Il Parco di Aranzadi, Pamplona
Il Parco di Aranzadi è un luogo privilegiato localizzato tra il centro storico di Pamplona e i quartieri di Rochapea e Chantrea. Un paesaggio di orti con una vegetazione già assestata in un clima idoneo per sviluppare uno splendido parco per la cittadinanza.
È un parco pubblico ambientale, un sito singolare e delicato per le varie esigenze da affrontare. Proponiamo di recuperare il dinamismo di un meandro naturale e del corridoio fluviale; ciò implica lavorare con la flora, la fauna e l’acqua. Cerchiamo un equilibrio tra le necessità di uno spazio aperto di qualità per la cittadinanza e lo sfruttamento delle varietà orticole locali recuperate con l’agricoltura biologica. Cerchiamo di comprendere le logiche idrauliche del paesaggio fluviale sulla base delle preesistenze e di una minuziosa analisi della micro-topografia del meandro. Proponiamo che il parco collabori con la funzionalità del fiume Arga quando esso aumenta la portata dell’acqua, riducendo leggermente la frequenza di allagamento degli orti e generando al contempo un paesaggio naturale al suo interno, assoggettato alle dinamiche stagionali delle acque di esondazione. È un nuovo paesaggio a partire dalla sua storia, materia di memoria e di futuro, quindi partiamo dalla certezza che il paesaggio già esiste, è insito nel suo comportamento e nel suo trascorso. Proponiamo una strategia per valorizzare le potenzialità e le tracce del luogo. Il territorio ha nella sua configurazione e nel suo andamento un passato che è la base del suo futuro.
Il sistema dell’acqua
Il meandro di Aranzadi soffre inondazioni periodiche. I suoi occupanti hanno avuto sempre presente le loro dinamiche e i loro effetti (nella forma, uso e meccanismi di protezione), al punto che vi è oggi un vero e proprio catalogo di sistemi di protezione dal fiume: steccati di filtraggio e rallentamento, muretti che indirizzano i flussi superficiali, inferriate mobili in zone dove l’acqua raggiunge particolare velocità. Il futuro del meandro continuerà ad essere definito in modo cruciale dal suo carattere fluviale e la sua trasformazione in parco pubblico costituisce un’occasione straordinaria per modificare la relazione del cittadino con il fiume. Così, sulle tracce della lottizzazione esistente e seguendo le quote più basse del meandro come luogo di drenaggio, definiamo una via più nitida per l’acqua che riduce la frequenza dell’allagamento dell’orto e crea al contempo un vero e proprio paesaggio assoggettato alla variazione del regime fluviale.
Il sistema della vegetazione
La struttura parcellizzata e le preesistenze sono il supporto dei differenti paesaggi del parco. Esemplari vegetali di grandi dimensioni configurano i limiti visuali: uno è il bosco costiero di colori chiari e di foglie caduche e l’altro è il paesaggio della tenuta degli Arrainza, di colore oscuro e spesso a foglia perenne. In questo contesto, i giardini hanno invece una scala domestica, con alberi di medie o piccole dimensioni, dove abbondano le radure destinate ad usi diversi (giochi, spazi ricreativi, passeggiate o posteggi). Sul reticolo delle coltivazioni orticole si delinea una sequenza vegetale, ludica e cromatica che qualifica lo spazio pubblico. Orti della frangia litorale, bosco alluvionale, spiaggia fluviale, giardini diversi configurano un’unità variegata.
Il sistema agricolo
Gli orti sono mantenuti per quattro motivi:
l’integrazione nel tessuto sociale e nella memoria del luogo è così alta da considerarli patrimonio attivo del futuro Parco di Aranzadi;
la qualità dell’agricoltura biologica è eccezionale e, per di più, il lavoro di recupero di varietà locali di prodotti orticoli risulta efficace per arginare e invertire il processo di estinzione della biodiversità agricola attuale;
la qualità e l’alto valore produttivo del suolo;
la facilità di collegare il parco con l’espansione a nord di Pamplona.
Gli svantaggi idraulici nel mantenere gli orti in prima linea di fronte al fiume una disposizione che confina il letto in una piccola area in sezione, senza spazio per lo schiacciamento , si attenuano con la proposta di un canale di crescita con un tracciato che segue i punti bassi del meandro e le tracce dei drenaggi, e che accoglie una parte del flusso del fiume, alleviandolo e coinvolgendo il cittadino in un ampio paesaggio fluviale, un bosco alluvionale. Mantenere gli orti della frangia litorale un magnifico paesaggio antropico in uno spazio curvo circondati da boschi costieri, implica continuare a vivere con le inondazioni. Il repertorio delle soluzioni di coloro che hanno occupato questi spazi e li hanno gestiti con saggezza, ci ha portato a proporre un sistema di recinzioni basse in grado di filtrare l’acqua dei viali, ridurre la sua velocità e consentire che il limo in sospensione sedimenti sugli orti aumentando la fertilità del suolo.
Il sistema costruttivo
Cerchiamo di valorizzare il circuito pedonale e veicolare presente come passeggiata pubblica con piazzali collegati agli edifici d’uso collettivo, viali pedonali alberati con frutteti che si connettono tramite passerelle con i quartieri circostanti, e con il tragitto del corridoio fluviale dell’Arga. Gli edifici con vocazione pubblica si porgono nel percorso con visuali verso il bosco fluviale. Si propone la modifica della trama del meandro, organizzata da appezzamenti privati ad uso agricolo e residenziale, per trasformarla in uno spazio pubblico. La proposta comporta la rinuncia all’introduzione di nuove architetture, puntando sulla vegetazione, la pavimentazione e le componenti del paesaggio come elementi caratterizzanti e aumentando il numero di ponti di collegamento sul fiume Arga (uno a nord, all’apice del meandro, due a ovest e due a est).
Centro di Interpretazione dell’Agricoltura
Oggi Aranzadi non sta più fuori della città, ma si è trasformato in un nuovo cuore pubblico. Il luogo cambierà pur conservando l’essenza del suo carattere: manterrà l’orto che ha plasmato un margine per il suo fiume finora imprigionato e lo spazio collettivo. Il Centro di interpretazione dell’Agricoltura fornisce un ponte tra questi mondi, occupandosi di gestire l’orto, educare cittadini e professionali, conservare le specie autoctone e garantire il mantenimento e lo sviluppo delle tecniche di agricoltura biologica, di cui Aranzadi è stato pioniere in Spagna.
Committente: Municipio di Pamplona
Architetti paesaggisti: Iñaki Alday, Margarita Jover Biboum, aldayjover arquitectos
Responsabile progetto: J. Arcos
Collaboratori: C. Salvà, M. Lucivero, A. Meixide, S. Mitjans, M. Castañé, H. Ortín, R. Villa, F. Mesonero, J. Salvia, C. Vinyolas, D. Vason
Paesaggismo e Agronomia: Roser Vives Delàs
Ingegnere idraulico: David Maruny, David Solans, ABM Servicios de Ingenieria y Consulting; Girona
Strutture: David García, Consultores Bis Arquitectos; Barcellona
Impianti: Ernesto Calvo, PyP Proyectos y Promoción de Ingeniería SL; Pamplona
Illuminazione: Maurici Ginés, Artec3; Barcellona
Depurazione: Jochen Scheerer, ASEPMA Medioambiente; Girona
Preventivo: Fernando Benedicto, Benedicto Gestión de Proyectos; Barcellona
Date: concorso 2008, progetto 2010, realizzazione 2011-2013
Superficie costruita: 20.000 mq