«Value app» sul banco di prova
La SIA e il Politecnico federale di Zurigo stanno lavorando a pieno regime allo sviluppo della «Value app». Alcuni soci SIA hanno testato l’applicazione in anteprima e condiviso poi le proprie riflessioni nell’ambito di quattro workshop. Ecco quanto emerso e le prossime tappe.
Alla fine di dicembre del 2021, la SIA, in collaborazione con la cattedra di architettura e metodi di costruzione del Politecnico federale di Zurigo, diretta dal Prof. Sacha Menz, ha rivolto un appello a tutti i membri del gruppo professionale Architettura (BGA) della SIA, invitando a mettere alla prova la «Value app» per la prima volta su larga scala. L’appello ha suscitato grande riscontro; ben un centinaio, infatti, i soci SIA che si sono fatti avanti, dichiarandosi disposti a testare l’app in anteprima e a fornire un resoconto nell’ambito di alcuni workshop tenutisi a metà febbraio 2022. I partecipanti hanno così non soltanto contribuito a una tappa essenziale nel processo di sviluppo, hanno anche potuto scoprire lo strumento di prima mano e in modo approfondito.
In occasione dell’Assemblea dei delegati 2020, oltre il 90 per cento dei votanti si era espresso a favore della creazione, entro il 2025, di un ausilio da utilizzare per il calcolo delle ore di lavoro. Attraverso la fase test, la SIA ha ora raggiunto un’altra tappa importante in questa direzione, avvicinandosi sempre più all’obiettivo posto. I primi risultati raccolti sono stati infatti positivi.
Un compito collettivo
Il team di progetto, composto da esperti della SIA e dell’ETH di Zurigo, ha chiesto ai partecipanti di sperimentare la «Value app» nell’ambito della propria attività professionale, utilizzandola con i dati concreti legati ai progetti in corso. In seguito, il team ha organizzato quattro seminari di mezza giornata ciascuno, durante i quali i partecipanti hanno potuto fornire un feedback, tramite sondaggi in diretta e un questionario. In un primo momento, il 54 per cento dei partecipanti ha affermato che lo strumento non aveva «per niente» o «non veramente» soddisfatto le aspettative. Il 7 per cento ha commentato che il prezzo calcolato in CHF/h era «troppo basso», il 49 per cento l’ha invece valutato «troppo elevato», mentre il 44 per cento l’ha considerato «appropriato». Dal sondaggio conclusivo è emerso tuttavia che il 74 per cento dei partecipanti pensa che la «Value app» abbia del potenziale.
Ha costituito parte integrante dei workshop anche la spiegazione, passo dopo passo, sul funzionamento dell’app, fornita da Axel Paulus, responsabile del progetto presso l’ETHZ. Durante le spiegazioni, i presenti hanno potuto porre domande ed esprimere le proprie considerazioni. In generale, alla domanda sul grado di apprezzamento dell’applicazione, gli utenti hanno risposto che la trovavano semplice, intuitiva e strutturata in modo chiaro. Ha sollevato invece qualche critica l’assenza di informazioni per quanto riguarda i metodi e i dati utilizzati in secondo piano. I partecipanti hanno anche criticato il fatto che, per illustrare la complessità delle prestazioni di progettazione, le quattro dimensioni utilizzate dalla «Value app» siano ancora troppo imprecise. Gli esperti che lavorano allo sviluppo dell’app ne sono consapevoli. Tuttavia, non spetta soltanto agli sviluppatori apportare all’applicazione gli adeguamenti necessari, tutti gli utenti sono chiamati a dare un proprio contributo in materia. Si tratta insomma di un compito collettivo, per il quale occorrono dati concreti che risultano dall’esperienza sul campo.
Evidentemente, anche i partecipanti ai workshop hanno visto le cose allo stesso modo. Tutti, senza eccezione, si sono detti disposti a fornire in forma anonima i dati raccolti nell’ambito della propria esperienza professionale allo scopo di ottimizzare l’app. Ma non solo, il 76 per cento ha affermato di non avere nulla in contrario se gli utenti registrati possono anche vedere la provenienza di tali dati. In breve: la messa a punto di un nuovo metodo, come quello racchiuso dalla «Value app», richiede un intenso lavoro di fondo e una riflessione globale che tenga conto delle esperienze raccolte dall’utenza e delle reazioni degli sviluppatori.
