La porta della città Centro di Pronto Intervento, Mendrisio
Mario Botta Architetti
Il progetto di Mario Botta Architetti, sviluppato in due fasi per ospitare gli organi di sicurezza di Mendrisio, segnala con un gesto architettonico l'ingresso alla città, collocandosi tra l'area costruita della collina e la zona sottostante, scarsamente urbanizzata.
Il Centro di Pronto Intervento (CPI) di Mendrisio, realizzato in due fasi consecutive, sorge sull’area della vecchia caserma dei pompieri e riunisce sotto uno stesso tetto le principali forze di sicurezza quali i Vigili del Fuoco, la Polizia Comunale e la Protezione Civile. La seconda fase completa l’organico con l’insediamento della Polizia Cantonale.
Intervento urbanistico
Grazie alla sua posizione strategica, il progetto disegna una nuova «porta di accesso» alla Città di Mendrisio, sottolineando il limite tra l’area costruita della collina e il tessuto urbano più rado della pianura sottostante consolidatasi nei decenni scorsi. L’edificio è completamente arretrato contro la montagna in modo da creare un ampio vuoto accanto alla strada principale. Quest’area, adibita a giardino pubblico, costituisce il luogo di ricezione e il perno del nuovo complesso. Nello stesso tempo evidenzia il limite del borgo, all’esterno del quale si estende la cintura cittadina principalmente caratterizzata da strade e binari ferroviari.
La distribuzione funzionale
Fase 1 (2013-2016)
Chiave di volta per l’organizzazione funzionale è la distinzione netta fra il piano verde del parco urbano con tutti gli accessi pubblici pedonali, servizi (sportelli), roseto, piazzale che estende verso nord l’attuale quota di via Zorzi fino all’estremità della proprietà pubblica.
L’edificio principale della prima fase si colloca verso la ferrovia e si configura tramite un volume di quattro livelli e un corpo più basso di due piani contro la collina.
Il giardino pubblico del piano terra presenta una grande apertura circolare di 30 m di diametro che consente ai pompieri di svolgere le esercitazioni a cielo aperto nel piazzale sottostante. Da questa corte svetta la torre di addestramento dei vigili del fuoco, alta una ventina di metri. Questa presenza astratta e un po’ misteriosa è visibile anche da lontano grazie alla sua posizione sull’asse del viale della stazione. Di notte la torre è illuminata e i quattro colori scelti vengono alternati in base alle stagioni.
In diretta relazione con via Vignalunga, vengono organizzate tutte le attività veicolari, quelle dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e della Polizia, ognuna distribuita autonomamente nei propri comparti. Un leggero innalzamento del pavimento dell’autorimessa della Polizia consente il mantenimento del canale sotterraneo del torrente Moree evitando così importanti modifiche strutturali.
Seguendo un’organizzazione verticale, gli spazi amministrativi degli enti d’intervento (ad eccezione della Protezione Civile, situata al primo livello) si trovano in contiguità con i parcheggi interrati.
Il parco urbano su via Zorzi è caratterizzato dalla presenza di aiuole verdi, un roseto e piante allineate lungo il marciapiede stradale. Il lungo camminamento coperto che fa da sfondo al giardino conduce a una scala esterna che collega il piano terra con il secondo piano.
Gli uffici della Polizia Comunale occupano i due piani del corpo di fabbrica più basso. Il piano di snodo al secondo livello ospita una grande sala polivalente pubblica, che può essere suddivisa in aule più piccole grazie a pareti mobili. Il terzo piano comprende il grande open space destinato all’Ufficio Tecnico Comunale (UTC) e una piccola porzione affittata a una società privata di vigilanza.
Fase 2 (2017-2021)
La seconda fase ha comportato la demolizione del vecchio stabile delle Aziende Industriali di Mendrisio (AIM), del vecchio Ufficio Tecnico Comunale (UTC) e di alcuni appartamenti.
Il corpo basso realizzato nella Fase 1 è stato prolungato e termina in un volume di cinque piani in direzione del borgo. Questo edificio è stato allineato (in pianta e in altezza) allo stabile privato situato dalla parte opposta di via Zorzi, in modo da creare virtualmente la nuova «porta di accesso» alla città. Entrambi gli edifici presentano lo stesso rivestimento di facciata in pietra, analogo alla Fase 1, ossia il travertino giordano giallo-oro. L’ampliamento del giardino completa il disegno di questo generoso vuoto urbano, che assume così la sua configurazione finale.
