«Il Piano d’azione SIA per il clima, l’energia e le risorse lascerà il segno»
Il Piano d’azione SIA per il clima, l’energia e le risorse è nato su iniziativa del gruppo professionale Architettura (BGA). In quest’intervista il co-iniziatore Jakob Schneider, membro del consiglio BGA, racconta le sfide legate all’attuazione e spiega perché il Piano lascerà il segno anche al di fuori della Società.
SIA: Qual è stato per lei l’evento decisivo che l’ha spinta a dar vita a un Piano d’azione SIA per il clima?
Jakob Schneider: Nel 2019 ho accompagnato mia figlia a uno sciopero per il clima e in me è suonato un campanello d’allarme. I giovani scesi in piazza manifestavano, con convinzione e vigore, portando l’attenzione di tutti sul fatto che ci troviamo nel mezzo di una crisi climatica che noi stessi abbiamo provocato e che siamo ancora in tempo per sventare o mitigare. Da quell’esperienza è scoccata la scintilla da cui è derivato il fervore con cui lavoro per contrastare e gestire il surriscaldamento globale.
All’epoca lei non era ancora membro del consiglio BGA...
Volevo apportare il mio contributo nel rendere più sostenibile il settore della progettazione e della costruzione; è così che ho deciso di impegnarmi in seno alla SIA. Nella primavera del 2021 sono stato accolto nel gruppo professionale Architettura. All’interno del BGA ho potuto approfondire, con gli altri membri, la comprensione delle sfide poste dalla crisi climatica, insieme abbiamo sviluppato approcci metodologici per affrontarle. Quando, nell’autunno del 2022, i delegati hanno deciso di trattare il clima come tema prioritario, ho capito che le mie erano preoccupazioni comuni e condivise. Questo ci ha spinti, come gruppo professionale, a tradurre le parole in azioni e a elaborare una proposta d’intervento. A gennaio 2023 abbiamo sottoposto l’idea all’attenzione dell’Assemblea dei delegati, la quale con nostra grande soddisfazione ha approvato all’unanimità la nostra richiesta. È stato il fischio d’inizio per il Piano d’azione, che mira a definire misure tese a offrire al settore della costruzione un contributo reale per far fronte alla crisi climatica.
Che cosa distingue il Piano d’azione SIA dalle precedenti iniziative della Società?
Il Piano d’azione si basa su un processo strategico e gode dell’appoggio di tutti i delegati. Visto che affronta un tema trasversale, lascerà il segno non solo all’interno degli organi della SIA ma in tutto il settore. Oltre a intervenire con progetti concreti, all’interno della SIA vanno affinati anche i processi necessari per migliorare il conseguimento degli obiettivi prefissati. In questo modo il Piano d’azione innescherà profondi cambiamenti nel nostro modo di lavorare e di pensare.
Il Piano d’azione SIA influenzerà anche le norme e i regolamenti della Società?
Sì, assolutamente. Il nostro obiettivo è quello di affrontare le sfide della crisi climatica in modo globale, e ciò include anche la revisione delle norme e dei regolamenti.
Che effetti concreti produce il Piano d’azione per i soci della SIA?
Il Piano d’azione vuole sensibilizzare maggiormente i soci nei confronti della crisi climatica e incoraggiarli ad apportare dei cambiamenti anche nella loro attività professionale quotidiana, dando loro gli strumenti per farlo. Ciò, nello specifico, può già avvenire tra le mura dei propri uffici, ad esempio definendo i processi progettuali e decisionali in modo da ridurre al minimo le emissioni di gas serra. A livello politico ci auguriamo che il messaggio trovi riscontro presso le sezioni della SIA e che queste esercitino un’influenza su scala comunale e regionale. I soci della SIA devono considerarsi parte attiva della soluzione alla crisi climatica e agire di conseguenza. Il tutto in linea con la visione stessa della nostra Società: «Insieme per creare un ambiente di vita sostenibile».
