinfonieorchester, l’orchestra sinfonica della Radio della Germania settentrionale. La prima prova dell’orchestra all’interno dei nuovi spazi a lei destinati ha rappresentato la fase cruciale dei test acustici: gli artisti non avevano ancora familiarità con l’ambiente della sala, ma pian piano hanno preso confidenza con l’ambiente e hanno potuto esprimersi in modo tale da indirizzare i tecnici nella direzione di un miglioramento delle prestazioni sonore del volume. La rifinitura di una sala da concerti, come accade per un pianoforte, è una pratica che si basa quasi completamente su metodologie scientifiche, ma che alla fine necessita di un intervento empirico di completamento, della mano esperta dell’accordatore guidata dal suo orecchio.
Luogo: Amburgo, Platz der Deutschen Einheit
Committenza: Freie und Hansestadt Hamburg
Architettura: General Designer e General Planning Joint Venture, comunità di lavoro Elbphilharmonie: Herzog & de Meuron GmbH, Amburgo; H+P Planungsgesel- lschaftmbH & Co. KG, Aquisgrana; Hochtief Solutions AG, Essen; ARGE Generalplaner Elbphilharmonie, Amburgo (2005-2013); Herzog & de Meuron AG, Basilea; Höhler + Partner Architekten und Ingenieure, Aquisgrana
Partners: Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Ascan Mergenthaler; (Partner in Charge), David Koch (Partner in Charge Project Management)
Ingegneria civile: Hochtief Solutions AG, Stoccarda; WGG Schnetzer Puskas Ingenieure AG, Basilea; Jäger Ingenieure, Radebeul; Rohwer Ingenieure VBI GmbH, Jarplund-Weding (facciata in mattoni)
Progetto impianti: Hochtief Solutions AG, Stoccarda; Knott & Partner Ingenieure VDI, Berlino; Müller + Partner, Braunschweig; C.A.T.S. Computer and Technology Service GmbH, Darmstadt; ARGE Generalplaner Elbphilharmonie, Amburgo (2005-2013): Winter Ingenieure, Amburgo
Impianti elettrici: Hochtief Solutions AG, Stoccarda; Winter Ingenieure, Amburgo
Consulenza antincendio: Hahn Consult Ingenieurgesellschaft, Amburgo (supervisione e progetto); HHPNord/Ost Beratende Ingenieure GmbH, Braunschweig (progetto)
Fisica della costruzione: MF Dr. Flohrer Beratende Ingenieure GmbH, Berlino; Taubert und Ruhe GmbH, Halstenbek (anche controllo del rumore); Jäger Ingenieure, Radebeul; TU Dresden, Dresda; GWT, Dresda
Acustica ambientale: Nagata Acoustics Inc., Los Angeles e Tokyo
Illuminotecnica: Ulrike Brandi Licht GmbH, Amburgo
Progetto facciate: R+R Fuchs, Monaco
Scenografia: BAA Projektmanagement GmbH, Oberhausen; Ducks Sceno, Lione; GCA Ingenieure, Unterhaching-Berlino
Ingegneria del traffico: Ing.-Ges.mbH Heimann, Hannover
Ingegneria dei trasporti: ReGe Amburgo - ARGUS Stadt- und Verkehrsplanung, Amburgo
Consulenza su trasporti verticali: Jappsen Ingenieure, Berlino
Consulenza su perforazioni: IGB Ingenieurgesellschaft, Amburgo
Interior design: Adamanta, Düsseldorf (General Contractor); MRLV, Amburgo; Aukett und Heese, Berlino; Bost Design, Berlino; Formwaende GmbH & Co. KG, Lüneburg
Consulenza climatica: Transsolar, Stoccarda
Consulenza ingegneristica sul vento: Wacker Ingenieure, Birkenfeld
Simulazioni termiche: Ingenieurbüro Hausladen GmbH, Kirchheim in cooperazione con Prof. Bjarne W. Olesen, Technical University of Denmark, Lyngby
Restauro facciate in mattoni: Jäger Ingenieure GmbH, Radebeul; TU Dresden, Dresda
Consulenza audio/video: Peutz Consult GmbH, Düsseldorf; ADA, Ahnert Design Acoustic, Berlino
Progetto manutenzione facciate: Prof. Dr.-Ing. Manfred Helmus Ingenieurpartnerschaft, Wuppertal
Gestione dei flussi di persone: Happold Ingenieurbüro GmbH, Berlino
Progetto segnaletica: Herzog & de Meuron GmbH con Integral Ruedi Baur, Zurigo
Progetto sprinkler: Itega GmbH Ingenieurbüro für technische Gebäudeausrüstung, Hann. Münden; Hochtief Solutions AG, Essen
Modellazione 3D: Herzog & de Meuron GmbH, Amburgo; Hochtief Vicon, Essen
Fotografia: Iwan Baan, Amsterdam
Date progetto: 2004-2014, realizzazione: 2006-2016
Fonte
Yasuhisa Toyota, Elbphilharmonie Opens in Hamburg / Special Edition, 27/02/2017 (consultato il 22/03/2018).
Testo originale in inglese qui.
Per ulteriori approfondimenti sull'edificio si consiglia la lettura degli articoli contenuti nel numero 12/2017 di TEC21 grazie a cui si è cercato di riportare alla luce la complessità, nonché gli aspetti tecnici precipui di uno degli edifici più iconici degli ultimi tempi.