Spa­zi so­glia per la ri­ge­ne­ra­zio­ne ur­ba­na

Gli spazi di soglia hanno un ruolo importante nel definire la qualità del piano terra della città. Lavorare su alcuni parametri, che agiscono in tre aree principali (resilienza, interazione e fruibilità pubblica) permette di promuovere gli effetti positivi sulla qualità della vita urbana di spazi spesso concepiti in termini funzionali e pragmatici. 

Data di pubblicazione
23-10-2024

Lungo una via 

Camminare lungo una via, all’ombra degli alberi di un giardino privato, gustarsi un gelato seduti a un tavolino su un marciapiede, scambiare uno sguardo con qualcuno che sta cucinando mentre si corre a lato della strada, sedersi su un muretto che delimita un parco, spingere un passeggino costeggiando l’animata terrazza di un bar. Si tratta di azioni quotidiane, prive di particolare significato, ma rappresentative di tessuti urbani ricchi di una varietà di configurazioni e situazioni, che contribuiscono significativamente alla qualità di vita in città. Sono azioni la cui esistenza si fonda sulla presenza di spazi che mediano virtuosamente la relazione tra lo spazio pubblico della strada e quello privato del costruito. Spazi tesi tra la domesticità dell’edificio e la collettività della città. Spazi soglia la cui presenza e le cui caratteristiche risultano cruciali nella definizione della qualità di vita di ogni quartiere e di ogni città, in quanto gli abitanti vi si confrontano direttamente e continuamente. 

Ogni tipo di tessuto urbano presenta questa categoria di spazi; tuttavia, la loro rilevanza sulla qualità dello spazio urbano può variare fortemente in base alle caratteristiche della città in cui questi si trovano. Nel caso di Lugano – esempio paradigmatico per molte aree densamente popolate del Cantone Ticino, a cui è rivolta la ricerca alla base di questo articolo – essi rivestono un ruolo di eccezionale rilevanza. Il tessuto urbano cittadino, unificato da edificazioni in contiguità fino all’Ottocento, o dalla presenza degli abbondanti spazi verdi della città giardino fino ai primi del Novecento, si disgrega a partire dal Dopoguerra. Il villino liberty su tre livelli diventa una palazzina di svariati piani; la distanza tra edificato e confine, occupata da giardini rigogliosi, si trasforma in spazio residuale, funzionale al passaggio di aria e luce; il fronte stradale costituito da inferriate, siepi e dalle fronde degli alberi, diventa lo spazio lungo il quale trovano luogo i parcheggi di negozi e inquilini. Il risultato è un tessuto urbano frammentario, costituito da volumi autonomi, spesso disallineati e arretrati di alcuni metri dal limite dello spazio stradale. Queste caratteristiche urbanistiche generano spazi soglia generosi e diffusi capillarmente in tutta la città. Aree che costeggiano lo spazio stradale e, ripetendosi parcella dopo parcella, definiscono il fronte urbano di ogni via, generando enormi effetti sulla qualità degli spazi pubblici dell’intera città.

Malgrado la loro importanza, spostarsi oggi lungo i marciapiedi dei quartieri più popolosi di Lugano (e del Cantone) significa trovarsi a costeggiare una serie di spazi privati le cui caratteristiche non contribuiscono a favorire quelle situazioni tipiche del senso di urbanità anteriormente descritte. Lungo il marciapiede si susseguono ampie superfici asfaltate, alti muri di contenimento in calcestruzzo, recinzioni, rampe per l’accesso ad autorimesse e altri elementi che rispondono a questioni prettamente funzionali, frutto accidentale dell’incontro pragmatico del sistema-mobilità con il luogo dello stare e dell’abitare. In questo contesto, sembra che venga dimenticato il ruolo dello spazio soglia quale luogo che contribuisce ad arricchire l’esperienza di chi cammina e vive in città.
 

La crisi climatica attuale e la crescente densificazione dei tessuti urbani accentuano l’importanza degli spazi soglia quali luoghi liberi, in grado di mitigare gli effetti del surriscaldamento climatico.
Con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’attrattività delle aree densamente popolate del nostro Cantone, l’urgenza di una nuova e più attenta concezione degli spazi compresi tra la strada e l’edificio deve essere riconosciuta e misure adeguate devono essere messe in atto.

