Un tuffo nell’energia
L'impianto dello Splash & Spa
Le grandi realizzazioni per il tempo libero e il benessere sono in realtà macchine complesse di cui pochi conoscono il funzionamento, poiché solitamente il «motore» è poco visibile agli occhi degli utenti.
Splash & Spa è ospitato in una grande struttura, ai piedi del monte Tamaro, in una posizione centrale nella regione, in prossimità di attrazioni turistiche esistenti, ben connessa con i principali sistemi di trasporto. La struttura è ben visibile a distanza, grazie alle tre cupole che racchiudono le differenti funzioni.
La realizzazione dell’edificio, inaugurato nell’estate del 2013, ha sfruttato il più possibile la disponibilità di tecnologie per ridurre i propri impatti ambientali: assieme alla riduzione dei fabbisogni, il recupero energetico è stato un obiettivo principale da parte di progettisti e committenti.
Oltre due terzi del fabbisogno di energia sono destinati all’acqua calda ad uso sanitario e all’acqua per le piscine e gli scivoli, la parte restante è necessaria a riscaldare gli ambienti, tramite aria e superfici radianti. Per rispondere a tali necessità la produzione è su due livelli di temperature: 40-45°C per piscine e riscaldamento, 70°C per usi sanitari.
L’ottimizzazione dell’involucro ha portato alla realizzazione di elementi ben isolati, pur mantenendo la necessaria leggerezza per alcuni di essi. Tra esse le cupole, costituite da 3 strati semitrasparenti: dall’interno una membrana ATEX di spessore 0,46 mm, uno strato intermedio di membrana basso-emissiva su ambo le facce e lo strato esterno in PTFE di spessore 0,70 mm. All’interno dell’intercapedine viene immessa aria per mantenere in pressione l’involucro. La trasmittanza dell’involucro così realizzato è mediamente 0,75 W/m2K.
La generazione di calore è affidata a una combinazione di differenti vettori, necessaria per ottimizzare i sistemi di generazione e le potenze in gioco. Legna e gas sono le fonti principali utilizzate nella centrale termica: la caldaia a cippato ha una potenza di 660 kW, ed è alimentata da un silos da 120 m3. Grazie ai 120 riempimenti all’anno (da 30 m3 cadauno) opera per coprire il fabbisogno di calore per locali e acqua. In caso di bisogno e nei mesi caldi subentra la caldaia a gas da 1 MW di potenza. A corredo dei generatori di calore nei locali tecnici sono presenti accumuli per il calore (75 m3) e bollitori per l’acqua calda sanitaria (1’600 litri).
La fornitura di elettricità è garantita, in caso di guasto all’alimentazione principale, da un sistema di generazione ausiliario da 450 kW, che è in grado di assicurare autonomia per 4 ore alla struttura principale.
La ventilazione, controllata, è dotata di dispositivi che permettono di gestire i volumi di aria scambiata tra interno ed esterno – in funzione dell’effettivo livello di occupazione dei vari spazi. Allo stesso tempo il recupero di calore, dati anche i volumi di aria in gioco, è un altro elemento fondamentale per ridurre i fabbisogni di calore in inverno. In tutte e tre le cupole sono installate unità di trattamento dell’aria con pompa di calore integrata. Le sonde all’interno delle cupole gestiscono la temperatura e l’umidità, costanti tutto l’anno. Il calore recuperato viene in parte riutilizzato per alimentare la batteria calda dell’unità di trattamento aria (batteria di preriscaldo) e in parte per riscaldare l’acqua della piscina onde e degli scivoli; inoltre la pompa di calore produce contemporaneamente acqua refrigerata necessaria alla deumidificazione dell’aria, senza ulteriori consumi di energia elettrica.
L’acqua fredda per il ricambio nelle vasche viene preriscaldata dall’acqua del bacino di compenso diretta al controlavaggio, con un rendimento del sistema di recupero dell’80%. È inoltre installato un sistema Feka per il recupero del calore dalle acque di controlavaggio filtri piscine e dalle acque di scarico. Tale calore viene utilizzato da una pompa di calore per il riscaldamento dell’acqua sanitaria destinata a docce e lavabi, con un elevato rendimento.
Il calore viene recuperato non solamente da acqua o aria in uscita: anche le macchine che producono freddo hanno calore di scarto utilizzabile. Le macchine per la produzione di acqua refrigerata destinata al raffrescamento della cucina, del ristorante e del foyer e degli spogliatoi producono calore di scarto che viene recuperato e utilizzato per alimentare la batteria calda delle unità di trattamento aria degli spogliatoi e dei servizi igienici senza ulteriore utilizzo di energia elettrica. Le macchine di refrigerazione installate per la conservazione dei generi alimentari distribuiti dalle differenti attività presenti all’interno producono calore di scarto tutto l’anno. Anche questo calore è convogliato in uno scambiatore e ceduto, con un rendimento del 90%, all’acqua.
Le diverse funzioni sono state attentamente analizzate in termini di efficienza e impatto. Ad esempio le saune operano a gas, con un notevole risparmio di costi ed emissioni di CO2 rispetto a sistemi operanti elettricamente.
I monoblocchi di ventilazione delle saune hanno il recupero di calore per il riscaldamento dell’aria fresca in entrata. Anche in questo caso il calore in eccesso viene recuperato tramite la ventilazione. Nel suo complesso la struttura risulta utilizzare oltre l’80% di energia proveniente da fonti rinnovabili.
La gestione degli impianti è affidata a un sistema digitale che controlla circa 3000 punti di misura sulla totalità degli impianti.
Luogo: Rivera
Committenza: CSA Real Estate Switzerland
Architettura: Suisse Projets, Mezzovico, arch. M. Giussani
Direzione lavori: Garzoni SA, Lugano
Collaboratore: M. Bianchetto
Ingegneria civile: Lucchini & Canepa Ingegneria SA, Viganello; Ing. Luigi Canepa con Airlight Ltd, Biasca; Ing. Andrea Pedretti
Progetto impianti RVCS: Tami Cometta & Associati SA, Viganello
Progetto impianti elettrici: Piona Elproject SA, Manno
Fisica della costruzione: IFEC Consulenze SA, Rivera
Collaboratrice: M. Bogatto
Tecnica piscine: Atzwanger (Suisse) AG, Baar
Wellness e relax: Schletterer Wellness & SPA Design, Strass in Zillertal (A)
Costruttore: Garzoni SA, Lugano
Collaboratore: M. Bianchetto
Questo articolo è parte di Archi 3/2019, L'acqua del benessere. Qui si può leggere l'editoriale del numero e qui è possibile acquistarlo.