Lungo il Lario, per immagini
Un progetto curato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Como percorre i territori del Lario individuandovi punti rilevanti e raccontandoli attraverso testi, disegni e soprattutto sequenze fotografiche. I materiali di «Fisionomie lariane» sono poi presentati in un libro, un sito, una mostra formato cartolina e una serie di visite guidate.
Negli ultimi anni si sta espandendo una tendenza interessante: enti pubblici, istituzioni, associazioni di categoria sviluppano progetti di ricerca sul territorio che si concretano in raccolte di immagini, commissionate ad hoc a dei fotografi. Ne è esempio il vasto progetto Fisionomie lariane, ideato e sostenuto dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Como – mentre di un'altra recente esplorazione fotografica, nata stavolta per iniziativa dell'Associazione Architetti Arco Alpino, abbiamo parlato qui.
La particolarità di queste ricerche è di indagare il peculiare intreccio tra architettura, ingegneria e paesaggio in un linguaggio che tende ad evadere dalla retorica della “fotografia dell'opera notevole” per aprirsi a catturare una dimensione più ampia, territoriale. Sono progetti memori di avventure fotografiche come quelle del Viaggio in Italia di Luigi Ghirri; certo, rispetto a Ghirri e ai suoi seguaci – che intendevano rifondare un «nuovo paesaggio» abbandonando le convenzioni da cartolina e catturando spazi apparentemente irrilevanti –, qui il desiderio di valorizzare e presentare al pubblico opere notevoli rimane alla base dell'iniziativa; e tuttavia, al centro di ricerche come Fisionomie lariane non sta tanto la celebrazione di singoli edifici o infrastrutture, ma l'illustrazione del rapporto che essi intrattengono tra loro e con gli spazi che li circondano.
«Fisionomie Lariane è un progetto di ricerca nato in concomitanza con Expo Milano 2015, con l’obiettivo di raccontare il territorio comasco ai numerosi visitatori che sono arrivati nella nostra provincia», ha spiegato Stefano Larotonda, curatore del progetto con Niccolò Nessi. «L’intento è quello di provare a costruire il ritratto di un territorio attraverso la selezione dei suoi tratti più caratteristici, andando oltre l’immagine storica e tradizionale che si conosce di Como di “capitale del lago”, “centro del razionalismo”, “città di confine” o “città della seta”, indagando l’identità e il carattere della città e provincia comasca ad oggi, anche attraverso lo studio e la valorizzazione del patrimonio dell’architettura del moderno e del contemporaneo».
Coadiuvati da urbanisti, filosofi e storici dell'architettura, Larotonda e Nessi hanno dunque individuato, tra gli spazi del Lago di Como, «una selezione di architetture esemplari, paesaggi naturali e artificiali» attraverso cui «definire percorsi fisici quanto ideali che leghino luoghi noti a quelli dimenticati, identitari a quelli più anonimi».1 Nel complesso hanno scelto 100 casi studio (tra edifici, infrastrutture industriali, opere d'ingegneria civile, vie di comunicazione, monumenti…) suddivisi in quattro categorie che tracciano itinerari unitari: Acque, Tracce, Insediamenti, Attività. A ciascuno è stata dedicata una scheda che comprende un breve testo di commento, un disegno e, naturalmente, una serie di fotografie che illustrano il luogo, realizzate da Marco Cappelletti, Stefano Graziani, Walter Mair, Planar, Sara Ruggeri, Isabelle Sassi Farìas, Giovanna Silva, Donatella Simonetti, Filippo Simonetti, Jacopo Valentini ed Edoardo Valle.
Questi materiali sono confluiti nella piattaforma fisionomielariane.it, dove si può percorrerli partendo dall'atlante fotografico oppure planando sulla mappa digitale, o ancora scorrendo l'indice completo (suddiviso per opere, luoghi, autori e itinerari); hanno inoltre fatto da base al volume Acque, Tracce, Insediamenti, Attività – Fisionomie Lariane, edito dall'Ordine degli Architetti della Provincia di Como, che presenta una selezione degli spazi schedati nella piattaforma e mette in risalto una scelta di fotografie. In sito e libro si intrecciano allora antiche opere rurali e ville neoclassiche, mura medioevali e darsene, l'Autostrada dei Laghi e l'Antica via Regina, la Casa del Fascio di Giuseppe Terragni e le case per artista di Pietro Lingeri; e manufatti anonimi si incontrano con opere di Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, Angelo Mangiarotti, Aldo Rossi e molti altri. Un invito a tutti gli interessati – non solo professionisti – a costruirsi un proprio itinerario e partire alla scoperta.
Tra le altre iniziative comprese nel progetto Fisionomie lariane, anche una mostra permanente in formato cartolina che raccoglie tutte le immagini realizzate dai fotografi negli spazi del Novocomum, edificio di Giuseppe Terragni che è sede dell’Ordine degli Architetti di Como; l'Ordine propone inoltre visite guidate (attualmente sospese a causa della pandemia) in collaborazione con esperti quali Fulvio Irace, Giulio Barazzetta, Gabriele Neri, Clemente Tajana ed enti e associazioni culturali come l’Archivio Cesare Cattaneo e l’Associazione Sentiero dei Sogni. Nella speranza che la «proposta di lettura del territorio» rappresentata da Fisionomie lariane – come la definisce nel volume lo storico ed editore Fabio Cani – possa concretarsi in percorsi fisici, camminate e uscite in barca: un vero “viaggio nel Comasco”.
Note
- Acque, Tracce, Insediamenti, Attività – Fisionomie Lariane, Ordine degli Architetti della Provincia di Como, Como 2020, p. 4.
Informazioni
Per visitare la mostra permanente al Novocomum, sede dell’Ordine degli Architetti di Como, contattare l’indirizzo: info [at] ordinearchitetticomo.it (info[at]ordinearchitetticomo[dot]it)