Lo spazio soglia

In termini strettamente planimetrici, lo spazio soglia – così come inteso nella ricerca alla base di questo articolo – corrisponde alla fascia di terreno privato compresa tra il limite esterno dello spazio stradale e la facciata dell’edificio. Spazi soglia veri e propri sono originati quando la linea dell’edificato e quella del limite dello spazio stradale non coincidono, e la prima risulta arretrata di qualche metro rispetto alla seconda.

Si tratta di un’area che svolge numerose funzioni, caratterizzata da una duplice valenza. Se da un lato è l’elemento che divide l’interno dall’esterno, il privato dal pubblico, il caldo dal freddo, il pulito dallo sporco, dall’altro è l’elemento che li mette in relazione e li unisce. A differenza del confine, quello della soglia non è una linea, ma uno spazio. È un elemento di apertura e di chiusura ma è soprattutto un’area d’incontro che mette in dialogo luoghi e ambiti diversi: 

- Pubblico e privato. Lo spazio soglia non solo prelude al passaggio tra ambito pubblico e ambito privato, ma di fatto definisce lo spazio pubblico della strada. 

- Intimo e collettivo. Esso formula la sequenza con la quale ogni cittadino dallo spazio domestico prende parte a quello collettivo e viceversa. Si tratta pertanto di una zona di transizione in cui a cambiare non sono unicamente le condizioni della proprietà ma è anche lo stato d’animo e il comportamento di chi lo attraversa. 

- Movimento e sosta. Articolato parallelamente al sistema stradale di una città, esso definisce l’incontro tra l’ambito dinamico del movimento, che avviene negli spazi di circolazione delle vie, e quello statico dell’abitare, che avviene all’interno degli edifici. 

- Edificio e città. Rappresenta un luogo d’incontro tra due diverse scale: quella dell’insieme (città) e quella dell’unità (edificio). Soprattutto nei tessuti urbani definiti da edifici autonomi, lo spazio soglia assume il valore di elemento unificante, capace di tessere in un tutt’uno armonioso le individualità degli edifici singoli. 

- Pianificazione, architettura e architettura del paesaggio. Lo spazio soglia definisce una realtà d’incontro anche da un profilo disciplinare; qui settori e prospettive diverse si sovrappongono e ne influenzano le caratteristiche. La difficoltà ad associare la formulazione di questi spazi a un ambito specialistico preciso, si ripercuote spesso in una sorta di de-responsabilizzazione da parte dei diversi ambiti. In questo contesto, la definizione dello spazio soglia avviene prevalentemente sulla spinta di criteri prettamente funzionali. L’angolo di vista dell’automobile che si immette sulla strada, l’inclinazione massima della rampa di accesso o le distanze imposte dal Piano Regolatore assumono un ruolo quasi incontestato nella formulazione di questi spazi. 

Qualità definenti 

Per meglio comprendere il valore degli spazi soglia nella definizione della qualità del tessuto urbano di una città (il caso concreto si riferisce a Lugano), risulta necessario fare chiarezza sulle qualità prioritarie che questi spazi dovrebbero promuovere. In base all’urgenza delle sfide a cui le aree più densamente popolate del Ticino sono sottoposte, è possibile definire tre qualità principali intese come capacità dello spazio soglia di: rispondere agli effetti del cambiamento climatico (resilienza), favorire l’interazione sociale tra gli abitanti (interazione) e produrre uno spazio urbano con un’immagine pubblica forte (pubblicità). Ognuna delle tre qualità è definita da alcuni parametri principali che concorrono concretamente alla sua traduzione. Si tratta di qualità e parametri che, una volta definiti, permettono di stabilire un sistema di valori che rende possibile il confronto e la valutazione qualitativa degli spazi soglia di quartieri e città diversi. 

Resilienza 

Alla luce dell’innalzamento delle temperature, la struttura urbana è determinante nel definire la resilienza climatica di una città. La disposizione e l’orientamento dell’edificato in rapporto agli elementi di scala territoriale (laghi, fiumi, colline, montagne, boschi …), la struttura urbanistica dei quartieri (densità, presenza di spazi verdi, proporzione tra spazio libero e spazio edificato …), degli isolati (struttura a corte, struttura con volumi autonomi …) e le caratteristiche degli edifici (materialità e colore facciata, orientamento, ombreggiatura …) hanno un marcato influsso nella formulazione di una risposta efficace alla sfida prodotta dall’innalzamento della temperatura. Malgrado le loro dimensioni ridotte, gli spazi soglia, essendo porzioni di territorio urbano non edificate e diffuse all’interno di tutta la città, costituiscono un ambito potenziale per raggiungere effetti capillari in termini di riduzione della temperatura, tramite la presenza del verde e grazie alla permeabilità del suolo. 

