La scomparsa dell’architetto Paolo Fumagalli
Giancarlo Ré ricorda Paolo Fumagalli, scomparso a Lugano il 7 luglio 2019.
Lo scorso mese è deceduto a Lugano, dove era nato nel 1941, l’architetto Paolo Fumagalli, una delle figure più significative dell’architettura ticinese e svizzera contemporanea.
Egli frequentò il liceo cantonale di Lugano e si iscrisse successivamente al Politecnico federale di Zurigo dove ottenne il diploma di architetto nel 1967. Dopo aver svolto uno stage presso l’ufficio di Tita Carloni – di cui fu amico e discepolo – appena laureato aprì uno studio di architettura a Lugano assieme al compagno di studi Mauro Buletti.
Numerose furono le opere progettate in quest’ambito: oltre a quelle private sono da segnalare l’edificio del liceo Lugano 2 di Savosa, la pista di ghiaccio della Resega (ora Corner Arena), gli impianti di risalita di Airolo, la pavimentazione del centro storico di Lugano e il restauro della chiesa della Madonna del Sasso a Locarno.
Fumagalli è stato anche presidente della FAS Ticino. Oltre che l’architettura, egli ha sempre coltivato sensibilità culturali che l’hanno portato ad assumere, dal 1969 al 1982, l’incarico di docente di teoria dell’architettura presso la STS, sono infatti numerosi gli studenti che ricordano il suo impegno. Dal 1978 al 1982 assunse anche il compito di delegato sezionale di architettura presso la STS; sempre in ambito culturale venne inoltre incaricato, nel 1972, di occuparsi della sezione architettura di «Rivista Tecnica», assieme all’autore di queste note, responsabile di quella di ingegneria. Svolse questo compito fino agli anni Ottanta quando la sua esperienza lo portò alla redazione di «Werk, Bauen + Wohnen». La sua passione per la cultura architettonica e per la difesa del paesaggio continuò anche su Archi, con una serie di articoli molto apprezzati.
Su incarico del Consiglio di Stato presiedette la Commissione cantonale del paesaggio dal 2007 al 2013. Fu anche il primo presidente della Fondazione Archivi Architetti Ticinesi che contribuì a creare con i colleghi Bruno Brocchi e Niki Piazzoli.