Alcune voci, tra i partecipanti ai workshop, hanno accolto con favore la possibilità di svincolare gli onorari dai costi di costruzione e come un’opportunità, per gli architetti, di trovare un nuovo orientamento consolidando la propria posizione sul mercato. L’idea di base, ed è proprio qui che entra in gioco la «Value app», poggia sul fatto che i progettisti debbano poter far valere degli onorari adeguati alla complessità del lavoro svolto. In questo contesto, tuttavia, bisogna ricordare che un tool di questo tipo è, e resterà sempre, soltanto uno strumento ausiliario. In altre parole, da sola la «Value app» non può certamente sostituire quella che è una solida e comprovata conoscenza dell’ambito professionale e della gestione degli affari.
Un metodo convalidato
I partecipanti ai workshop si sono detti disposti a prendere parte a una seconda fase di valutazione. In questo contesto, i progettisti coinvolti stanno esaminando, sulla base dell’app, da due a quattro progetti e consegneranno poi le proprie osservazioni in un apposito modulo all’attenzione degli sviluppatori. A metà marzo hanno avuto luogo altri incontri con potenziali utenti interessati, tra questi anche committenti privati e pubblici. Benché l’applicazione non sia ancora pronta per essere utilizzata, sono di fatto già quasi il 60 per cento i potenziali utenti che ritengono che l’app possa rappresentare una comune base di accordo tra committenti e progettisti. Un altro segnale promettente è che il 70 per cento dice che in futuro potrebbe immaginarsi di calcolare le proprie offerte con la «Value app». È inoltre previsto che i team di progetto, compresi i rappresentanti dei committenti, siano invitati a partecipare ad appositi seminari, pensati per verificare se, di fatto, lo strumento sia in grado di calcolare correttamente un onorario equo. E, non da ultimo, si valuterà nel dettaglio quanto scaturito dall’esame effettuato dagli esperti per quanto concerne la facilità di utilizzo del tool, così che le riflessioni emerse possano essere fatte confluire nell’elaborazione di una successiva versione.
I workshop organizzati hanno dimostrato che l’approccio metodologico che sta dietro alla «Value app» è solido e attesta un ottimo potenziale di sviluppo. È grande anche l’interesse manifestato verso un coinvolgimento e una partecipazione allo sviluppo. Il team di progetto dovrà integrare tempestivamente anche altre discipline, tra cui l’ingegneria civile, l’architettura del paesaggio e la tecnica impiantistica. In questi ambiti, l’applicazione del metodo richiede però ancora alcuni lavori preliminari prima che si possa partire con la fase vera e propria di messa in atto e di verifica, così come è stato per il ramo dell’architettura.
Teoria e prassi a braccetto
I riscontri formulati dai partecipanti ai workshop offrono una base solida per il Comitato SIA, tanto per quanto concerne la discussione in atto in merito alle misure sostitutive della formula per il calcolo degli onorari, ormai stralciata dai regolamenti per le prestazioni e gli onorari (RPO), che per quanto riguarda l’ulteriore sviluppo della «Value app».
In origine, l’app era stata creata come strumento didattico per gli studenti bachelor e master della cattedra di architettura e metodi di costruzione dell’ETH. Già durante gli studi, è importante offrire la possibilità di confrontarsi con le prestazioni e le competenze che i futuri progettisti saranno chiamati a fornire, in modo che, al loro esordio nella vita professionale, abbiano già a disposizione uno strumento affidabile e conosciuto da utilizzare sul campo.
«Value app» – un ausilio di calcolo
La «Value app» è un ausilio di calcolo che affianca i progettisti nel valutare le proprie prestazioni intellettuali, permettendo di stimare in modo semplice e trasparente le ore di lavoro. L’applicazione è un valido aiuto, tanto per i mandatari che per i mandanti, e può essere utilizzata nell’ambito delle trattative contrattuali e nel momento in cui occorre pattuire le retribuzioni. Questo strumento rappresenta una delle quattro misure, tra cui si annoverano anche i corsi della serie «Kompass/Balises», i rilevamenti statistici e la banca dati di riferimento, predisposte dalla SIA in sostituzione alla formula per il calcolo degli onorari, ormai stralciata dai regolamenti per le prestazioni e gli onorari (RPO), e pensate per affiancare i soci nel calcolare in modo equo e trasparente i propri onorari. In origine, la «Value app» è stata creata per gli studenti di architettura del Politecnico federale di Zurigo. Ora, sempre in collaborazione con l’ETH, la SIA lavora all’ulteriore sviluppo dell’applicazione. In questo contesto, ogni partner fa confluire le proprie esperienze: la SIA dispone delle conoscenze acquisite sul campo, mentre la cattedra del Prof. Menz, presso l’ETH, dispone delle necessarie competenze tecniche e specialistiche in materia di metodologia di sviluppo.
La SIA ringrazia la squadra dell’ETH e, in particolare, tutti coloro che si sono messi volontariamente a disposizione per testare l’app, partecipando con entusiasmo ai workshop e condividendo le proprie riflessioni.