I parametri che più concorrono alla definizione di questa qualità sono:

- Varietà verde e biodiversità. Grazie all’effetto di ombreggiatura prodotto dalle fronde degli alberi su strade e facciate e per mezzo dell’evaporazione prodotta dalla traspirazione del fogliame, un isolato caratterizzato dalla presenza di fitte alberature, in una notte di canicola può presentare una temperatura di 5-7°C inferiore rispetto allo stesso comparto di città privo di alberi. È auspicabile la scelta di una vegetazione capace di promuovere la moltitudine delle specie così da favorire la biodiversità e la costituzione di giardini con un fronte urbano ricco e variato. 

- Superfici permeabili. La permeabilità delle superfici, oltre a rendere più gradevole il clima urbano tramite il raffreddamento prodotto dall’evaporazione, favorisce l’assorbimento locale dell’acqua piovana evitando di sovraccaricare la rete di canalizzazione in caso di piogge abbondanti. Nella gestione degli spazi soglia si deve pertanto prestare attenzione all’impiego di rivestimenti adeguati in modo da limitare il grado di impermeabilizzazione. 

- Gestione sostenibile del sottosuolo. La presenza di sottostrutture contribuisce al fenomeno delle isole di calore, sia perché riduce la capacità di assorbimento del terreno sia perché rende impossibile la piantumazione di alberi ad alto fusto capaci di svilupparsi e raggiungere grandi dimensioni. Anche quando le sottostrutture vengono ricoperte da strati di terra spessi (>1.5 m), gli alberi che vengono piantumati possono svilupparsi limitatamente, in quanto dopo poche decine d’anni devono essere rimossi per il rinnovo ciclico degli strati impermeabilizzanti delle sottostrutture. Vanno perciò preferite soluzioni in cui le sottostrutture occupano solo parzialmente la superficie della parcella e si trovano arretrate di alcuni metri rispetto al limite della strada. 

- Ombreggiatura. L’effetto di ombreggiatura generato dallo spazio soglia sullo spazio pubblico del marciapiede (proteggendo i passanti dai raggi solari ed evitando l’eccessivo surriscaldamento della superficie stradale) e su quello privato della facciata, contribuisce in grande misura alla resilienza climatica dello spazio urbano. L’ombreggiatura può essere prodotta da elementi vegetali (alberi, cespugli …), da elementi architettonici (portici, frangisole …) e da elementi ibridi (pergole, filari …). 

Interazione 

«La città è il luogo in cui ci si espone all’incontro con l’altro che abita con noi. Allora, quando pensiamo alla città, dobbiamo pensare alle relazioni con l’altro nello spazio, dobbiamo immaginare condizioni che mettano in contatto le persone così da permettere alla cittadinanza di costituirsi ed esprimere i propri diritti civili, e non solo».1 

In un contesto caratterizzato dalla densificazione dei tessuti urbani, è necessario tener presente che la densità intesa unicamente come parametro quantitativo, descritto dal numero di abitanti per chilometro quadrato, non implica necessariamente una densità di interazioni sociali. La concentrazione di persone costituisce un potenziale di relazioni che, se accompagnato dall’esistenza di luoghi in grado di favorirne lo sviluppo, permette loro di rivelarsi. «L’urbanità si caratterizza per le interazioni produttive tra le persone. [...] A tal fine, sono necessari spazi che possano essere utilizzati collettivamente».2 È in questo passaggio da quantità (di persone) a qualità (di relazioni) che la densità si trasforma in urbanità. 

Di fronte a tali considerazioni risulta urgente riconoscere il ruolo degli spazi soglia nella promozione delle interazioni sociali di ogni quartiere. Sia le relazioni legate all’incontro volontario e spesso pianificato di persone che si conoscono, o si vogliono conoscere, sia la promozione di situazioni d’interazione indirette. I parametri che più concorrono alla definizione di questa qualità sono: 

- Permeabilità visiva. Attraverso elementi che filtrano (nascondendo e mostrando) gli sguardi tra strada e edificio, una parte d’intimità viene consapevolmente resa visibile e condivisa con l’ambito più pubblico. L’extime,3 termine francese per definire la condivisione mirata di qualcosa di intimo intime è ciò che infonde un senso di vita allo spazio urbano anche nei momenti in cui questo è privo di persone. D’altro canto, un’eccessiva condivisione dello spazio intimo con l’esterno rischia di infondere un senso di privatizzazione dello spazio pubblico. Gli elementi che concorrono alla mediazione visiva (muri, inferriate, vegetazione, …) devono pertanto essere trattati con attenzione, in modo da garantire contatti visivi o riservatezza laddove opportuno. 

