Dal­la so­glia aper­ta all’at­ti­co bel­ve­de­re

Remo Leuzinger Architetto

Il lavoro di Leuzinger dimostra che la tipologia del condominio residenziale non è in contraddizione con l’ampiezza o persino il lusso dello spazio che una casa singola può offrire. Una lezione, in un momento in cui il risparmio di suolo e la densificazione sono una necessità.

Data di pubblicazione
17-10-2024

Meno di un secolo fa, Minusio era un pendio agricolo di frutteti e vigneti, esposto a sud, tra la riva del Lago Maggiore e l’antica via del Gottardo, un po’ in altezza, con i campi attraversati da torrenti di montagna fiancheggiati da alberi. Questa sua caratteristica di riviera ha favorito un graduale addensamento di ville, seguito molto rapidamente da condomini eterogenei, talvolta molto alti, che sfruttano la vista sul lago e sul massiccio del Tamaro. Questa morfologia pone un problema di scala: molto spesso gli edifici superano il volume che i giardini potrebbero sostenere e, una volta raggiunto un certo spessore, i balconi a ritmo ripetuto non sono più sufficienti a compensare l’effetto massa. Leuzinger mette deliberatamente in discussione questa misura di domesticità dei condomini in un nucleo urbano che vorrebbe comunque rimanere un paesaggio di ville con giardino: la scelta principale è quella di proporre una griglia di mezzo piano, che alterni le viste panoramiche con una dimensione equivalente, che riunisca l’altezza della ringhiera e lo spessore di un balcone sofisticato (composto da terrazza, struttura, parte inferiore). In questo modo, i cinque livelli possono essere letti come una decina di strisce alte un metro e mezzo, piuttosto che come una sovrapposizione di livelli o campate costruttive. Ognuna di queste linee, la cui orizzontalità è rinforzata dal motivo del rivestimento in legno, corre al di fuori del volume complessivo degli appartamenti per configurare, molto liberamente, dei balconi curvi che si librano verso il paesaggio. In questo modo, tutto ciò che appartiene al registro dell’edificio (finestre, parapetti, balconi, marcapiani, tavolati ecc.) si diluisce in un motivo più astratto che riduce le dimensioni apparenti delle facciate e crea, in corrispondenza degli angoli, magnifici belvedere affacciati sul lago e sulle montagne. Questo effetto è il risultato di un lavoro meticoloso che combina la cura per ogni dettaglio con una visione più ampia e urbana, tenendo conto della presenza di un edificio abitato nel contesto generale della città e del suo paesaggio. La ripetizione del motivo consente comunque variazioni tipologiche, con due abitazioni su un unico livello (ciascuna con un grande balcone), o un appartamento molto grande, con quattro diversi affacci, su un unico livello (con due balconi): questo ci ricorda che il condominio residenziale non è in contraddizione con l’ampiezza o persino il lusso dello spazio che una casa singola può offrire, e questa è una lezione in un momento in cui il risparmio di suolo e la densificazione sono una necessità.

Un’altra questione difficile da gestire in questo contesto urbano discontinuo è quella del piano terra, che non può essere abitato allo stesso modo dei piani superiori. Invece di nascondere l’edificio dietro una recinzione, più o meno invadente, per proteggere il piano inferiore dai rumori della strada, Remo Leuzinger regala alla strada uno spiazzo, una soglia che riunisce le funzioni collettive dell’edificio: per lasciare la bicicletta o il passeggino, per chiacchierare all’ombra di un albero, arretrato rispetto al flusso urbano. Da questa piazzetta si sviluppa anche il corpo scale, che adotta la forma curva dei balconi d’angolo: invece di essere racchiuso nella profondità scura dell’edificio, l’accesso verticale agli appartamenti assume un carattere volutamente pubblico, garantendo ai residenti luce e vista nei loro spostamenti quotidiani. La piccola piazza adotta una materialità in armonia con l’edificio, chiarendo il suo carattere privato pur rimanendo aperta verso lo spazio pubblico. Dimostra come la sfera domestica possa convivere armoniosamente con l’ambiente urbano, offrendo un importante insegnamento. 

Luogo: Via Mezzaro 2, Minusio 

 

Committenza: Serena Bonetti, Emanuele Bontognali, Poschiavo 

 

Architettura: Remo Leuzinger Architetto, Lugano 

 

Collaboratori: N. Bordoli capoprogetto, A. Dalla Costa 

 

Ingegneria civile e protezione antincendio: Borlini & Zanini, Grancia 

 

Progetto impianti RVCS: CSD Ingegneri, Lugano 

 

Progetto impianti elettrici e fotovoltaico: SPED, Locarno 

 

Fisica delle costruzioni e acustica: CSD Ingegneri, Lugano; Andrea Roscetti, Lugano 

 

Fotografia: Giorgio Marafioti, Agno 

 

Date: progetto 2019-2020, realizzazione 2021-2022 

 

Pianificazione energetica: CSD Ingegneri, Lugano; Andrea Roscetti, Lugano 

 

Certificazione o Standard energetico: Minergie P-Eco, TI-013-P-ECO 

 

Intervento e tipo edificio: nuova costruzione 

 

Categoria edificio (Ae): edificio plurifamiliare, 882 m² 

 

Fattore di forma (Ath/Ae): 1.41 

 

Riscaldamento: termopompa aria-acqua, CLA 4.74, copertura 100% 

 

Acqua calda: termopompa aria-acqua, CLA 2.78, copertura 100% 

 

Elettricità: fotovoltaico: 8.4 kWp, produzione 9’000 kWh/a 

 

Requisito primario involucro dell’edificio: Qh = 15.3 kWh/m²a (limite 19.6 kWh/m²a) 

 

Indice energetico complessivo: 47.6 kWh/m²a (limite 55 kWh/m²a) 

 

Valore limite energia grigia: 35.3 MJ/m²a (limite 37.9 MJ/m²a) 

 

Particolarità: riscaldamento con sistema radiante a pavimento, ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e controllo mediante unità interna e sonde CO2, raffreddamento multisplit con EER = 3.23, schermature solari automatizzate con sensore per esposizione, autoconsumo energia prodotta con fotovoltaico 71%, elettrodomestici in classe di efficienza massima, vasca di accumulo acque meteoriche per irrigazione giardino 

 

Imprese e prodotti: EXFABRICA pp. 89

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