Conservazione dell’esistente versus lusso energetico
Luca Selva Architekten ha trasformato un’ex tipografia a Basilea in nove appartamenti. Il tentativo di trasferire il carattere dell’edificio alla nuova destinazione d’uso ha dato vita a spazi interessanti, ma solleva anche delle domande.
Piove leggermente in questo fresco venerdì di metà giugno. La facciata in vetro e metallo, tecnica e funzionale, dell’ex tipografia Kreis Druck AG sembra quasi suggerire che stia per uscire una pila di giornali freschi di stampa. Ma l’inchiostro si è asciugato da tempo, perché la tipografia ha chiuso i battenti nel 2017 a causa di ristrutturazioni, lasciando la Holbeinstrasse, nel quartiere Paulus di Basilea, senza il rumore delle rotative. E l’edificio della stamperia, progettato per accogliere macchinari pesanti è rimasto in cerca di un nuovo utilizzo.
Inserire la nuova struttura in quella vecchia
Luca Selva chiarisce subito: «La linea guida del progetto era quella di preservare la qualità e la dignità dell’edificio esistente, per mantenere vivo il suo carattere industriale». Questo principio è stato seguito con coerenza. La facciata sulla strada è stata restaurata e mantenuta il più fedele possibile all’originale.
A prima vista, in realtà, sembra che nulla sia cambiato, ma a un’osservazione più attenta si nota uno strato di isolamento nascosto dietro la vecchia facciata. Nello spazio intermedio sono state create delle logge, che offrono un’area esterna coperta con ogni condizione meteorologica.
Sulla strada l’edificio misura 15 metri e ha una lunghezza di 63, coprendo quasi interamente il lotto. È composto da una parte a tre piani con attico fronte strada (il corpo principale), una parte centrale a due piani e l’area del capannone a shed, dove un tempo si trovavano le rotative. L’impianto di riscaldamento a olio è stato sostituito dal teleriscaldamento e l’ex magazzino nel seminterrato è stato trasformato in un parcheggio.
Luca Selva Architekten ha studiato con grande attenzione l’integrazione nel contesto esistente. Al piano terra del corpo principale sono stati rimossi i controsoffitti ed è stato messo a nudo il soffitto originale con le travi esistenti; ai piani superiori erano presenti delle colonne a fungo che dovevano rimanere visibili. Ciò è stato possibile sollevando di un gradino il pavimento di tutti gli appartamenti del corpo principale. In questo modo gli impianti sono stati posizionati sotto al nuovo pavimento in rovere grezzo, lasciando liberi i soffitti. Rispettando le dimensioni originali della scala, non è stato necessario cambiare molto nel vano che la accoglie. Una piccola rampa garantisce l’accessibilità superando il dislivello tra la strada e l’atrio.
La responsabile del progetto Veronique Caviezel afferma che era importante preservare l’anima dell’edificio. Questo si riflette sia nei grandi che nei piccoli dettagli. Il pavimento originale in terrazzo dell’atrio è stato volutamente conservato e la rampa è stata rivestita con le lastre di pietra recuperate dalla demolizione dell’ingresso della tipografia e ove necessario sono state integrate con nuovi elementi simili. Oltre al foyer e alla scala con ascensore, il corpo centrale ospita un appartamento di cinque locali, che si trova tra pareti tagliafuoco e le altre parti dell’edificio. Di conseguenza, dispone solo di lucernari e non di finestre che affacciano direttamente ad altezza d’uomo.
Una fortuna per gli architetti sono stati i solai a nervature nel corpo centrale, che erano ancora rivestiti e quindi potevano essere lasciati a vista in condizioni perfette.
Quanto spazio è necessario?
Il terzo corpo dell’edificio, l’ex area di produzione, è caratterizzato da molta luminosità e da una grande altezza interna pari a 6.8 m, che in alcuni punti è accentuata dai quattro shed. Due appartamenti di 7 m di larghezza e di 3.5 locali si estendono per una lunghezza di 39 m. Un nuovo patio e l’accesso al mini-giardino davanti alla parete tagliafuoco servono come spazi esterni, sebbene senza vista.
La superficie abitabile è ampia e delimitata dalle pareti tagliafuoco, che consentono solo finestre in alto. Né i committenti né gli architetti volevano smantellare i tetti a shed per guadagnare spazio all’esterno. I progettisti volevano, da un lato, trasferire il potenziale spaziale dell’edificio, con la particolarità della forma della copertura, alla nuova destinazione d’uso. Dall’altro, una demolizione parziale avrebbe richiesto maggiori spazi liberi e una riduzione della superficie lorda.
Nell’area del capannone con gli shed sono stati ricavati grandi appartamenti per relativamente poche persone, il cui immenso volume dovrà essere riscaldato per anni e che, probabilmente, supererà di gran lunga l’energia grigia risparmiata con il loro mantenimento.
Se i capannoni, che coprono una superficie di 585 m2, fossero stati demoliti, si sarebbe potuta creare un’area verde che avrebbe fornito spazio esterno, biodiversità e raffrescamento. Ora al loro posto, sono stati realizzati due appartamenti che ospiteranno un totale di sei persone, con una superficie di riferimento energetico che sarebbe adeguata per circa 20 persone. Inoltre, rimane la domanda del perché gli shed orientati a sud-est e anche gli altri tetti non siano stati dotati di pannelli fotovoltaici. Secondo gli architetti, il committente ha deciso di non farlo a causa dell’ombreggiamento dell’edificio sul lato della strada, della statica già completamente sfruttata e della mancanza di efficienza economica.
Queste due scelte sono critiche dal punto di vista energetico e sociale. Anche la giustificazione di voler preservare la bellezza spaziale dei capannoni non è valida, poiché ne beneficiano solo poche persone.
Nel corpo principale e nel corpo centrale, gli architetti hanno intrapreso una ricerca meticolosa e hanno integrato la nuova destinazione d’uso con attenzione ai dettagli e grande abilità artigianale all’interno dell’edificio storico. Tuttavia, il lato negativo del progetto è l’alto consumo di energia e risorse che si verificherà per anni nella parte con la copertura a shed.
Immobili ed energia
Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale “Metamorfosi: gli uffici diventano appartamenti”. Potete trovare altri articoli sul tema Immobili ed energia nel nostro dossier digitale.
Trasformazione kreisdruck, Basilea
Committenza:
Kreis Immobilien, Basilea
Architettura:
Luca Selva Architekten, Basilea
Struttura portante:
Ehrsam Beurret Partner, Basilea
Progetto RCVS:
Böni Gebäudetechnik, Oberentfelden
Fisica della costruzione:
brücker+ernst, Lucerna
Trasformazione:
2018 - 2020