- Sosta e seduta. Le strade diventano spazi pubblici a tutti gli effetti se, oltre alle funzioni strettamente legate alla mobilità, offrono possibilità di sosta. Panchine pubbliche o private, ma anche muretti di recinzione con un’altezza compresa tra i 40 e i 60 cm, che definiscono la proprietà e al contempo offrono una seduta sia agli abitanti della casa sia ai passanti, contribuiscono a rendere il tessuto urbano più accogliente e inclusivo. 

- Accessibilità. Oltre agli spazi pubblici veri e propri, quali parchi e piazze, anche gli spazi soglia possono assumere una valenza pubblica. La loro accessibilità, estendendo lo spazio urbano della strada, ne incrementa la superficie e la diversità. Sono pertanto da favorire quelle situazioni in cui, tramite accordi tra pubblico e privato, parti dello spazio privato possono essere utilizzate o semplicemente attraversate da ogni cittadino. 

- Molteplicità di utilizzo. La possibilità per abitanti e cittadini di svolgere attività di diverso tipo all’interno degli spazi soglia fa sì che questi possano essere luoghi attrattivi per persone e fasce d’età differenti. A questo scopo è importante che questi spazi vengano concepiti in modo tale da permettere un certo grado di interpretazione da parte delle persone che ne fanno uso. La molteplicità delle funzioni che uno spazio soglia può assumere si produce da un’attenta combinazione di elementi che introducono funzioni (possibilità di seduta, situazioni di gioco, tavoli …) con superfici indefinite che generano una sorta di vuoto aperto all’appropriazione. Come fa notare il sociologo e studioso Ullrich Deinet, non si tratta di costituire spazi vuoti, bensì spazi che, nella loro indefinizione, offrano possibilità d’utilizzo diverse e inaspettate.4 

Pubblicità

Con il termine «pubblicità» viene intesa la qualità degli spazi urbani di essere percepiti come spazi pubblici, all’interno dei quali potersi identificare come abitanti di una città. La definizione degli spazi soglia, costituendo di fatto il volto (o la maschera) con cui il privato si mostra al pubblico, deve quindi essere formulata con particolare consapevolezza e attenzione. 

Malgrado la loro rilevanza pubblica, questi spazi subiscono gli effetti di pressioni provenienti da interessi privati di diverso tipo. Tra di essi, quelli che più influenzano gli spazi soglia sono: la vista (giardini spogli e delimitazioni in vetro per assicurare la massima quantità di vista), la privacy (muri e separazioni che permettono una situazione di protezione e dominazione, in cui esiste un attore che può vedere tutto – abitante – e uno che non può vedere altro che un muro o un’inferriata – passante), il terreno pianeggiante (muraglioni con altezze elevate al fine di ottenere un terreno sul quale «appoggiare» l’edificio) e l’automobile (autorimesse e parcheggi che assicurano la presenza dell’automobile nelle immediate vicinanze dell’abitazione). Interessi privati che spesso vengono accentuati da tutti quegli operatori che, sulla base di criteri di tipo economico e speculativo, traducono le ambizioni particolari in progetti architettonici veri e propri. L’agire del singolo ha luogo senza che vi sia una particolare preoccupazione degli effetti che questo produce sulla collettività. Dimenticando che la qualità di un ambiente costruito è il risultato della qualità delle relazioni che si stabiliscono tra le parti che lo compongono. 

I parametri che più concorrono alla definizione di questa qualità sono: 

- Continuità delle altezze. La qualità degli spazi soglia e la loro capacità di definire degli spazi stradali con un forte carattere pubblico è influenzata dalla proporzione che essi stabiliscono tra loro e con il corpo umano. Tuttavia, esistono parti di città con condizioni orografiche tali da necessitare l’impiego di alti muri per il contenimento del terreno. Indipendentemente dall’andamento del terreno, la singola recinzione dovrebbe attenersi alle altezze delle delimitazioni che caratterizzano il fronte stradale in questione. 

- Coerenza delle materialità. L’impiego di materiali che caratterizzano l’identità paesaggistica del fronte stradale, sia nella formulazione di muri e recinzioni, sia per la formazione delle pavimentazioni, favorisce la coesione degli spazi soglia. Tutti quei materiali che marcano un’interruzione visiva drastica con il tessuto urbano esistente sono dunque da evitare. 

