Casa mo­no­fa­mi­liare, Biasca

Il progetto ha per protagonista un'abitazione con pianta ad L che si sviluppa su di un piano solo. Una sfida che ha permesso agli architetti di dare vita a una soluzione abitativa in cui tutte le attività, dal raggiungere l'abitazione in automobile al dormire, si sviluppassero ad un'unica quota.

Date de publication
13-02-2013
Revision
19-10-2015

Abbiamo voluto lavorare su un progetto che prevedesse di abitare su un piano. Tutte le attività: arrivare in auto, soggiornare, studiare, mangiare, rilassarsi e dormire, si sviluppano ad un’unica quota. Una parte di sotterraneo contiene i locali tecnici, i depositi, la lavanderia e la cantina. 

La seconda volontà era quella di abitare in una pianta a L che permettesse di vedere due facciate della casa e di usufruire dello spazio esterno allo stesso livello.

La volontà era anche quella di semplificare al massimo le superfici, dando al progetto un’immagine o, meglio, una forma scultorea, lavorando sui volumi. Questo atteggiamento ci ha permesso di «dialogare» con le montagne circostanti e il paese di Biasca. Il modo più diretto per ricercare la «pulizia» delle forme è stato quello di utilizzare il calcestruzzo armato a vista gettato senza giunti visibili, casserato con cura, pulito e levigato.

La forma dell’edificio si è ottenuta attraverso la lavorazione di due volumi iniziali tramite sottrazione e tagli e la successiva aggiunta di un terzo e un quarto volume. Il primo volume è estruso dal terreno e definisce un piano di 362 mq che accoglie tutte le attività. Abbiamo poi «incastrato» sul volume primario un volume secondario che misura 22.50 x 17.50 x 3.71 m, le pareti hanno uno spessore di 40 cm sui quattro lati e di 66 cm alla sommità; il volume secondario si incastra in sospensione sul volume primario, ospitando nei 148 mq di superficie netta interna riscaldata tutti i contenuti abitativi. Viene poi realizzata un’operazione di sottrazione di una parte del volume secondario e l’inserimento di altri due volumi. Il taglio a 60° permette di rivelare il contenuto del volume. Tagliare «l’esoscheletro duro» per rivelare un contenuto «addomesticato», dove si svolge la vita famigliare. Le facciate a L, completamente vetrate, permettono di godere la casa da tutte le stanze e di accedere al soggiorno esterno.

La sottrazione al volume secondario sul lato della strada forma l’accesso. In questo vano si inseriscono il terzo volume dalla sezione a L, dallo spessore di 40 cm, che caratterizza l’entrata. La forma è giustificata dalla necessità statica di sostenere il solaio interno liberando l’angolo vetrato da pilastri portanti. Il quarto volume, inserito nel vano, va a formare «l’approdo» a forma di rampa che porta alla quota dell’abitato. Il soggiorno esterno è in contatto diretto col terreno naturale (non è un tetto), ospita un prato steso a rotoli precoltivati come se fosse un tappeto. I serramenti sono in alluminio termolaccato antracite perché non volevamo parti «luminose» che riflettessero la luce diurna ma che rimanessero in ombra. Il pavimento è realizzato su tutte le superfici della casa sia all’interno che all’esterno, in betoncino finito Duratex pigmentato antracite con il 4% di colore nero nella massa, accuratamente lisciato e trattato con una lacca di finitura indurente, scelto per dare uniformità e rafforzare l’idea dell’abitare su una quota unica.

 

Architettoto: Luca Coffari; Coldrerio
Collaboratore: R. Coffari
Ingegnere: ProjectPartners; Grancia-Lugano
Fotografo: Filippo Simonetti; Brunate
Date: progetto: 2008-2009; realizzazione: 2010-2011
Modellista: Benjamin Marchesoni; Lamone
Impresario costruttore: Muttoni SA; Faido
Elettricista: Elettrobiasca 2 SA; Biasca
Sanitario e riscaldamenti: Thermonord SA; Biasca
Sistemi costruttivi a secco: Knauf SA; Lugano
Serramenti: Vitrocsa Design System
Protezioni solari: Griesser SA; Cadenazzo
Arredi: LaCasaInteriorDesign; Mendrisio

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