Recensione al volume «Gestaltete Infrastruktur. Die Brücken der Rhätischen Bahn in der zweite Generation»
Il volume si focalizza sui ponti della Ferrovia Retica. Testimonia l’iscrizione di parte della linea nel Patrimonio Mondiale dell'UNESCO e gli interventi di conservazione, rifacimento e ammodernamento della linea ferroviaria grigionese.
Il soggetto in studio («prolungare la vita utile delle infrastrutture») emerge sin dal sottotitolo del volume. Portare i ponti della Ferrovia Retica nella seconda generazione, questo quanto si propone il libro curato da Karl Baumann, responsabile delle opere d’arte della Ferrovia Retica per più di vent’anni, insieme a Clementine Hegner-van Rooden, ingegnera civile e redattrice attiva nell’ambito della diffusione di questa disciplina. Il volume, focalizzando il tema dei ponti, si inserisce come un vademecum di quanto è stato svolto negli ultimi venti anni dalla Ferrovia Retica per conservare e adattare alle nuove esigenze di sicurezza questi manufatti. Un lavoro – quello sulle strutture esistenti della linea – basato sull’opuscolo Projekt und Bau der Albula-Bahn. Denkschrift, pubblicato nel 1908 da Friedrich Hennings su incarico della Ferrovia Retica. Questo memorandum conteneva la descrizione completa e dettagliata di tutte le infrastrutture realizzate per la linea dell’Albula, con disegni e indicazioni dei materiali. Karl Baumann definisce giustamente la nuova pubblicazione come un complemento a questo libro storico, uno strumento che permetterà alle future generazioni di mantenere e poi ammodernare i manufatti dell’intera linea. L’opera è anche complementare al presente numero di Archi, perché approfondisce attraverso fotografie dei manufatti, disegni e testi, il tema dei ponti.
Il libro si compone di una serie di saggi scritti da specialisti che negli ultimi due decenni hanno lavorato per e sulla linea, nei diversi cantieri dei ponti. L’approccio interdisciplinare promosso e adottato dalla Ferrovia Retica è il filo conduttore dell’intera pubblicazione e di molti contributi, come quello dell’ingegnere Jürg Conzett che affronta il delicato tema della protezione dei beni culturali in rapporto alle infrastrutture, oppure in quello della stessa Clementine Hegner-van Rooden sui temi della scala degli interventi e del rapporto tra opere d’arte, paesaggio, tecnica ferroviaria fino agli aspetti cantieristici, legati al territorio alpino nel quale si snoda il tracciato. A Karl Baumann invece il compito di illustrare i princìpi e i metodi adottati per affrontare l’argomento dell’intervento sui viadotti in muratura. In particolare il principio delle costruzioni normali, da intendere come una forma di normalizzazione dei tipi costruttivi, eredità del progetto originale di Friedrich Hennings. Sistema applicato anche alla sostituzione dei ponti secondari, per i quali si è applicata una soluzione unitaria con struttura in acciaio. Per i ponti principali nuovi o ampliati si approfondisce la questione dei concorsi pubblici di ingegneria, che sono stati utilizzati dalla Ferrovia Retica per poter scegliere le proposte progettuali che meglio potessero rispondere alle esigenze, sia tecniche sia paesaggistiche, della linea ferroviaria.
Anche queste nuove realizzazioni sono illustrate con disegni tecnici e indicazioni sulla loro costruzione.
Si arriva infine alla sezione dedicata ai cantieri, con indicazioni e testi di approfondimento che illustrano le tecniche applicate per realizzare – mantenendo quasi sempre attivo il traffico ferroviario – i diversi tipi di ponti oggetto dei capitoli precedenti. Un’intervista a Karl Baumann conclude il volume, anche questa non è solo un omaggio alla figura che ha guidato i cantieri presentati nel libro, ma anche una raccolta delle sue riflessioni affinché possano essere conservate.
Un volume che ha valore di testimonianza di un momento storico preciso, quello dell’iscrizione di parte della linea della Ferrovia Retica nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO e dei paralleli interventi di conservazione, rifacimento e ammodernamento della linea stessa. Un libro destinato quindi a essere esso stesso conservato e tramandato alle future generazioni quale omaggio a tutti coloro che, anche per la seconda volta, sono intervenuti su questo tracciato ferroviario, documentando al contempo quanto è stato realizzato. Inoltre, evidenzia l’importanza – dal punto di vista della Baukultur e della cultura in generale – del lavoro degli ingegneri nella costruzione del territorio e del paesaggio; ambito in cui il lavoro interdisciplinare oggi permette di raggiungere alti livelli di qualità nei differenti aspetti legati alla realizzazione delle opere d’arte.