Dall’avvio del Piano d’azione, come è intervenuta la SIA sul fronte del clima?
È impressionante ciò che i membri volontari delle commissioni e le collaboratrici e i collaboratori dell’Ufficio amministrativo hanno fatto in questo periodo, dall’organizzazione di eventi alle iniziative delle sezioni. Un buon esempio è il servizio di formazione continua SIA inForm. Esso ha rafforzato l’offerta di corsi che mira a trasmettere saperi e conoscenze volti a promuovere un’economia circolare orientata al futuro. Un altro esempio è la maggiore sensibilizzazione dei soci a questo tema attraverso le riviste specializzate TEC21, Tracés e archi. Ma si è lavorato anche in ambito normativo, per esempio con la pubblicazione della norma SIA 390/1 La via climatica. Insomma, l’edilizia attenta al clima sta ormai diventando mainstream.
Quali sono, secondo lei, le maggiori sfide del Piano d’azione SIA?
La sfida principale sta nel cambiamento stesso. Non vogliamo limitarci a porre in atto singole misure, ma indurre profondi cambiamenti strutturali. Ad esempio, già nelle prime fasi di un progetto di costruzione occorre riflettere in modo globale e instaurare una collaborazione interdisciplinare. Ogni giorno noi architetti progettiamo, pianifichiamo e creiamo guardando al futuro – una capacità che dovremmo utilizzare anche per l’attuazione del Piano d’azione SIA. In questo senso è di grande aiuto l’appoggio del Comitato che, fin dall’inizio, ha sostenuto e promosso il Piano d’azione. Tuttavia, il successo dipende anche da autorità, uffici, altre società e associazioni professionali che vogliamo incoraggiare a sostenere la nostra stessa causa.
Che messaggio vuole rivolgere ai progettisti?
Tutti noi abbiamo la responsabilità di tenerci aggiornati, consolidando costantemente il nostro know-how specialistico e rimettendolo in questione, con spirito critico. Proprio come ci assicuriamo che le nostre infrastrutture funzionino e che i nostri edifici siano sicuri, dobbiamo garantire che il nostro ambiente di vita rimanga sostenibile. Ogni aspetto che trascuriamo oggi costerà caro alla società di domani. È più efficiente ed economico agire ora piuttosto che apportare costose correzioni in seguito. Possiamo ripensare l’architettura e darle un significato nuovo. Dovremmo cogliere questa opportunità con determinazione.
Ha un messaggio da lanciare al mondo della politica?
Sì, il mio messaggio è chiaro: la prima cosa di cui c’è bisogno è la definizione di ambiziosi valori soglia per quanto concerne l’emissione di gas serra nel settore degli edifici, sulla base della norma SIA 390/1. Inoltre, in un contesto di carenza di alloggi, occorre prendere in considerazione anche gli strumenti per promuovere l’efficienza delle superfici utili esistenti. Vorrei sottolineare che come società, come nazione e come comunità globale siamo ancora lontani da dove dovremmo essere. Serve il coinvolgimento di tutti per vincere le sfide della crisi climatica. E il Piano d’azione SIA è il nostro contributo a tal fine.
Il Piano d’azione SIA per il clima, l’energia e le risorse è nato su iniziativa del gruppo professionale Architettura della SIA. I lavori sono cominciati nell’autunno nel 2023. L’intento è quello di dare visibilità alle misure esistenti per rendere più sostenibile il settore svizzero della progettazione e della costruzione e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Inoltre, il team di progetto del Piano d’azione, in collaborazione con esperti di vari gremi della SIA e altri specialisti della progettazione e della costruzione, degli uffici federali, della politica e della ricerca, sta sviluppando nuove misure tese a consolidare ulteriormente l’impegno della Società sul fronte del clima, dell’energia e delle risorse. Il Piano d’azione SIA sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei delegati nel mese di maggio 2025. Successivamente, sarà data attuazione alle varie misure.