Per quanto attiene alla distribuzione funzionale, il piano interrato e i primi due livelli fuori terra sono occupati dalla Polizia Cantonale, con alcune zone amministrative e altre più operative: uffici ma anche locali interrogatori, spogliatoi, depositi, alcune celle e locali fermo.
Da un punto di vista progettuale e tecnico gli accorgimenti inerenti alla sicurezza hanno rivestito un ruolo molto importante.
Analogamente ai mezzi di soccorso della Fase 1, anche l’autorimessa principale della Polizia Cantonale è raggiungibile da via Vignalunga, attraversando gli spazi della Protezione Civile. Da via Zorzi, invece, si accede a una seconda autorimessa riservata esclusivamente al «blocco sicurezza», con due parcheggi dedicati proprio accanto all’ingresso.
La seconda fase ha visto anche un avvicendamento interno della zona utenti realizzato nella prima tappa, in modo da ottenere un unico sportello condiviso tra Polizia Comunale e Cantonale, che condividono ora anche la centrale operativa (CEOP) situata al primo piano.
L’accesso pubblico alla Fase 2 si trova al secondo piano dove, oltre all’atrio comune, si trovano uno snack-bar e una piccola palestra con i relativi spogliatoi. Questo livello – con accesso veicolare autorizzato da via Castellaccio e a piedi dalla scala esterna di collegamento tra piano terra e secondo piano – mantiene la sua connotazione pubblica. In fase progettuale è stata data molta importanza anche all’inserimento di un porticato che consentisse di collegare il CPI alla città (via Vela) in qualsiasi ora del giorno e della notte. Il terzo piano è interamente occupato da una fisioterapia, mentre al quarto piano si trovano due studi di ingegneria e uno studio medico. Le cantine degli inquilini del Comune si trovano al primo livello, accessibili dall’esterno attraverso un cavedio utilizzato anche dai manutentori per raggiungere i locali tecnici senza interferire con le sensibili attività della Polizia Cantonale.
Concetto viario
Il progetto prevede una chiara separazione dei flussi veicolari. L’uscita di emergenza di tutti i mezzi di soccorso è ubicata in via Vignalunga, con la sola eccezione delle pattuglie della Polizia Cantonale a servizio del «blocco sicurezza» che si muovono lungo l’arteria che dall’autostrada conduce al nucleo storico. Anche l’accesso pubblico al Centro di Pronto Intervento avviene da via Zorzi, a quota giardino, ma l’utente può anche servirsi dell’autosilo comunale situato a soli cinquanta metri di distanza. L’accessibilità ai fondi privati retrostanti è invece possibile esclusivamente da via Vela, per non intralciare in alcun modo i veicoli di soccorso.
Struttura
La struttura portante dell’edificio, interamente realizzata in calcestruzzo armato, è costituita da solette piane sostenute da muri portanti gettati in opera e da pilastri prefabbricati in calcestruzzo ad alta resistenza. L’edificio è fondato su una platea in calcestruzzo armato di spessore variabile con ispessimenti nelle zone maggiormente caricate.
La soletta del piano terreno attorno al grande vuoto circolare è realizzata con alleggerimenti in getto mediante sistema Cobiax. La soletta di copertura sul P+3 (Fase 1), anch’essa alleggerita con lo stesso sistema, presenta delle nervature in calcestruzzo armato con profilati metallici annegati nel getto e in appoggio trasversale sui pilastri necessari per sostenere la struttura a sbalzo.
Sul tetto del volume realizzato nella Fase 2 è presente una serie di travi rovesce per la sospensione di alcuni pilastri che non hanno continuità ai piani inferiori. Per la realizzazione dell’edificio si è proceduto con l’esecuzione di uno scavo generale e di successivi scavi parziali di abbassamento. Per la realizzazione della Fase 2 dell’opera è stata realizzata una parete di micropali ancorata a sostegno delle pareti della fossa di scavo, in modo da garantire l’accesso in sicurezza alle abitazioni di via Castellaccio durante i lavori.
Impiantistica
Impianto Elettrico
La distribuzione dell’energia è eseguita prevalentemente in orizzontale tramite la posa di condotte sotto platea e la distribuzione principale verso gli utenti tramite colonne montanti verticali. Tutti gli utenti hanno una propria contabilizzazione ufficiale dei consumi e una misura privata per ogni quadro elettrico suddivisa per gli impianti d’illuminazione e di forza motrice. Questa soluzione permette agli utenti di analizzare e migliorare i consumi.