- Inserimento di parcheggi e infrastrutture. La presenza di parcheggi, piazzali e rampe di autorimesse lungo gli spazi soglia interrompe il fronte e ne riduce la qualità. Gli stalli per le automobili presenti sulla parcella privata devono essere organizzati in modo tale da minimizzare i loro effetti sullo spazio pubblico, così da garantire la continuità del fronte urbano. Le superfici per la sosta delle automobili, laddove devono necessariamente essere ubicate lungo il fronte della strada, vanno arretrate rispetto al limite dello spazio stradale, così da permettere la continuità lungo la parcella di elementi come siepi, muretti e altri filtri visivi. 

- Continuità del fronte. Ciò che più contribuisce alla definizione dello spazio stradale come spazio pubblico è la coesione del fronte che lo definisce. Si generano fronti urbani coesi: attraverso la presenza del verde sotto forma di siepi, arbusti o alberi; grazie alla complanarità dello spazio soglia rispetto al livello del marciapiede; promuovendo la continuità delle recinzioni. 

Verso il futuro 

Le qualità definenti appena elencate e i parametri presentati che concorrono alla loro definizione, costituiscono una base per promuovere strumenti e prassi volti a considerare con maggiore attenzione le modalità con cui i singoli privati (e l’ente pubblico) definiscono i loro spazi soglia. Sulla base di quanto descritto è possibile elaborare misure pianificatorie concrete (non presentate in questo articolo per i limiti imposti dal formato). La promozione degli aspetti qualitativi impone un ruolo attivo dei diversi livelli preposti alla pianificazione del territorio. Sia da parte degli uffici cantonali, che potrebbero ad esempio elaborare linee guida a disposizione dei Comuni, sia da parte delle amministrazioni comunali nelle modalità di valutazione delle procedure edilizie di progetti pubblici e privati. 

Perché misure adeguate possano essere intraprese, si rivela tuttavia imprescindibile l’esistenza di un appoggio politico, soprattutto da parte dagli esecutivi comunali, che dovrebbero riconoscere la necessità delle riforme proposte per poi promuovere la loro messa in atto. 

Di fronte a questioni di grande attualità, quali la crisi climatica e la crescente densificazione, la classe politica potrebbe assumere un ruolo più coraggioso e determinato nella promozione di un tessuto urbano di qualità. L’esistenza di una base legale solida fornita dalla Legge Cantonale sullo Sviluppo Territoriale (LST) per quello che riguarda l’inserimento «ordinato e armonioso» del costruito, dovrebbe contribuire a rafforzare quel senso di legittimazione democratica necessario perché le figure a capo degli uffici preposti a questioni urbanistiche e di spazio pubblico promuovano il cambiamento necessario. 

Con un nuovo sguardo sugli spazi soglia e introducendo strumenti e procedure in grado di promuoverne la qualità, questi spazi potranno assumere un ruolo decisivo nella rigenerazione del tessuto urbano delle nostre città.

Note 

 Il testo è una rielaborazione del lavoro di tesi «Tra strada e edificio. Rigenerare il tessuto urbano di Lugano a partire dagli spazi soglia» , condotto nell’ambito del MAS ETHZ in pianificazione tra il 2022 e il 2023 

 

1. C. Ferrata, I«l territorio resistente» , Edizioni Casagrande. Bellinzona 2017, p. 21. 

2. M. Angélil, Bornhauser, K. Christiaanse, M. Hömke, T. Kissling, K.Philipp, S. Krez, L. Kueng, V. Magnago Lampugnani, G. Muri-Koller, R. Nüssli, V. Poloni Esquivié, C. Schmid, C. Ting, G. Vogt, «Urbane Qualitäten» , a cura di S. Kretz, L. Kueng, Edition Hochparterre, Zürich 2016, p. 55. «Urbanität zeichnet sich durch produktive Interaktionen zwischen Menschen aus. […] Dazu braucht es Räume, die kollektiv genutzt werden können». 

3. C. Barbisch, L. Pattaroni, «Le sexe et la cité» , «Tracés» 140/2014, p. 11. 

4. U. Deinet, «Aneignung» - «zentrale Begriffe des sozialräumlichen Konzepts» , VS Verlag für Sozialwissenschaften, Wiesbaden 2009, p. 51. «Dabei geht es nicht um “leere” Räume, sondern um die in den Räumen liegenden (neuen) Mäglichkeiten».

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