Il funzionamento del Centro di Pronto Intervento è garantito da un generatore di soccorso di 630 kVA per tutte le utenze e da gruppi UPS di continuità in caso di mancanza della rete. A garanzia dell’ottenimento della certificazione Minergie-P sono stati installati su tutti e due i tetti (Fase 1 e 2) degli impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 78.5 kW/p.
Tutti gli impianti per la regolazione dell’illuminazione e dell’oscuramento sono gestiti tramite dei sistemi di automazione KNX. La schermatura esterna a lamelle consente inoltre l’attenuazione del carico solare e una gestione ottimale della luce naturale. L’automatismo della schermatura è gestito da sonde di luminosità poste in facciata. Tutti i corpi illuminanti utilizzati sono a LED ad alta efficienza e a basso consumo per il mantenimento dei valori imposti dalla norma SIA 387/4.
A ogni piano è garantito l’accesso al personale tecnico dall’esterno dell’edificio in modo da non interferire con le attività sensibili della Polizia Cantonale.
La sicurezza dell’edifico (Fase 1 e 2) è garantita da un impianto di rilevazione incendio a copertura totale, da un impianto di illuminazione di soccorso e di segnalazione della via di fuga. Appositamente per la Polizia Cantonale sono stati installati impianti di sicurezza e di sorveglianza per prevenire casi di violazione e per impedire eventuali tentativi di fuga dai reparti con celle di fermo e detenzione (allarme antieffrazione, videosorveglianza interna ed esterna, controllo degli accessi, impianti intercomunicanti di sicurezza).
Impianto RVCS e Fisica della costruzione
L’involucro garantisce le prestazioni richieste dallo standard Minergie-P. Sono stati impiegati vetri tripli e serramenti con un elevato livello di isolamento. L’ermeticità all’aria dell’involucro è stata verificata tramite un apposito test (Blower Door). Per garantire la gestione della luce ed evitare surriscaldamenti estivi sono presenti schermature metalliche automatizzate.
La produzione del calore è effettuata mediante pompe di calore geotermiche che sfruttano le sonde installate sotto la platea del CPI (Fase 1) per produrre acqua calda per il riscaldamento e sanitaria. Le pompe di calore operano anche in modo reversibile durante la stagione estiva per produrre acqua refrigerata necessaria per la deumidificazione nelle unità di trattamento aria. Mediante il geocooling è possibile raffrescare l’edificio grazie agli apporti gratuiti dal terreno.
Per tutti gli ambienti è previsto il riscaldamento/raffrescamento mediante soffitti radianti. Questi elementi sfruttano la trasmissione del calore radiante e l’attivazione termica della massa in beton, garantendo così un alto livello di comfort evitando sbalzi termici.
In tutti i locali è prevista la ventilazione meccanica con il recupero del calore: l’aria è preriscaldata nella stagione invernale e raffrescata nella stagione estiva.
Gli standard di sicurezza richiesti dalla Polizia Cantonale sono garantiti dalla presenza di un monoblocco di ventilazione dedicato alla «zona sicurezza», dotato di sensori fumo, variatori di portata d’aria ed elementi di diffusione antimanomissione.
Luogo: Mendrisio
Committenza: Città di Mendrisio; Stato del Cantone Ticino; Dipartimento delle istituzioni, Polizia Cantonale
Architettura e direzione lavori: Mario Botta Architetti, Mendrisio
Ingegneria civile: Brenni engineering, Mendrisio
Impresa: Consorzio Fase 1: Impresa Barella, Chiasso; Medici Dario e Eros, Chiasso; Fossati, Mendrisio; Geo Edil, Lugano. Consorzio Fase 2: Consorzio CPI due c/o Impresa Barella, Chiasso
Progetto impianti RVCS, fisica della costruzione, acustica e protezione antincendio: IFEC ingegneria, Rivera
Progetto impianti elettrici: Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio
Fotovoltaico: Alpiq InTec Ticino, Lugano (Fase 1)
Geologia: Markus Felber, Morbio Inferiore
Progetto serramenti: General Mast Engineering, Stabio (Fase 1); Alu Project, Cadro (Fase 2)
Fotografia: Michel Zylberberg, Lugano
Date: concorso 2008-2009, realizzazione (Fase 1) 2013-2016, realizzazione (Fase 2) 2017-2021